La Massoneria Azzurra

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La Massoneria Azzurra (che nei paesi anglosassoni si chiama Blue Lodge) è quella parte della Massoneria di cui fanno parte la maggior parte dei Massoni a livello mondiale. Possiamo definirla la Massoneria di base (ma i massoni la chiamano ‘Ordine’), da cui – una volta raggiunto il 3° grado che è quello di ‘Maestro massone’ e che è il grado massimo ottenibile nella Massoneria Azzurra – si può accedere se lo si vuole al Rito Scozzese Antico ed Accettato (R.S.A.A.) e al Rito di York – che sono organismi massonici collaterali alla Massoneria Azzurra – dove si accede ai ‘gradi alti’ della Massoneria. Vediamo dunque di parlarne sia pur brevemente per inquadrarla. Parlerò dunque del tempio massonico dove si riuniscono i Massoni, dei tre gradi massonici che costituiscono la Massoneria Azzurra, poi degli ufficiali di loggia, dei simboli e del linguaggio massonico e poi dell’obbiettivo finale della Massoneria.

Il tempio

Il luogo ove la loggia si riunisce abitualmente in modo rituale, è detto ‘Tempio’, mentre ‘Centro’ o ‘casa massonica’ è l’edificio ove uno o più Templi si trovano e che comprende anche altri ambienti.
Il tempio massonico è a forma di rettangolo, con un’unica porta d’accesso che viene simbolicamente considerata orientata ad occidente. Ai lati di questa porta si trovano due colonne che hanno un grande significato simbolico perchè sono il simbolo della vita. Quella posta a sinistra entrando, sostiene un globo terracqueo e porta incisa la lettera ‘B’, iniziale di Boaz. Essa rappresenta il principio attivo, l’elemento maschile e la Forza. La colonna opposta invece sorregge tre o quattro melagrane semiaperte e porta impressa la lettera ‘J’, iniziale di Jachin (o Jakin); e rappresenta il principio passivo, l’elemento femminile e la Bellezza. Le due colonne – per i Massoni – segnano la separazione tra il mondo sacro (che è il loro naturalmente) e quello profano (cioè il mondo di quelli che non sono massoni). I nomi Boaz e Jachin erano anche i nomi delle colonne poste all’ingresso del tempio fatto costruire dal re Salomone, come si legge in 1 Re 7:21 e 2 Cronache 3:17. Come potete vedere, ci sono dei chiari riferimenti al tempio di Salomone, e questo perchè ogni tempio massonico rappresenta il tempio di Salomone.
La sala ha una volta azzurra cosparsa di stelle, ed è simbolicamente sostenuta da dodici colonne: sei a settentrione e sei a mezzogiorno, ognuna contraddistinta da un segno zodiacale. I dodici segni dello zodiaco sono sempre evidenziati nel Tempio massonico, con affreschi, ceramiche od impressioni sulle colonne collocate a settentrione e meridione. Genericamente i segni dello Zodiaco hanno lo scopo di ricordare ai Massoni le diverse tipologie umane, ognuna diversa da tutte le altre. Quindi essi sono un appello all’osservanza del principio della tolleranza, che come vedremo dopo è uno dei principi della Massoneria in teoria ma non nella pratica. Ovviamente i segni dello zodiaco presenti nel tempio massonico stanno ad indicare che l’astrologia è in qualche maniera parte integrante della Massoneria.
Al centro del Tempio (nella foto quattro templi massonici) c’è poi il mosaico, ossia il pavimento a riquadri bianchi e neri, che è simbolo della contrapposizione fra l’Io e l’Altro, fra Spirito e Materia, fra Vero e Falso, fra Bene e Male, fra Bello e Brutto.

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Foto: Alcuni templi massonici

Nel tempio massonico l’elemento centrale è l’Ara (o l’altare – vedi foto), che viene usata per sancire il patto di associazione tra l’adepto e l’Istituzione massonica (l’Apprendista per esempio giura fedeltà alla Massoneria inginocchiato presso l’altare). Sull’altare sono poste le tre ‘Luci Maggiori della Loggia’ (ovvero il Libro sacro o della Legge, e la Squadra e il Compasso).

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Foto: L’ara o altare

Nel Tempio c’è anche la raffigurazione della dea greca Atena (alla quale corrisponde la latina Minerva), che è collocata nei pressi del ‘Maestro Venerabile’ (che è colui che presiede, governa e rappresenta la loggia ed è eletto tra coloro che hanno il grado di Maestro), per evidenziarne la dote principale, cioè la ‘sapienza’. Costui nella loggia si pone in un luogo sacro che viene denominato Trono di Salomone.
A proposito del Maestro Venerabile, va detto che la sua autorità è considerata sacra ed inviolabile. Egli svolge gli atti rituali di sua competenza, esegue, con la collaborazione dei Dignitari e degli Ufficiali, le deliberazioni adottate dalla loggia, ed è responsabile dell’esecuzione delle deliberazioni degli Organi del Grande Oriente. Può essere eletto fra i massoni che abbiano non meno di tre anni di anzianità nel Grado di Maestro e che abbiano ricoperto una carica di dignitario per almeno un anno. Rimane in carica un anno, e può essere eletto tre volte consecutivamente. Alla scadenza del suo mandato, non può essere rieletto Maestro Venerabile nel triennio successivo, in nessuna Loggia.
Al centro della parete orientale del Tempio massonico, alle spalle del Maestro Venerabile, vicino alla scritta A.G.D.G.A.D.U. (che sta per ‘Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo’ e che nelle cosiddette Logge regolari è evidenziata nel Tempio, all’Oriente, intervallando lettere con tre puntini che formano un triangolo, A:.G:.D:.G:.A:. D:. U:.), c’è Il Delta Luminoso che è di norma illuminato (vedi foto). Albert Pike lo ha definito: ‘Un simbolo della luce della Ragione, data da Dio all’uomo, mediante la quale egli è capace di leggere nel grande Libro della Natura la storia del pensiero, la rivelazione degli attributi della Divinità’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 2, pag. 152 – 13° Cavaliere dell’Arco Reale di Salomone). É costituito da un triangolo equilatero, posizionato con il vertice in alto, con al suo centro la lettera ‘G’ che sta per God (Dio) – oppure Gnosi, Geometria, Generazione -, o il tetragramma ebraico o un occhio.
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Quando una Loggia massonica esclude dai Lavori rituali: a) il Libro Sacro posto sull’Ara massonica con sovrapposti Squadra e Compasso; b) l’evidenziazione nel Tempio della dedica dei Lavori ‘Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo’, è definita ‘una loggia irregolare’.
I rituali massonici prevedono che un massone – chiamato Copritore Esterno – stia fuori dalla porta della Loggia e, armato di una spada, tenga lontani eventuali ‘profani’ che intendessero entrare nel Tempio. Costui è chiamato anche Tegolatore (da tegolare = esaminare), in quanto ha anche il compito di verificare la regolarità dei massoni visitatori che richiedessero di accedere ai Lavori. Ciascuna loggia, quando operativa, deve essere ‘coperta’, ovvero con la porta custodita cosicché non entrino o presenzino alle riunioni persone che non siano massoni.
Le attività massoniche sono coperte dalla massima ‘segretezza’ perchè ogni massone ha il dovere di non rivelare all’esterno ciò che viene svolto nel tempio dalle logge riunite ritualmente. La segretezza è l’essenza della massoneria, necessaria alla sua stessa esistenza, ed è protetta da giuramenti che vengono amministrati al termine dell’iniziazione in tutti i gradi massonici. Questi giuramenti impongono all’iniziato di proteggere i segreti dei gradi. Questi giuramenti sono la pietra angolare della Massoneria.
I Massoni, qualunque sia il loro Grado e la loro funzione, sono sottoposti alla Giustizia Massonica, e vi restano soggetti anche se ‘in sonno’ o decaduti. Costituisce colpa massonica – dicono i massoni – l’inosservanza dei principi della Massoneria e delle norme della Costituzione e del Regolamento dell’Ordine. E’ colpa massonica: a) ogni contegno nei rapporti massonici contrario ai sentimenti di rispetto, di fraternità e di tolleranza; b) ogni azione contraria alla lealtà, all’onore od alla dignità della persona umana, ed ogni comportamento, nell’ambito della vita profana, che tradisca gli ideali dell’Istituzione. Il Regolamento dell’Ordine determina le sanzioni secondo la gravità della colpa.
Per entrare a far parte di una loggia bisogna essere uomini. Le donne sono ammesse solo nelle logge irregolari.
I Massoni si salutano con un abbraccio, che è triplice, ed è accompagnato da un bacio prima sulla guancia destra, poi sulla sinistra, poi ancora sulla destra. Poi hanno anche delle strette di mano particolari (nella foto), che fanno parte del sistema segreto dei loro ‘metodi di riconoscimento’.

