Il rabbino Elia Benamozegh su La vérité israélite ha affermato: «Lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo nelle sue credenze più fondamentali; sono le sue idee, è il suo linguaggio, è quasi la sua organizzazione […]. La speranza che sostiene e fortifica la Massoneria è la stessa che illumina e irrobustisce Israele nella sua via dolorosa mostrandogli nell’avvenire il trionfo certo. L’avvento dei tempi messianici, che altro non è se non la constatazione solenne e la proclamazione definitiva degli eterni principî di fratellanza e di amore, l’associazione di tutti i cuori e di tutti gli sforzi nell’interesse di ciascuno e di tutti, e il coronamento di questa meravigliosa casa di preghiera di tutti i popoli, di cui Gerusalemme sarà il centro e il simbolo trionfante» (cfr. E. Benamozegh in La vérité israélite [La verità israelita], 1865, pag. 74; cit. in L. de Poncins, La Franc-Maçonnerie d’après ses documents secrets [La Massoneria secondo i suoi documenti segreti], Beauchesne et Fils éditeurs, 1941, pag. 265), e nel suo scritto pubblicato postumo Israele e umanità, affermò che ‘la teologia massonica corrisponde abbastanza bene a quella della Qabbalah’ e che ‘uno studio approfondito dei monumenti rabbinici dei primi secoli dell’era cristiana fornisce numerose prove che l’hagaddah era la forma popolare di una scienza segreta, che offriva, con i metodi d’iniziazione, impressionanti analogie con l’istituzione massonica’.
Il rabbino Isaac Mayer Wise (1819-1900), ha detto; «La Massoneria è un’istituzione ebraica la cui storia, i Gradi, gli incarichi e le parole d’ordine sono ebraiche dal principio alla fine» (cfr. I. Wise in The Israelite of America («L’Israelita d’America»), del 3 agosto 1866; cit. in J. Ousset, Pour qu’Il règne («Affinché Egli regni»), 1949, pag. 250).
The Jewish Tribune: «La Massoneria è basata sul giudaismo. Eliminate dal rituale massonico gli insegnamenti dell’ebraismo e cosa ne resta»? (cfr. The Jewish Tribune («La tribuna ebraica»), New York, del 28 ottobre 1927).
Il filosofo e teologo ebreo Gershom Scholem ha affermato: ‘I legami fra ebraismo e massoneria sono strettissimi, anzi inscindibili’ (La Cabala, Edizioni ‘Mediterranee 1992).
Questi stretti legami li ha attestati anche Giuliano di Bernardo, ex Gran Maestro del GOI, dicendo: ‘D’altra parte c’è sempre stato un rapporto forte tra ebraismo e massoneria: …. Vi è sempre stato interesse da parte degli ebrei per la massoneria …. esiste quindi un interesse dottrinale di Israele e dell’ebraismo per la massoneria’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 399-400).
Affinità tra Massoneria e Giudaismo
Fatemi quindi spiegare brevemente alcune di queste affinità, affinchè comprendiate la forte ed influente presenza degli Ebrei nella Massoneria.
La Massoneria si basa su storie e nomi tratti dalla Bibbia Ebraica (quello che noi chiamiamo Vecchio Testamento), quali la costruzione del tempio di Salomone, che viene usata come metafora della costruzione del tempio dell’umanità; le due colonne del tempio, Boaz e Jakin, che rappresentano rispettivamente il principio attivo ossia l’elemento maschile, e il principio passivo ossia l’elemento femminile; le parole Tubal-Cain, Shibboleth, Macbenac, ecc…, che vengono usate come parole di riconoscimento e d’ordine (per esempio il termine Tubal-Cain è usato nel grado di Maestro-Massone nel rituale e nelle cerimonie della Massoneria: Shibboleth che è una stretta di mano massonica segreta); il personaggio Hiram – che è di fondamentale importanza nel rituale massonico – su cui i Massoni hanno costruito una leggenda, mescolando i riferimenti biblici che quindi sono verità con elementi fantasiosi che sono delle menzogne. Nel Rito Scozzese Antico ed Accettato, ci sono dei gradi che in qualche maniera si riferiscono a personaggi o cose trascritte nella Bibbia: il 13° grado è quello di Cavaliere dell’Arco Reale di Salomone, il 21° è Noachita o Cavaliere Prussiano, il 22° è Cavaliere dell’Ascia Reale o Principe del Libano, il 23° è Capo del Tabernacolo, il 24° è Principe del Tabernacolo, il 25° è Cavaliere del Serpente di Bronzo, il 27° è Grande Commendatore del Tempio, il 30° è Cavaliere Grand’Eletto Kadosh (in ebraico Kadosh significa ‘santo, sacro’). Inoltre il 4° grado, cioè quello di Maestro Segreto, è chiamato anche grado Ebraico-Hiramitico.