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A proposito di metodi di riconoscimento, è bene sapere che i massoni possono anche comunicare di essere massoni senza che i non massoni attorno a loro se ne accorgano. Nel libro The Brotherhood; The Secret World of the Freemasons (La Fratellanza: Il Mondo Segreto dei Massoni) di Stephen Knight per esempio alla domanda ad un massone ex giudice dell’alta corte inglese: ‘Come può un massone far sapere in un tribunale (ossia mentre si trova davanti ad un giudice) che egli è un massone senza che i non Massoni presenti si rendano conto che egli stia facendo o dicendo qualcosa di strano?’ la risposta è stata la seguente: ‘Non sono libero di dirti queste cose perchè sono coperte dal nostro obbligo di segretezza. Ci sono certe parole, certe frasi, certi movimenti. Se tu non fossi un Massone non ci presteresti attenzione’ (pag. 159). Ma c’è dell’altro, i Massoni riescono a comunicare dei messaggi anche mentre rilasciano interviste alla televisione, senza che nessuno che non sia un massone se ne accorga: ne è la prova quello che è avvenuto durante una puntata del programma Satyricon dell’ 11 aprile 2001. Verso la fine dell’intervista fatta da Daniele Luttazzi a Giuliano Di Bernardo, ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Luttazzi gli chiede: ‘… c’è veramente una stretta di mano massonica segreta?’ e alla risposta del Di Bernardo: ‘Sì, è un modo per riconoscersi’, gli chiede: ‘Qual’è?’ e il Di Bernardo dice: ‘Io non posso dare una stretta di mano a tutti per sentire se sono in grado di rispondere: ho fatto alcuni segni e qualcuno ha risposto …’ e Luttazzi meravigliato gli dice: ‘Addirittura? …. Quindi ha fatto dei segni questa sera?’ e il suo interlocutore: ‘Ho fatto, ho fatto’ e Luttazzi dice: ‘O mamma mia, quindi anche a casa sono arrivati questi segni?’ e il Di Bernardo dice: ‘Io direi di sì’, e alla domanda di Luttazzi: ‘Sono dei messaggi segreti di cui devo avere paura? egli risponde: ‘No, messaggi di fratellanza!’ (video su Youtube: http://youtu.be/O1lYvFQ0woY). Ma per avere il quadro più chiaro e completo su questo aspetto della Massoneria leggi più avanti ‘Segnali massonici di riconoscimento’.
Ogni Massone è tenuto a versare una quota annuale chiamata ‘capitazione’, che il massone è tenuto a versare entro i tempi stabiliti o su richiesta del Tesoriere. Con questo atto ogni adepto contribuisce al sostegno finanziario dell’Istituzione massonica. I massoni che ricoprono cariche di Dignitari ed Ufficiali di Loggia, portano degli ornamenti chiamati ‘gioielli’, generalmente in metallo, distintivi delle loro specifiche cariche nella loggia.