Persino il calendario massonico assomiglia a quello ebraico, per cui i massoni non usano l’espressione ‘avanti Cristo’ e ‘dopo Cristo’: d’altronde nè la Massoneria e neppure l’Ebraismo riconoscono che Gesù è il Cristo. La tradizione massonica classica infatti per datare l’anno 2012, secondo l’uso corrente nel sistema muratorio contemporaneo, ricorre a due sistemi di datazione: 1) Aggiunge alla cifra 2012 le lettere ‘E.V.’ che stanno per ‘Era Volgare’ (dal latino ‘vulgaris’ o ‘vulgo’, che in italiano significa ‘pubblico’ ‘comune a tutti’, cioè ad iniziati e non iniziati); 2) Aggiunge alla cifra 2012 la cifra 4000 (indica gli anni precedenti la nostra era) raggiungendo il totale 6012 per intendere, simbolicamente, che il mondo è stato creato diversi millenni prima della nascita di Cristo.
La Massoneria si basa molto sulla Cabala, come ha detto Albert Pike: ‘La Massoneria è una ricerca della luce. Quella ricerca ci porta indietro, come voi vedete, alla Cabala. In quell’antico e poco compreso miscuglio di assurdità e filosofia [medley of absurdity and philosophy] l’iniziato troverà la sorgente di molte dottrine; e potrà con il passare del tempo arrivare a capire i filosofi Ermetici, gli Alchimisti, tutti i pensatori antipapali del Medio Evo, ed Emmanuel Swedenborg’ (Albert Pike, Morals and Dogma, pag. 741 – 28° Cavaliere del sole – http://www.sacred-texts.com/mas/md/md29.htm). Peraltro, a conferma di ciò, c’è l’importanza nella Massoneria data ai numeri, che è una caratteristica della Cabala. E l’ebraismo è stato fortemente influenzato dalla Kabbalah che significa ‘ricezione’ o ‘ciò che è stato ricevuto’. Kabbalah è un termine generale che sta ad indicare un insegnamento religioso tramandato oralmente dall’origine di generazione in generazione. In particolare però il termine kabbalah dopo l’XI secolo cominciò ad essere usato per indicare quel tipo di pensiero mistico giudaico che si diceva trasmesso dal lontano passato e che era stato affidato come dottrina segreta a pochi privilegiati e che diventerà, dal XIV secolo uno studio a cui si dedicheranno apertamente molti. La Kabbalah è composta di complicate dottrine esoteriche a cui si sentono tuttora attratti coloro che studiano e praticano le arti occulte. Essa ha determinato nuovi riti e costumi ed ha influenzato l’Halakah (la legislazione religiosa ebraica). La Kabbalah comprende più libri tra i quali il più importante è lo Zohar (ebraico per ‘Splendore’) che comparve attorno al 1300, ed è lo scritto che dopo il Talmud ha esercitato l’influenza più profonda sul Giudaismo.
A conferma dell’interesse della Massoneria per la Cabala, vi è l’esistenza di una loggia italiana chiamata Har Tzion Montesion N° 705, che è una loggia molto importante per gli amanti della ricerca nel campo dell’esoterismo. E’ sorta nel 1969 per decreto dell’allora Gran Maestro del GOI Giordano Gamberini, e si occupa prevalentemente della Tradizione esoterica della cabala ebraica, e difatti sul loro sito dicono: ‘La Har Tzion Montesion nasce con lo scopo di approfondire la tradizione esoterica della Massoneria, con significativo orientamento alla Qabalah, anche se l’associazione, proponendosi come organismo teso alla ricerca di una via illuminativa, è una Istituzione Iniziatica che ignora la guida spirituale di un maestro o di una Tradizione, non fondandosi su nessuna dottrina, ma tutte abbracciandole e superandole’ (http://www.montesion.it/). Secondo alcuni questa loggia è diventata un punto d’incontro con il mondo ebraico.
La Massoneria sostiene e difende l’unicità di Dio (anche se abbiamo visto ognuno lo può chiamare come vuole lui), rigettando la dottrina della Trinità e di conseguenza la divinità di Gesù Cristo, e così fa il Giudaismo. Il secondo articolo di fede di Maimonide (1138-1204), famoso filosofo e rabbino ebreo i cui articoli di fede sono alla base dell’Ebraismo, afferma infatti: ‘Io credo con piena, ferma e sincera fede, che il Creatore, benedetto sia il suo nome, è unico e che non esiste un’unità in alcun modo paragonabile alla sua, e ch’egli solo è e sarà il nostro Dio’. Con queste parole viene espressa la credenza che Dio è uno e che fuori di Lui non v’è altro dio, e quindi è inaccettabile credere che Gesù sia il Figlio di Dio e divino come il Padre. Una parte dei Giudei ortodossi infatti evitano persino di menzionare il nome di Gesù Cristo. Quando devono riferirsi a lui dicono ‘il fondatore del cristianesimo’. Il suo nome è vietato farlo perché è il nome del Dio dei Cristiani, fatto tale da Paolo, e nella legge è scritto: “Non pronunzierete il nome di dèi stranieri: non lo si oda uscire dalla vostra bocca”! (Esodo 23:13). La Jewish Encyclopedia dopo avere detto che Gesù Cristo fu ‘elevato da Paolo al rango di un dio e piazzato accanto a Dio il Padre’ (The Jewish Encyclopedia, vol. IV, pag. 54), dice: ‘Non meraviglia quindi che gli Ebrei videro in tutto ciò l’idolatria, e si sentirono costretti ad applicare la legge ‘Non menzionate il nome di altri dii’ anche a Gesù; così il nome di uno dei migliori e veri maestri Ebrei fu schivato dall’Ebreo medievale’ (Ibid., pag. 54). Quindi, alla fine Gesù nell’Ebraismo al massimo viene definito un maestro di morale, esattamente come nella Massoneria.
La Massoneria, come abbiamo visto nega che Gesù è il Cristo o il Messia, e questo fa anche l’Ebraismo. Tutti gli Ebrei infatti – sia essi Ortodossi o Riformati – affermano che Egli non era e non è il Messia, e questo perchè secondo loro non diede inizio a nessuna era di pace. Lo studioso ebreo Samuel Sandmel (1911-1979) infatti ha affermato: ‘Il diniego antico o quello moderno da parte ebraica che Gesù era il Messia si basa semplicemente sull’osservazione che la carriera di Gesù non portò quello che gli Ebrei si aspettavano che il Messia compiesse’ (Samuel Sandmel, Anti-Semitism in the New Testament?, pag. 132); e: ‘Paolo associa il Cristo Gesù non con l’indipendenza Giudaica o il raduno degli esuli, ma con il peccato e l’espiazione. In verità Paolo considera il Cristo in modi così cambiati dalla solita opinione ebraica che nella maggior parte delle questioni basilari non c’è quasi nulla in comune eccetto la parola. L’opinione di Paolo sul Cristo è così del tutto differente da quella tenuta dagli Ebrei che gli Ebrei ordinari sono del tutto incapaci di capirla, e i Cristiani ordinari, non informati di quello che gli Ebrei credevano sul Messia, sono anche loro incapaci di capire il diniego ebraico della messianità di Gesù’ (Ibid., pag. 133).
La Massoneria nega il peccato originale dell’uomo e la completa depravazione dell’uomo e questo fa pure il Giudaismo, che afferma che l’uomo nasce senza peccato. La tradizione ebraica infatti dice: ‘Un bambino di un anno, che non ha sentito sapore di peccato’ (Joma, 22b); e: ‘Felice l’uomo di cui l’ora della morte somiglia all’ora della nascita; come alla sua nascita è esente da peccato, così alla sua morte possa essere esente da peccato’ (p. Ber., 4d).