I gradi

Innanzi tutto bisogna dire che per entrare nella Massoneria bisogna essere uomini ‘liberi e di buoni costumi’.
Essere libero significa ‘non schiavo di ristrettezze mentali, di pregiudizi e credenze, ma di mente aperta e tollerante, disposto quindi a ricercare attivamente ogni possibile fonte di conoscenza e di verità. Uomo dotato di un atteggiamento mentale imparziale, pronto a modificare idee precedenti ed a sperimentare, desideroso di passare dalle tenebre alla Luce.’ Ma significa anche che uno non deve avere problemi economici di sorta, per questo gli Statuti Generali della Libera Muratoria prevedono che ‘non può essere ammesso né conservato chi abbia esercitato o eserciti mestieri o impieghi servili, abietti e disonoranti’ (21), che tradotto nella pratica significa che non deve essere povero materialmente.
Di buoni costumi ‘significa uomo dotato di qualità fisiche, animiche e spirituali che non lo pone solo in armonia col mondo di relazione in cui vive ed opera, ma lo conduce a sviluppare quell’intelligenza intuitiva che porta a compiere il salto qualitativo da uomo determinato dall’ambizione e dall’egoismo a Uomo teso ad integrare la propria natura nel ritmo della Legge universale di Evoluzione ed Amore’. Inoltre va detto che nella Massoneria si entra per cooptazione. Cooptare significa ‘Chiamare qualcuno a far parte di un organo collegiale da parte degli stessi componenti il collegio’.
I Massoni si distinguono in tre gradi: Apprendista, Compagno di Mestiere (o d’Arte) e Maestro Massone. Questi gradi simbolici, o di prova, sono definiti la Massoneria Azzurra, per alludere a quella praticata in tutto il mondo, e quindi Universale, che è sotto l’egida e l’autorità delle Grandi Logge. Da questa Massoneria Azzurra, come vedremo poi, si può accedere ai ‘gradi alti’ della Massoneria, che sono il Rito Scozzese Antico e Accettato e il Rito di York, dove il Massone impara cosa è realmente la Massoneria. La maggior parte dei Massoni appartiene però alla Massoneria Azzurra, ecco perchè la maggior parte dei Massoni non conoscono cosa è realmente la Massoneria!
La Massoneria Azzurra in realtà viene usata per ingannare i Massoni, facendogli credere tramite di essa di conoscere la Massoneria quando in realtà non la conoscono. Il massone statunitense Albert Pike (1809-1891), che viene considerato da non pochi massoni ‘Il Platone della Massoneria’ o anche ‘Il Papa della Massoneria’, che era Massone di 33° grado del Rito Scozzese della Massoneria e che ha scritto La Morale ed il Dogma dell’Antico e Accettato Rito Scozzese (In inglese il titolo abbreviato è Morals and Dogma), che è per molti massoni una specie di Bibbia della massoneria mondiale – infatti ha affermato: ‘I gradi azzurri [ossia della Massoneria azzurra] non sono che il cortile esterno o il portico del Tempio. Parte dei simboli sono esposti là all’iniziato, ma egli viene intenzionalmente indotto in errore tramite false interpretazioni. Non è inteso che egli li debba capire; ma che egli immagini di capirli. La loro reale interpretazione è riservata agli Adepti, ai Principi della Massoneria’ (Albert Pike, Morals and Dogma, 1871, pag. 819 – 30° Cavaliere Kadosh – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md31.htm [Quando in una citazione metto il link alla versione inglese on line di Morals and Dogma vuol dire che ho preferito tradurre io quelle specifiche parole dalla versione inglese in quanto la versione ufficiale italiana – che comunque citerò spesso – in quella parte da me citata non mi soddisfava come era stata tradotta]), ed ancora: ‘La Massoneria, come tutte le Religioni, i Misteri, l’Ermetismo e l’Alchimia, nasconde i propri segreti a tutti tranne che agli Adepti e ai Saggi, o gli Eletti, e usa false spiegazioni ed erronee interpretazioni dei propri simboli, per indurre in errore coloro che meritano solo di essere indotti in errore, per nascondere loro la Verità, che essa chiama Luce, e per allontanarli da essa’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 104-105 – 3° Maestro Libero Muratore – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md04.htm). Come potete vedere, le parole di questo eminente Massone confermano che i Massoni imparano cosa è realmente la Massoneria, quando salgono agli alti gradi della Massoneria, che sono costituiti dal Rito Scozzese e dal Rito di York, perchè è qui che vengono loro rivelati i misteri della Massoneria che vengono astutamente tenuti nascosti ai Massoni dei primi tre gradi. L’ex massone Jim Shaw, convertitosi a Cristo, nel suo libro The Deadly Deception [L’Inganno Mortale] afferma che dopo essere diventato Maestro Massone, un massone gli disse: ‘Jim, tu devi proprio entrare nel Rito Scozzese, perchè tu non sai cosa realmente è la Massoneria fino a quando non ci entri. Il Rito Scozzese e i suoi 29 gradi ti apriranno veramente gli occhi’ (Jim Shaw & Tom McKenney, The Deadly Deception, Huntington House Inc, Lafayette, Louisiana, 1988, pag. 58). E difatti, fu proprio entrando nel Rito Scozzese che egli apprese i ‘misteri’ delle religioni pagane di Babilonia, dell’Egitto, della Grecia, della Persia e così via; perchè è su quelli che si basa la Massoneria.
Che sia così come ha detto Pike, lo conferma Henry C. Clausen (che fu il Gran Comandante Sovrano della Massoneria dell’Antico ed Accettato Rito Scozzese della Giurisdizione del sud degli Stati Uniti dal 1969 al 1985) in questa maniera: ‘E’ evidente che i tre gradi simbolici non possono rivelare tutti i segreti della Massoneria. Si tratta solo di un punto di partenza proprio come le prime tre regole di aritmetica precedono lo studio della matematica, e come poche note della nostra scala musicale sono origine per combinazioni che danno vita alla composizione dei maestri. Un iniziato può sperare di comprendere gli insegnamenti morali, i simboli e gli enigmi, ma la vera interpretazione di questi è riservata all’adepto più esperto. Questo perchè i primi tre gradi della Massoneria sono stati descritti come: «Colonne spezzate di un Tempio Druido nella loro rozza e mutilata grandezza». Ogni vero massone e studioso della Massoneria sa che nel Rito Scozzese può intravedere il simbolismo, le parabole e le allegorie, le grandi imprese, la conoscenza delle sublimi e profonde verità e filosofie che derivano dai saggi del passato attraverso i Misteri. Queste tradizioni ci fanno ritornare ai tempi più remoti, prima dell’alba della civiltà preistorica, e prima che le iscrizioni geroglifiche fossero scritte e tenute nascoste al riparo dalla profanazione nelle tombe e nei templi della Valle del Nilo. Questa antica saggezza, quale è insegnata nel Rito Scozzese, è la fonte perenne della Massoneria che scorre verso noi in un grande fiume da ogni parte del mondo’ (Sommario e Commento di Henry C. Clausen, in Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2011, Vol. 3, pag. 100 – 24° Principe del Tabernacolo). Tradotto nella pratica, significa che il Maestro Massone nel proseguire nel Rito Scozzese il suo ‘viaggio’ alla ricerca della verità e della luce, si immergerà in quell’oceano di insegnamenti falsi e rituali occulti costituito dalla magia, l’alchimia, le religioni misteriche e gnostiche, e la kabbalah, e per capire questo basta leggere attentamente Morals and Dogma; oceano che possiamo chiamare ‘oceano degli antichi misteri’ con il quale la Massoneria si identifica, perchè Pike afferma che ‘nonostante la Massoneria sia identica agli antichi Misteri, lo è solo in questo preciso senso, che presenta solo un’imperfetta immagine del loro splendore’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3, pag. 202 – 28° Cavaliere del Sole). Notate come Pike parli di splendore degli Antichi Misteri. E Foster Bailey conferma lo stretto legame tra Massoneria e Antichi Misteri, affermando che ‘lo studio delle realtà spirituali che si trovano nella Massoneria rivela che noi abbiamo perpetuato e sempre più attivato i principi essenziali delle antiche Scuole di Mistero che sono esistite sin dai tempi più antichi’ (Foster Bailey, The Spirit of Masonry, pag. 125)
Se dunque, il reale significato della Massoneria viene nascosto persino a tanti Massoni – precisamente a quelli appartenenti alla Massoneria Azzurra -, è inevitabile che esso venga nascosto anche ai non Massoni, cioè ai profani, e difatti gli scrittori Massoni nei loro libri cercano in tutte le maniere di tenerglielo nascosto usando espressioni fuorvianti e ambigue, o usando certe parole in una maniera che sembra vogliono dire una cosa ma in effetti ne vogliono dire un’altra, in altre parole praticando una sorta di disinformazione molto efficace. E questo lo posso attestare personalmente visto che ho letto alcuni libri di autori massoni. Non possono rivelare al pubblico certi loro insegnamenti esoterici ed occulti, perchè molti proverebbero disgusto, si spaventerebbero e non si interesserebbero più alla Massoneria. Quindi non credete ai Massoni quando negano pubblicamente di professare certe eresie, perchè è una loro vecchia tattica questa.
Ma torniamo alla Massoneria Azzurra. Nella Massoneria Azzurra i passaggi di Grado possono essere concessi quando il massone abbia dato segni di aver progredito nell’apprendimento dell’Arte Reale e della cultura Massonica, e decorso almeno un anno di vita massonica nel Grado. La Loggia, con domanda motivata al Gran Maestro, può chiedere eccezionalmente il nullaosta per l’abbreviazione dei termini di permanenza in uno dei primi due Gradi Simbolici ove il massone abbia dato particolare prova di maturità, di cultura massonica e di attaccamento alla Massoneria.