La Massoneria sostiene che è in potere dell’uomo salvarsi da sè, e questo fa pure il Giudaismo che insegna che si può entrare nel regno di Dio tramite le opere buone senza assolutamente fare affidamento all’opera espiatoria compiuta da Gesù Cristo. E’ inammissibile per il Giudaismo che un giudeo dica: ‘Io non ce la posso fare’; perchè lui ce la può e ce la deve fare. E’ quindi chiaro che questo modo di vedere le cose da parte dei Giudei fa passare l’ebreo come capace di giustificarsi da solo appoggiandosi sulla legge di Mosè e quindi non bisognoso di un redentore, di qualcuno che lo liberi gratuitamente dal peccato che lo tiene schiavo e lo giustifichi sempre gratuitamente. ‘Che bisogno abbiamo di credere in Gesù se possiamo autogiustificarci mediante la legge di Mosè?’, dicono gli Ebrei. E non dice forse sostanzialmente la stessa cosa la Massoneria quando dice che si può entrare nell’Oriente Eterno senza credere in Gesù? Ma non è che gli Ebrei si limitano a fare presente a noi Cristiani che essi sono giustificati e salvati mediante la legge di Mosè ma essi si oppongono con forza alla dottrina della salvezza per sola fede, di questa dottrina enunciata molto chiaramente da Paolo nelle sue epistole, di questa dottrina che fa dell’uomo l’oggetto della grazia di Dio nel senso che fa dell’uomo un essere che per essere giustificato davanti a Dio deve solo credere in Gesù Cristo e basta, senza le opere della legge. Ecco per esempio come Elia Benamozegh facendo un raffronto tra la via della salvezza nel Giudaismo e quella nel Cristianesimo si scaglia contro la dottrina della salvezza per grazia mediante la fede in Gesù Cristo: ‘L’ebraismo, l’abbiamo detto, riconosce anch’esso un Verbo (Tiféret, Lògos); lo chiama, per di più, Legge, Torà; crede alla sua incarnazione nella Malkhùt, la Torà shebbealpè, la tradizione; e questo Verbo, o Torà, disceso tra noi, maestro, consigliere, guida dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre azioni, ha per missione di cancellare a poco a poco le stigmate dell’antica schiavitù, di riparare il peccato del primo uomo. Ma come avviene nell’ebraismo la redenzione? Facendo dell’uomo stesso, della sua coscienza, della sua anima, della sua volontà, il primo, il principale, sto per dire l’unico strumento della sua riabilitazione, chiamandolo ad aprire la mente ed il cuore agli insegnamenti, alle esortazioni, alla luce ed al calore che emanano dalla parola divina, affinché tutto l’interno dell’uomo si trasformi, che la sua forza si svegli, che le sue facoltà si sviluppino, e che lavori egli stesso, sotto l’occhio e sotto la mano di Dio, alla sua propria salvezza. In una parola, la redenzione, nell’ebraismo, è tutta interiore (..) Non si può dunque misconoscere ciò che la dottrina ebraica, ciò che il suo Verbo incarnato, la sua Redenzione, hanno di eminentemente favorevole alla dignità dell’uomo che essi elevano, alla sua attività morale che sollecitano, alla sua trasformazione interna, la sola che sia seria perchè è sua propria opera, alle sue facoltà, alle sue virtù chiamate all’opera, alla sua vera giustificazione, frutto di un lavoro lento, interno, soggettivo, morale, che non lascia un solo angolo nello spirito, nella coscienza, in cui la luce divina non respinga la potenza delle tenebre. Avviene forse la stessa cosa nel cristianesimo? Il suo Verbo, la sua Redenzione, la sua azione sull’anima umana, – impossibile negarlo – sono tutti esteriori, tutti oggettivi; essi operano dall’esterno dell’uomo senza che l’uomo vi prenda nessuna parte, salvo che con atto di fede nella virtù, nell’efficacia del sacrificio di Gesù secondo alcuni, o tutt’al più, secondo altri, un atto di fede generale in Gesù, alla sua missione, ai suoi comandamenti, alle sue promesse. Rimane sempre il fatto che i meriti che giustificano, che procurano la grazia, sono meriti altrui, i meriti di Gesù; rimane il fatto che l’uomo non li conquista col sudore della fronte, ma che gli sono concessi…’ (Elia Benamozegh, Morale ebraica e morale cristiana, Beniamino Carrucci Editore Assisi/Roma 1977, pag. 42-44). In sostanza la dottrina ebraica sulla redenzione sarebbe favorevole alla dignità dell’uomo perchè ritiene l’uomo capace di autogiustificarsi mediante l’osservanza della legge, mentre la dottrina della redenzione cristiana sarebbe invece sfavorevole alla dignità dell’uomo perchè non lo ritiene per nulla capace di giustificarsi avendo egli – per ottenere la giustificazione – bisogno solo di un atto di fede in una persona, cioè Gesù. In altre parole nell’ebraismo l’uomo riesce a meritarsi la redenzione con i suoi sforzi e perciò se la guadagna con il suo sudore, nel cristianesimo invece l’uomo non se la può meritare per nulla perchè gli viene concessa gratuitamente mediante la fede in virtù dei meriti di Gesù Cristo. Quindi l’ebraismo la fiducia la ripone nell’uomo, il cristianesimo no. Si noti come alla base di questo modo di parlare c’è la dottrina della fiducia nelle innate potenzialità umana. E non viene forse detta la stessa cosa anche nella Massoneria? Ecco perchè proprio Elia Benamozegh ha detto che ‘lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo nelle sue credenze più fondamentali’.