Apprendista

L’apprendista nella Loggia rappresenta il primo Grado della gerarchia massonica. Il candidato all’iniziazione al grado di Apprendista deve tra le altre cose: credere nell’esistenza di un Essere Supremo, e nell’immortalità dell’anima; sentire amore per l’Umanità, ed essere disposto ad acquisire e sviluppare lo spirito della tolleranza; essere sensibile ai problemi dell’uomo, essere consapevole della sua perfettibilità, ed essere disposto a lavorare per il bene e per l’evoluzione della società umana; essere uomo libero e disposto a inserirsi nella società per portarvi i principi fondanti della Massoneria che sono Libertà, Uguaglianza e Fratellanza; essere in grado di sostenere gli oneri richiesti dall’appartenenza all’Ordine; vivere ed operare nel rispetto delle leggi dello Stato in cui risiede.
Adesso spieghiamo per sommi capi come si svolge il rito dell’iniziazione al grado di Apprendista (ho trascritto solo quelle parti del rituale che ho ritenuto utile che voi conosciate):
Il candidato viene innanzi tutto portato in un’angusta camera oscura, chiamata il ‘gabinetto di riflessione’ dove incontra diversi simboli massonici (il teschio, il cappio, il sale, il pezzo di pane e il bicchiere d’acqua), dove deve meditare e scrivere il proprio testamento. Poi viene guidato al tempio, e ci viene portato spogliato dei suoi metalli, con la gamba destra scoperta, senza la scarpa al piede sinistro (sostituita da una pantofola), con una corda al collo, e con una benda nera sugli occhi, segni questi che hanno i seguenti significati: spogliato dei suoi metalli significa che gli viene chiesto di separarsi da tutti gli oggetti metallici che ha addosso, oggetti simboleggianti le ricchezze materiali, ma soprattutto i pregiudizi e le idee preconcette che possono ostacolare il suo cammino nella ricerca della verità; la gamba destra scoperta, sta a significare l’imperfezione della sua mente offuscata dagli errori, dai pregiudizi e dalle superstizioni; il piede sinistro scalzato significa ‘fedeltà e amore’, in quanto nel rito dell’iniziazione massonico, si chiede al futuro Apprendista un totale impegno e un cosciente sentimento di riverenza verso l’Ordine massonico a cui egli accorda la sua fiducia; la corda al collo simbolizza il cordone ombelicale che trattiene il bimbo alla sua matrice, nello sforzo supremo di venire alla Luce; tale corda sarà simbolicamente tagliata con la cerimonia dell’Iniziazione; la benda nera è il simbolo dell’ignoranza che rende il neofita incapace di capire e di muoversi in un ambiente caratterizzato dal simbolismo, qual è appunto il Tempio massonico. In merito agli occhi bendati, dice il massone Paolo Gastaldi, presidente dei maestri venerabili della Lombardia del Grande Oriente d’Italia: «Sono le tenebre che bisogna lasciare alle spalle. Entrare in Massoneria non significa iscriversi a un club, ma vuol dire stravolgere la propria vita e passare dalle tenebre alla luce» (Erasmo, Anno VIII, Numero 17-18, 15-31 Ottobre 2007, pag. 26).
Arrivato alla porta del Tempio, il Maestro Esperto gli fa battere ripetuti colpi disordinati e forti. Quando gli verrà permesso di entrare, il Maestro Venerabile, che è colui che dirige la loggia, gli chiede: ‘Profano, che cosa avete sugli occhi?’ e lui risponde ‘Una benda’, al che il Maestro gli dice: ‘La benda che copre i vostri occhi è il simbolo delle tenebre nelle quali si trova l’uomo, dominato dalle passioni e immerso nell’ignoranza e nella superstizione. La Libera Muratoria potrà aiutarvi a sciogliere codesta benda, ma prima dovrete dimostrarci la vostra buona volontà rispondendo lealmente alle domande che vi rivolgerò. Siete disposto?’.
Dopo che il candidato risponde ‘Sì’, il Maestro gli chiede: ‘Dichiarate sul vostro onore che venite a chiedere la Luce Massonica liberamente e spontaneamente, con disinteresse e spirito di sacrificio, per il vostro e per il nostro perfezionamento?’, e il Profano risponde: ‘Lo dichiaro sul mio onore’.
Poi il Maestro Venerabile, invita a far avvicinare il profano (o candidato), e comanda al Maestro delle Cerimonie di portare la ‘Coppa dei Giuramenti’. Fatto avvicinare, viene invitato a mettersi la mano destra sul cuore rimanendo in piedi, e allora il Maestro delle Cerimonie arriva portando la Coppa dei Giuramenti che viene data al Profano affinché la beva (beve acqua dolce). Poi il Maestro Venerabile gli dice: ‘Profano, pronunciate con me questo giuramento: “io mi impegno sul mio onore al silenzio più assoluto su tutti i particolari relativi alle prove che sto per subire”. … Profano, dovete conoscere tutta l’importanza di un giuramento. Se voi mancaste alla parola così solennemente data…. Bevete!’ Gli viene fatta bere l’acqua, alla quale è stata aggiunta una sostanza amara, e allora il Maestro Venerabile dice: ‘Che questo liquido, che da dolce è diventato amaro, sia per voi il simbolo dell’amarezza e dei rimorsi dai quali sarebbe invaso il vostro cuore se lo spergiuro vi avesse sfiorato le labbra’.
Poi l’Oratore legge la seguente formula di giuramento: ‘Io … liberamente e spontaneamente, con pieno e profondo convincimento dell’anima, con assoluta ed irremovibile volontà, alla presenza del Grande Architetto dell’universo, prometto e giuro di non palesare giammai i segreti della Libera Massoneria, di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato; prometto e giuro di prestare aiuto ed assistenza a tutti i Fratelli Liberi Muratori sparsi su tutta la superficie della Terra; prometto e giuro di consacrare tutta la mia esistenza al bene ed al progresso della Patria, al bene ed al progresso di tutta l’Umanità; prometto e giuro di adempiere ed eseguire le Leggi, i Regolamenti e le disposizioni tutte dell’Ordine e di portare ossequio ed obbedienza alla Suprema Autorità ed a quanti sono miei superiori; prometto e giuro di mantenermi e conservarmi sempre onesto, solerte e benemerito cittadino, rispettando le Leggi dello Stato, amico, membro della mia famiglia e Massone, per abbattere sempre il vizio e propugnare la virtù; prometto e giuro di non attentare all’Onore delle famiglie dei miei Fratelli; finalmente giuro di non appartenere ad alcuna Società che sia in urto o in opposizione con la Libera Muratoria’. Il Maestro Venerabile allora chiede al candidato se è disposto a prestare giuramento. Il candidato risponde ‘Sì’. Poi gli viene tolta la benda dagli occhi. Dopodiché il candidato ripete con il Maestro Venerabile la formula del giuramento (mentre il candidato è inginocchiato su un ginocchio davanti all’altare, con la mano destra aperta sulla Squadra e Compasso che si trovano sopra il Libro della Legge Sacra) [1]. Ciò fatto, il Maestro Venerabile impugna la spada fiammeggiante e la impone sul capo del candidato e dice: ‘Alla gloria del Grande Architetto dell’Universo, in nome della Massoneria Universale e sotto gli auspici della [nome della Loggia], per i poteri a me conferiti, ti inizio, ti costituisco, ti creo apprendista libero muratore’. A questo punto, il Maestro Venerabile porge la mano all’Iniziato, lo fa alzare, gli dà il triplice bacio, iniziando dalla guancia sinistra, e gli dice: ‘Tu sei mio Fratello’. Ora il candidato è legato alla Massoneria da un potente legame spirituale, di natura diabolica, perchè di fatto, come vedremo dopo, egli stringe un patto con il diavolo.

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Foto: Il candidato che presta giuramento per diventare Apprendista

Nel Tempio ogni Apprendista prende posto lungo la Colonna ‘J’, posta a settentrione, e si trova sotto la guida, la tutela e la vigilanza del Secondo Sorvegliante della Loggia. Suoi strumenti di lavoro sono il Maglietto e lo Scalpello, indispensabili per squadrare la pietra grezza, compito fondamentale dell’Apprendista espresso simbolicamente. In Loggia l’apprendista deve osservare il silenzio più assoluto, e non ha alcun diritto alla parola.
Infine c’è da tenere presente questa cosa che riguarda l’iniziazione alla Massoneria, e cioè che secondo i massoni, una volta che uno diventa massone ci rimane per tutta la vita. Giuliano Di Bernardo ha affermato infatti: ‘Quando si diventa massoni attraverso una iniziazione, si resta massoni per tutto il resto della propria vita […..] anche se si diventa nemici della massoneria, ecco, si resta sempre massoni perchè si è ricevuta l’iniziazione, e l’iniziazione è un atto sacro’ (dall’intervista fattagli da Daniele Luttazzi durante la puntata della trasmissione Satyricon andata in onda su Rai 2 l’11 Aprile 2001 – video su Youtube: http://youtu.be/AGY3MQ1OUK8).