La Massoneria sostiene il libero arbitrio dell’uomo, e così fa il Giudaismo in cui il libero arbitrio riveste una posizione fondamentale. I rabbini per sostenerlo usano spesso queste parole del Talmud: ‘Tutto è nelle mani del Cielo, eccetto il timore del Cielo’ (Ber., 33b), e dicono che Dio non interviene nella scelta dell’uomo; l’uomo prende la strada che si sceglie.
La Massoneria sostiene che tutti gli uomini sono figli di Dio, e così fa il Giudaismo, i cui rabbini spiegano la paternità di Dio estesa a tutti gli uomini prendendo le parole che disse Dio a Israele: “Voi siete i figliuoli dell’Eterno” (Deuteronomio 14:1).
C’è poi un’altra affinità tra la Massoneria e il Giudaismo, ed è la forte ostilità che mostra verso il Cristianesimo fino al punto da volerlo distruggere. Siccome il Cristianesimo è fondato su Cristo Gesù, la pietra angolare dai Giudei sprezzata e rigettata, la loro attitudine non può non essere negativa, anche se taluni mostrano un certo apprezzamento verso una parte dell’etica cristiana. In linea generale quindi i Giudei si oppongono fortemente a noi Cristiani e ci contrastano fortemente. Ci accusano di essere politeisti perchè diciamo di avere un Dio formato da Tre Persone Divine, di credere in una dottrina ripugnante quale il sacrificio umano di Gesù per i nostri peccati, di avere fatto diventare l’uomo un essere decaduto, totalmente depravato incapace di salvarsi da sè perchè solo la fede in Gesù lo può salvare, giusto per citare alcune delle loro principali accuse. E non sono forse le stesse accuse che la Massoneria lancia contro di noi Cristiani?
Ho detto prima che la Massoneria si propone di eliminare il Cristianesimo e quindi il desiderio dei Massoni è quello di vedere scomparire il Cristianesimo. E anche gli Ebrei desiderano che il Cristianesimo sparisca dalla faccia della terra, non solo perchè le dottrine del Cristianesimo sono ripugnanti e assurde per un Ebreo, ma anche perchè ‘il grande ideale del Giudaismo è che il mondo intero sia compenetrato dell’insegnamento ebraico e che una fraternità universale delle nazioni, un giudaismo allargato, subentri a tutte le razze e religioni’ (‘Jewish World’ del 9.02.1863).
Dunque, non sorprende sentire il rabbino Elia Benamozegh affermare che ‘la speranza che sostiene e fortifica la Massoneria è la stessa che illumina e irrobustisce Israele nella sua via dolorosa mostrandogli nell’avvenire il trionfo certo’.