[1] I giuramenti che si fanno nella Massoneria per accedere a qualsiasi grado sono giuramenti in cui si giura di fare o non fare qualcosa pena orribili punizioni corporali. Vedi nel capitolo 6 la parte dove parlo dei giuramenti.

Il racconto personale di una iniziazione alla Massoneria

Quella che leggerete adesso è l’iniziazione alla Massoneria dell’autore del romanzo Massone per caso – ispirato da una storia vera -:
‘All’ingresso fui bendato e guidato in una stanza tetra e quivi sbendato. Il mio accompagnatore era incappucciato. Mi fu detto che stavo per morire e che dovevo scrivere il mio testamento. Prima di abbandonarmi a me stesso nella riflessione funebre mi furono tolti i miei averi e tutti i metalli che avevo indosso. Ciò doveva stare a significare che mi sarei dovuto accostare alla nuova vita spogliato di tutte le cose superficiali e altere del mio essere nudo e puro.
La stanza in cui mi trovavo era piccola, soffocante e dava il senso di una bara. Ero circondato da frasi minacciose sui muri, da teschi, scritte in latino e simboli occulti che mi ammonivano. Mi accorsi che nulla era casuali nelle disposizioni degli oggetti e dei moniti. Fui in grado di intuire che ogni elemento rifletteva un ordine studiato e risalente ad ataviche età. Il teschio davanti a me mi adduceva che stavo per morire ma erano invero presenti una clessidra, a vestigia che il tempo mi rendeva consunto e subito il sale e il pane, il gallo, segni serafici di quel simbolismo a me tanto caro. Innanzi a me il foglio ceruleo nel quale avrei dovuto, nel silenzio ramingo di quell’atmosfera funebre, porre le mie ultime espressioni.
Il testamento prevedeva tre domande: i miei doveri verso me stesso, verso l’umanità e verso la patria.
Di me stesso scrissi di essere in dovere di servire sempre la causa della verità, oltre la vita stessa se necessario, e di ricercarla in ogni sua espressione: dalle più calibrate architetture della ragione alle più evanescenti forme dei sensi e dell’esperienza, poichè la conoscenza si nasconde nell’illusione dei sensi e la verità nella menzogna come il sole si nasconde nella luna.
Dell’umanità scrissi di far sempre bandiera la lotta contro il dogmatismo e il pregiudizio per farmi guida verso un più elevato perfezionamento dell’uomo.
Indugiai invece sui miei doveri verso la patria. Scrissi di getto la formula secondo la quale la mia patria è ogni terra ove rifulga la luce della verità e della ragione e mio connazionale ogni uomo che ricerchi la verità.
Il tempo passava interminabile ed io continuavo ad attardarmi in quella stanza in penombra che faceva da sigillo alla mia morte, la morte che avrebbe dovuto condurmi ad una vita più nobile.
Osservavo i simboli occulti alle pareti, le vestigia di un sapere antico e misterioso, e mi domandavo se sarei stato all’altezza della prova.
Infine vennero a prelevarmi e tornarono a bendarmi.
Fui messo seminudo e seco tratto verso l’altare del gran maestro che mi impose di giurare fedeltà all’ordine sotto veementi formule di sbudellamento in caso di tradimento. Mi misero un cappio al collo. Probabilmente, pensai, la corda doveva in qualche modo simboleggiare, attraverso la morte per impiccagione, la separazione dell’anima dalla mente, del cervello dallo spirito. Il cappio infatti soffoca, toglie l’aria, e, nel mondo dei simboli, l’aria è l’araldo del pensiero, della mente, contrapposta al cuore. Ero, nonostante la forte emozione, fiero di me. Procedevo di petto verso le prove, sebbene in fibrillazione evidente.
Fui quindi sottoposto a prove di purificazione attraverso i quattro elementi ed altri giuramenti. Mi purificarono con l’acqua e mi battezzarono con il fuoco.
Udivo rumori spettrali e musiche ululanti. Per comprovare la mia fedeltà all’Obbedienza dovetti sottostare ad una prova, che, almeno nella sua atmosfera, risultava a suo modo terribile. Mi fecero bere un intruglio che pareva veleno dato il suo sapore arcigno ed esiziale. – Ecco cosa ti aspetta se tradirai il nostro Ordine! – Roboava una voce proterva e imponente. Ammetto che mi trasalì l’agitazione.
– Sei pronto a vedere la luce?- Sì – dissi urlando
Mi tolsero la benda e li vidi disposti in cerchio attorno a me incappucciati, con le punte delle spade puntate dritte verso il mio cuore e in atto di colpirmi da un momento all’altro. L’estremo ed ultimo giuramento mi consacrò finalmente massone ed al mio ultimo Sì, tolsero il cappuccio. Il Maestro venerabile venne da me e mi consacrò membro dell’Ordine degli antichi e liberi accettati muratori.
Fui di spada, secondo la tradizione cavalleresca, iniziato all’ordine della massoneria.
Ce l’avevo fatta. Morendo ero nato a nuova vita, ed essendo, almeno simbolicamente, tutti morti, avevamo egual diritti ed eguaglianza gli uni agli altri; o almeno così si professava.
Quando tolsero i cappucci con mia sorpresa riconobbi persone che già conoscevo, lì, nel tempio di Salomone, in piena Udine. Mi invitarono a sedermi in attesa del termine dei lavori’ (Emilio Francesco Graaz, Massone per caso, Audax Editrice, Udine 2011, pag. 29-31).

Compagno d’Arte

Il secondo grado della gerarchia massonica è rappresentato dal Compagno d’Arte.
Per essere promosso Compagno d’Arte, l’Apprendista Libero Muratore dev’essere in grado di certificare d’aver ormai fatto il suo tempo, essendosi privato dell’influenza dei ‘metalli’, e che il suo Tutore (il Secondo Sorvegliante) sia soddisfatto di lui per i progressi acquisiti. Deve soprattutto aver dato prova di applicazione, di zelo e di ardore nel Lavoro della massoneria.
Anche nel rito d’iniziazione al secondo grado viene richiesto un giuramento al candidato che è il seguente: ‘Io sottoscritto …. sul mio onore ed in piena coscienza, giuro solennemente di non rivelare i segreti che mi verranno confidati né ai Fratelli Apprendisti, né tantomeno ai profani. Giuro di eseguire gli Statuti Generali dell’Ordine e di consacrarmi con tutte le mie forze alla difesa della Patria e dell’Umanità, alla diffusione dei Principi della Libera Muratoria, ed alla loro incarnazione in ogni svolgimento della vita profana. Giuro, Giuro, Giuro!’
Il Compagno d’Arte ha diritto di parola. Quando l’Apprendista viene elevato a Compagno d’Arte si dice che passa dalla Perpendicolare alla Livella il che significa che ‘egli, dopo aver approfondito gli elementi della conoscenza, diventa capace di considerarli nelle loro molteplici relazioni con l’universo’.

Maestro Massone

Il terzo grado della Massoneria è il Maestro Massone, che è ‘colui che è potenzialmente riuscito ad assimilare tutti i segreti dell’Arte Reale’. Fu introdotto nella Massoneria inglese solo a partire dal 1733. Fino ad allora esistevano infatti due soli gradi, ovvero quello d’Apprendista e quello di Compagno d’Arte. La Maestria rappresenta ritualmente e simbolicamente l’iniziazione massonica definitiva. Il titolo di Maestro era prima di allora riservato unicamente al Compagno eletto alla conduzione della Loggia, l’attuale Maestro Venerabile.
Attraverso il rituale di iniziazione di un Compagno d’Arte a Maestro Massone, risorge Hiram Abif con il cui assassinio (avvenuto per opera di tre Compagni d’Arte perchè Hiram si era rifiutato di rivelare loro la parola segreta del Maestro Massone che loro volevano estorcergli per poter avere un immeritato salario superiore, cioè quello riservato ai Maestri) la parola segreta del Maestro Massone era andata perduta. Questo rituale di iniziazione che è di fondamentale importanza nella Massoneria dei primi tre gradi, è un rituale piuttosto lungo e complesso, e quindi vi accenno solo alcuni dei suoi momenti più significativi.
Innanzi tutto va detto che la loggia è decorata a lutto, e i maglietti del Maestro Venerabile e dei Sorveglianti sono ricoperti di stoffa nera, e questo perchè si deve assistere all’uccisione di Hiram (rappresentato nell’occasione dal Candidato) e alla sua sepoltura. In mezzo al Tempio c’è inoltre una bara coperta da un drappo mortuario con sopra un ramo di acacia, che nella massoneria simboleggia l’immortalità e che nella leggenda di Hiram servì a riconoscere il luogo di sepoltura di Hiram: la leggenda infatti racconta che la salma di Hiram era stata seppellita in una foresta, dove il tumulo era stato contrassegnato con un ramo d’acacia, e quando poi il re Salomone mandò a cercare Hiram la sua tomba fu identificata grazie al ramo d’acacia. Il Candidato a Maestro Massone indossa il Grembiule di Compagno d’Arte ed è senza guanti. Durante il rituale di iniziazione, che avviene in un’atmosfera a dire poco tetra, avviene ad un certo punto che tre massoni (che interpretano i tre assassini di Hiram) colpiscono il Candidato con alcuni strumenti di lavoro. Posto dentro la bara, Hiram viene poi ‘fatto rivivere’ dal Maestro Venerabile, che, postosi ai piedi della Bara, prende, con il Toccamento ad Artiglio da Maestro (si tratta di una particolare presa massonica con la mano chiamata in inglese ‘The Lion’s Paw’ ossia ‘La Presa del Leone’), la mano destra del Candidato e lo tira a sé. A questo punto due massoni (i due sorveglianti) aiutano il Candidato a mettersi seduto nella Bara. Allora il Maestro Venerabile gli passa la mano sinistra dietro il collo e, aiutato dai due sorveglianti, lo rialza e lo fa uscire dalla Bara. Ecco dunque che viene intonata una musica trionfale, perchè Hiram è ritornato in vita! E così il Maestro Venerabile afferma: ‘Eccoti, Maestro, risorto tra noi!’ E i segni a lutto con cui è decorata la sala, vengono rimossi, e un massone va ad accendere tutte le luci, e tutti i massoni lasciano le insegne a lutto.
A questo punto il Maestro Venerabile afferma: ‘Fratello … ti rivelerò ora i cinque punti della Maestria!’ 1) Con la mano ad artiglio, impugna la destra del Candidato e dice: “Mano con mano”: ti riconosco e saluto come Fratello. 2) Ponendo il piede destro a contatto con la parte interna del piede destro del Candidato: “Piede con piede”: prometto di sostenerti in ogni tua legittima impresa. 3) Unendo il ginocchio destro con il ginocchio destro del Candidato: “Ginocchio con ginocchio”: ti darò appoggio nelle tue necessità. 4) Avvicinando il proprio petto al petto del Candidato: “Petto a petto”: custodirò i segreti che vorrai affidarmi. 5) Mettendo la mano sinistra sulla spalla destra del Candidato: “Spalla con spalla”: ti abbraccio. Io difenderò e custodirò il tuo carattere, tu presente o assente.
E in questa posizione, il Maestro Venerabile sussurra all’orecchio del Candidato: ‘Eccoti la Parola Sacra dei Maestri: Ma-ha-bone’ (sarebbe la parola che i massoni dicono sostituisce la parola perduta e che deve essere usata fino a che non sarà ritrovata la Parola Perduta [1]). Ripeti. E poi il Maestro Venerabile dice: ‘Maestri esultate! Hiram è rinato nel nuovo Maestro…’, e il primo Sorvegliante afferma: ‘La Parola Sacra è ritrovata!’, mentre il secondo: ‘Luce è tornata a splendere nel Tempio!’
Dopodiché, il Maestro Venerabile fa leggere al Maestro Massone il giuramento che lo impegnerà fino alla morte, che è il seguente: ‘Io, …, di mia libera e spontanea volontà, in presenza del Grande Architetto dell’universo e di tutti i Maestri qui riuniti, e in faccia a tutti i Liberi Muratori sparsi sul Globo, prendo sul mio onore e sulla mia coscienza solenne Giuramento di compiere fedelmente e con zelo gli obblighi imposti dal Grado di Maestro che sta per essermi conferito; di praticare sempre ed in tutto i principi massonici; di amare e cercare la verità; di odiare e fuggire la menzogna. Prometto e Giuro di svolgere la mia attività intellettuale e la mia azione incessante di propaganda massonica per il bene della mia Patria e dell’Umanità, con l’aspirazione alla Fratellanza Universale degli Uomini e dei Popoli. Prometto e Giuro amicizia ed attaccamento a tutti i miei Fratelli, a tutti i Figli della Vedova, e mi impegno a soccorrerli anche con l’inevitabile pericolo della mia vita. Prometto e Giuro di non rivelare a nessuno i segreti che mi fossero confidati, di istruirmi e di sollevare il mio spirito e di fortificare la mia ragione, perché tutte le mie facoltà siano quind’innanzi sacre alla gloria ed alla potenza dell’Ordine. Se mancassi a questo Giuramento che io sia disonorato per sempre, severamente punito, e privato della società della gente onesta.’

[1] Questa parte del rituale è veramente assurda perchè non si capisce il bisogno di una parola sostitutiva per quella originale perduta visto che Hiram conosceva quella originale, per cui una volta che Salomone ‘fece tornare in vita’ Hiram bastava che chiedesse a Hiram qual’era la parola sacra originale. Non vi pare?

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Foto:Fasi del rituale d’iniziazione a Maestro Massone

Ufficiali di Loggia

La Massoneria impiega l’espressione ‘Ufficiali di Loggia’ per definire i Massoni che celebrano un ufficio o che prestano un servizio ricoprendo cariche nell’ambito della Loggia. In base ad un Dizionario Massonico, sono considerati Ufficiali di Loggia:
l’Archivista (contrassegno: due Colonne, siede a fianco del Segretario); • il Guardasigilli (siede a fianco dell’Archivista); • il Primo Esperto (una spada, siede con le spalle appoggiate al seggio del Segretario); • Il Primo ed il Secondo Diacono (una colomba, entrambi sono muniti di verga, il Primo siede alla destra del Maestro Venerabile, il secondo alla destra del Primo Sorvegliante); • il Portastendardo (siede alla testa della Colonna del meridione); • l’Araldo o Portaspada (siede in testa alla Colonna del settentrione); • il primo Architetto (munito di Misura, siede accanto al Portastendardo); • l’Architetto Revisore (munito di Compasso, siede accanto al primo Architetto); • l’Economo (siede accanto al Tesoriere); • il Maestro di Casa (Cornucopia, siede accanto all’Economo); • l’Elemosiniere (corona d’Acacia, siede accanto all’Araldo); • l’Ospitaliere (un calice, siede accanto all’Elemosiniere); • il Copritore Interno (due chiavi incrociate, siede accanto al Secondo Diacono). Inoltre vi sono • l’Esperto Tegolatore, • il Copritore Esterno, • il Fratello Terribile, • quello Preparatore, • il Sacrificatore ed • il Censore. Nella Loggia è consentita la nomina di un Oratore Aggiunto, di un Segretario Aggiunto e di Ufficiali Aggiunti. Gli Uffici sono cumulabili, tranne quelli dei Dignitari. Sono Dignitari di Loggia: il Primo Sorvegliante; il Secondo Sorvegliante, l’Oratore; il Tesoriere ed il Segretario. I Dignitari e gli Ufficiali Loggia coadiuvano il Maestro Venerabile nella conduzione della Loggia.

Simboli e linguaggio

La Massoneria fa largo uso di simboli, che sono l’essenza stessa della Massoneria, infatti il massone Pierre Mariel, nell’opera Gli autentici figli della Luce, afferma: ‘Il Simbolo è l’essenza stessa, la ragione d’essere della Massoneria. Ciò che è visibile è il riflesso di ciò che è invisibile. Ora, se noialtri Massoni ci esprimiamo mediante i simboli, ciò non è dovuto a un desiderio di distinguersi dagli altri uomini, ma bensì in base a una necessità che scaturisce dallo stesso configurarsi delle conoscenze. Il simbolo dunque, non è destinato a nascondere la verità. Il suo scopo è invece quello di selezionare coloro che, integrandosi a esso, si mostrano degni di accedere alla Realtà ultima’ (Christian Jacq, La Massoneria: storia e iniziazione, pag. 227). Ed il significato dei simboli è il grande segreto della Massoneria, come disse Andrew Michael Ramsay (1686-1743): ‘Noi possediamo dei segreti, segreti che consistono in segni grafici e in parole sacre e che compongono un linguaggio tanto muto quanto eloquente, grazie al quale possiamo dialogare a distanza e riconoscere di primo acchito i nostri Confratelli, quale che sia la loro lingua’ (citato in Ibid., pag. 227).
In relazione ai due primi gradi della Massoneria, ci sono due simboli molto importanti nella Massoneria, che sono la pietra grezza e quella cubica.
La Pietra Grezza, che ha a che fare con l’allegoria della costruzione del Tempio dell’Umanità, alla cui edificazione si dedicano tutti i Massoni, ‘simboleggia l’uomo nel suo stato rude ed incolto, caratterizzato dai vizi e dalle molte passioni che ogni Libero Muratore deve imparare a dominare. La pietra grezza simboleggia soprattutto il neofita, che non può essere utilizzato fino a quando, diventato Apprendista, la sua preparazione intellettuale e morale non abbia raggiunto un grado nella scala del perfezionamento sufficiente a fargli guadagnare la patente di affidabilità. La pietra grezza dovrà essere squadrata quel tanto che è necessario a consentirne l’impiego con le altre. Al massone viene continuamente ricordato che egli è pietra grezza che dev’essere levigata per ricavarne una ben definita personalità, richiesta dalle Leggi geometriche dell’architettura dell’Umanità. La pietra grezza dev’essere portata ad una forma più prossima possibile al cubo perfetto, va cioè trasformata dall’Apprendista in Pietra Cubica, che è caratteristica del Grado massonico superiore di Compagno d’Arte’.
La Pietra Cubica rappresenta invece ‘la pietra perfetta, in cui tutte le dimensioni sono tra loro uguali. Simboleggia l’uomo che, operando su sé stesso, ha superato le sue condizioni primordiali attraverso l’eliminazione sistematica e graduale, iniziaticamente pilotata, delle imperfezioni da cui era costituito. La regolarità dei nuovi elementi costitutivi conseguiti è proporzionale all’abilità ed alla diligenza di ogni singolo Artefice, messe in atto nel corso della lavorazione della sua Pietra Grezza. Quanto di purificato ed istruito si è strettamente collegato ed amalgamato nell’Apprendista Libero Muratore, si manifesterà nella sua realtà nel Compagno d’Arte, dentro e fuori della Loggia. Generalmente nel Tempio massonico la pietra cubica viene rappresentata da un Cubo di pietra posto al fianco settentrionale dell’Ara, sormontato da una piramide dalle facciate a triangoli equilateri, onde evidenziarne la perfezione costruttiva’.
Un altro simbolo massonico è la Squadra e il Compasso, disposti a formare un quadrilatero. La squadra viene detto che rappresenta la materia, ed il compasso lo spirito o la mente; od ancora viene detto che la squadra rappresenta ‘il mondo del concreto, o la misura della realtà oggettiva, mentre il compasso rappresenta l’astrazione, o giudizio soggettivo’, e così via. La squadra e il compasso sono mostrati a tutte le riunioni massoniche, assieme al Libro della Legge Sacra aperto. Considerando che il libro della Legge Sacra può variare nelle logge, e quindi ci sono Logge dove non viene posta la Bibbia, mentre la squadra e il compasso devono essere presenti in ogni loggia, essi hanno una importanza superiore alla Bibbia! La squadra e il compasso infatti simboleggiano le due grandi luci in cui devono camminare i Massoni. Il significato reale però di queste due luci è questo: la Squadra rappresenta il principio generativo femminile (e quindi il principio passivo), mentre il Compasso rappresenta il principio generativo maschile (e quindi il principio attivo). E difatti Albert Pike, parlando di un simbolo ermetico che apparve una prima volta nell’Athos Philosophorum di Basilio Valentino stampato a Francoforte nel 1613, ha affermato: ‘La figura maschile tiene nella mano il compasso che rappresenta il principio generativo dell’uomo, mentre la figura femminile sorregge la squadra quale simbolo della procreazione della donna’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione Italiana, Vol. 3, pag. 280 – 32° Sublimi Principi del Real Segreto), e poi dice: ‘Il Compasso perciò è il simbolo ermetico della Deità creativa e la Squadra della Terra feconda’ (Ibid., pag. 281); e questo perchè alla base della Massoneria c’è il culto fallico! Ed è così importante questo simbolo per la Massoneria, che Pike dice ai massoni del 32° che ‘tutti i simboli, sia per gli Apprendisti che per i Maestri, per i Cavalieri e per i Principi, sono riconducibili al Compasso e alla Squadra’ (Ibid., pag. 284).
Abbiamo poi il Maglietto e lo Scalpello. ‘Il Maglietto rappresenta la forza di volontà, la ferrea determinazione ad agire per il bene, secondo quanto dettato da Virtù e Coscienza; lo Scalpello prefigura il Discernimento, cioè la capacità di distinguere le parti utili della pietra, essenziali alla costruzione, da quelle inutili. La combinazione della forza di volontà e della capacità di discernimento produce il graduale perfezionamento dei pezzi dell’opera. Così, se il Maglietto esprime la volontà di agire, lo Scalpello simboleggia la conoscenza di ciò che deve esser fatto, di contro a ciò che deve essere evitato. In ultima analisi, i due strumenti segnalano la necessità di combinare azione e pensiero’.
La Cazzuola, che è lo strumento del Muratore che serve a stendere la calce che connette le pietre, ‘simboleggia la beneficenza, ossia la volontà di soccorrere chi è nel bisogno. Esprime così la bontà attiva, la carità, ovvero quella buona volontà dovuta al genere umano’.
Il Regolo rappresenta ‘la perfezione e l’ordine che risultano dall’azione giusta ed equilibrata. Allude alla necessità di impostare confronti costruttivi sulla base di parametri stabili e regole stipulate e condivise’. Simboleggia anche le ’24 ore del giorno, una parte delle quali deve essere dedicata al pensiero, mentre un’altra parte deve essere impiegata lavorando, riposando, ed anche aiutando fraternamente chi ne ha bisogno’.
La Livella, che ‘simboleggia l’uguaglianza sociale, base del diritto naturale, l’equità nella valutazione degli uomini, delle cose e degli eventi, che debbono essere considerati e meditati nella loro sostanza e mai secondo le loro forme ed apparenze. La Livella insegna che la conoscenza dev’essere rapportata al piano terrestre, il cui livello è unico, che interessa direttamente l’uomo, e rappresenta il corretto impiego delle conoscenze acquisite’.

massoneria-simboli

Foto (da sinistra a destra): Pietra grezza e levigata, Squadra e Compasso, Scalpello e Maglietto, Cazzuola, Regolo, Filo a piombo e livella.

L’acacia è un simbolo particolarmente importante nella Massoneria, nel rituale d’iniziazione (od elevazione) al Grado di Maestro Massone. Infatti l’acacia fa parte della leggenda di Hiram in quanto si dice che servì a individuare la tomba in cui era stato sepolto Hiram. L’acacia è anche considerata emblema della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane; ecco perchè secondo i Masonic Catechisms del secolo XVIII il nome del Maestro Massone è ‘Cassia’, ovvero quello della pianta sostituita all’acacia nei rituali inglesi dell’epoca e nelle Costituzioni di Anderson del 1738, in quanto il Maestro Massone è l’essere divenuto cosciente del fatto che tutti i segreti sono in lui; è l’uomo rigenerato, che vivendo in stretta obbedienza agli obblighi e ai precetti massonici è libero dal peccato!
acacia

Nella Massoneria, il triangolo è uno dei simboli più importanti. In un Dizionario massonico si legge a proposito del triangolo: ‘Come simbolo massonico, è presente nel Tempio sotto la denominazione di Delta Luminoso [….] Nell’ambito massonico il T. va interpretato soprattutto come vettore direzionale, nella cui verticalità apicale simboleggia il Lavoro, la dynamis, rivolto alla gloria del G.A.D.U.’ che sarebbe il Grande Architetto dell’Universo. I tre lati del triangolo stanno ad indicare i tre principi fondamentali della Massoneria che sono Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, come anche i tre gradi della Massoneria Azzurra che sono Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro Massone. Il triangolo lo si trova all’interno del tempio massonico (è il Delta Luminoso all’interno del quale si trova l’occhio ‘onniveggente’ o la lettera G), sui grembiuli (con un triangolo capovolto), ed anche all’esterno di tanti templi massonici (vedi le tre foto). Ma la forma del triangolo si trova in tanti altri ambiti massonici, tra cui i segnali di riconoscimento.
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Altro simbolo massonico importante è il pentagramma o pentalfa massonico (la stella a cinque punte, che si vede nelle due foto a seguire). In queste foto vedete quello presente nella Freemason’s Hall di Londra, che è il quartiere generale della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, e poi uno presente sul pavimento di una loggia massonica. Secondo la Massoneria, la stella a cinque punte che, sotto forma di PENTALFA FIAMMEGGIANTE, arde – nella Camera di Compagno – all’oriente di tutte le Logge Massoniche, è l’astro che indica la via ai Compagni Liberi Muratori; è la stella a cui quotidianamente si rivolgono per avere sicuro orientamento nella lenta ascesa. E come vedremo meglio in seguito, questa stella non è altro che Satana, che loro chiamano Lucifero, che secondo loro è il portatore di luce (di quella massonica ovviamente) nonchè di libertà, quella secondo la carne naturalmente, in quanto il pentalfa ‘è il significativo emblema della Libertà’ (Albert Pike, Morals and Dogma, Edizione italiana, Vol. 1, pag. 38 – 1° Apprendista) e dato che per i Massoni il diavolo ‘è lo strumento della Libertà’ (Ibid., pag. 143 – 3° Maestro Massone), è evidente il significato diabolico del pentalfa.
pentalfa-pentagramma-massoneria

I massoni indossano dei grembiuli (vedi foto). Il grembiule è composto da tre parti: una base quadrata, una bavetta triangolare e una cintura. Gli Apprendisti e i Compagni indossano grembiuli in pelle o di raso bianchi, senza decori. I Maestri hanno invece un grembiule bordato di rosso (o di azzurro o di verde, in certe obbedienze) ornato variamente. Il compito del grembiule sarebbe quello di proteggere i massoni durante il loro lavoro, non consentendo che si possano ferire con le schegge che si distaccano dalla loro pietra grezza. I frantumi sono le loro difficoltà umane, pronte a far sentire maggiormente il loro peso proprio quando cercano di sbarazzarsi di esse.
grembiuli-massonici

Quando i massoni prendono la parola in loggia, si pongono in piedi e prima di parlare fanno il ‘gesto dell’Ordine’, che è obbligatorio nel Tempio quando si abbandona la posizione di seduti. Il segno dell’Ordine lo fanno in questa maniera: collocano la mano destra al livello della gola, l’avambraccio orizzontale, il pollice teso a formare una squadra, e subito passano rapidamente la mano da un lato all’altro della gola, come se si tagliasse il collo, lasciando poi cadere il braccio sul fianco. Il significato di questo segno è che il massone preferirà avere la gola tagliata, piuttosto che rivelare i segreti che gli sono stati trasmessi.

gesto-ordine
Foto: Questi sono dei fotogrammi tratti da un video presente su YouTube (http://youtu.be/eOyz_LPJjPo) ripreso segretamente da un massone durante i lavori in una loggia massonica in Turchia. Notate la posizione della mano e del braccio prima e dopo.

Al termine di ogni riunione massonica nel tempio, i massoni si sfilano i guanti bianchi (che servono a ricordare al Massone che le sue mani devono essere ‘senza macchia’) che hanno indossato sino a quel momento e formano una ‘catena d’unione’ che rappresenta la fraterna unione che lega tutti gli iniziati sparsi sulla superficie della terra.
Tra gli elementi caratteristici, indicativi dell’esoterismo massonico, vi sono i segni di riconoscimento e la parola di riconoscimento del libero muratore.
I massoni quando usano il termine ‘profano’ si riferiscono a colui che non appartiene alla ‘fratellanza massonica’.
Quando i massoni usano l’espressione ‘essere quadrato’, vogliono dire che un massone ha raggiunto un particolare livello di consapevolezza nell’arte libero muratoria. In altre parole, il profano che viene iniziato nella loggia massonica è nello stato di ‘pietra grezza’, e con il tempo tramite il lavoro massonico di affinamento tenderà a raggiungere, quadrandosi appunto, lo stato di ‘pietra cubica’, divenendo così persona affidabile, di riferimento e sostegno per gli altri fratelli. Ogni pietra cubica costituisce un mattone che edifica il Tempio morale ed ideale della massoneria.
Quando i massoni usano l’espressione ‘incontrarsi sulla livella’, vogliono dire che in loggia ci si ritrova senza tener conto delle differenze sociali, economiche, religiose o culturali.
Altra espressione comune ai massoni è la formula adoperata per il brindisi delle loro agapi rituali, che si conclude con il grido ‘fuoco!’
‘Al coperto’ è un’espressione massonica rituale impiegata per indicare che i Lavori nel Tempio sono svolti al riparo da ogni sguardo profano. ‘Essere coperto’ significa invece ‘appartenere’ all’Ordine.
Nel linguaggio massonico si dice che un massone è ‘in sonno’ o ‘dormiente’ quando questo decide per sue esigenze personali di autosospendersi dai lavori rituali e dalla vita dell’ordine.

Dal mio libro ‘La Massoneria smascherata’ (pag. 41-59)

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