Qualcuno forse dirà: ‘Ma gli Ebrei non aspettano forse il Messia?’ Non tutti, una buona parte non lo aspetta, ma aspetta solo una era messianica di pace e giustizia. Quindi la Massoneria va proprio a braccetto con una buona parte di Ebrei. Addirittura c’è chi afferma che i massoni sono degli strumenti nelle mani dei Giudei per distruggere il Cristianesimo. Nell’anno 1870, Dee Camille scriveva su Le Monde – il noto giornale francese – che durante un giro da lui compiuto in Italia s’era imbattuto in un suo antico conoscente, massone. Avendogli chiesto come andavano le faccende dell’Ordine al quale apparteneva egli ne ottenne questa risposta: «Ho abbandonato per sempre la mia Loggia, avendo acquisito la profonda convinzione che noi eravamo soltanto strumento degli ebrei, e che questi ci spingevano ad operare per la distruzione totale del cristianesimo» (cfr. D. Camille, «La Franc-maçonnerie, secte juive («La massoneria, sètta ebraica»), in Le Monde, pag. 43-46)
Qual’è la mia convinzione personale a tale riguardo? Questa: che una parte degli Ebrei hanno interesse ad appoggiare e promuovere nel mondo la Massoneria, perchè in un certo senso gli fa comodo per il raggiungimento dei loro ideali.
Peraltro la massoneria serve allo Stato ebraico anche nei suoi rapporti con gli Stati Uniti d’America, infatti Giuliano di Bernardo afferma che ‘i rapporti dello Stato ebraico con gli Stati Uniti nel corso del tempo si sono manifestati anche attraverso la massoneria, in modo particolare attraverso la comune appartenenza di alcuni maestri, come me, al Rito Scozzese antico e accettato’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 400).
E non si tralasci poi il fatto che la Massoneria serve ai potenti banchieri e finanzieri ebrei massoni per promuovere i loro affari nel mondo.
Ebrei Massoni
E’ una cosa ben nota che nella Massoneria a livello mondiale, ci sono stati sin a questo momento molti Ebrei che hanno avuto un ruolo molto importante in essa.
Per quanto riguarda la Massoneria in America, facciamo presente che gli Ebrei vi parteciparono attivamente agli inizi. Ci sono prove che furono tra quelli che stabilirono la Massoneria in 7 dei 13 stati originali: Rhode Island, New York, Pennsylvania, Maryland, Georgia, South Carolina, Virginia. L’Ebreo Massone Moses Michael Hays, aiutò a introdurre il Rito Scozzese in America. Ebrei Massoni ebbero un importante parte nella Rivoluzione Americana, con 24 di loro che erano ufficiali nell’esercito di George Washington. E ci sono anche prove che degli Ebrei, inclusi dei Rabbini, continuarono ad essere coinvolti nella Massoneria negli Stati Uniti. Ci sono stati infatti almeno 51 Gran Maestri Ebrei Americani. Oggi ci sono molti Ebrei attivi nella Massoneria in America e in altre nazioni. In Israele ci sono circa 60 Logge con alcune migliaia di membri.
Anche in Europa gli Ebrei hanno avuto un ruolo importante nella diffusione della Massoneria. Lo scrittore francese Roger Gougenot des Mousseaux (1805-1876) raccolse tanti documenti che provarono che erano proprio gli Ebrei che guidavano i circoli interni della Massoneria in Europa. Nel 1869 scrisse un libro in cui affermava: ‘… la Massoneria, questa immensa associazione, di cui i rari iniziati, vale a dire di cui i reali capi, che bisogna guardarsi di confondere con i capi nominali, vivono in una stretta ed intima alleanza con i membri militanti del giudaismo, principi ed iniziatori dell’alta cabala’ (Le Juif, le judaïsme et la judaïsation des peuples chrétiens [L’Ebreo, il giudaismo e la giudaizzazione dei popoli cristiani], 1869, pag. 340)
In Francia l’ebreo Adolphe Crémieux, (1796-1880), giurista e politico francese, fu per anni un esponente importante della Massoneria, infatti ricoprì la carica di Sovrano Gran Commendatore del Rito Scozzese Antico ed Accettato dal 1869 al 1880. Più volte membro del governo nazionale, si impegnò per le libertà e i diritti civili dell’Algeria, al tempo sotto dominazione francese. Fu altresì fondatore della Universal Israelite Alliance a Parigi nel 1860, che ha obbiettivi simili a quelli della Massoneria.
In Italia di Ebrei nella Massoneria ce ne sono stati a partire dalla seconda metà del Settecento. A capo della ‘Loggia della Perfetta Unione’, fondata nel 1796 a Livorno dagli ufficiali della guarnigione francese, troviamo un commerciante ebreo di origine avignonese, che si chiamava Felice Morenas; David Levi, ebreo piemontese, iniziato a Livorno nel 1837, fu poi segretario del Grande Oriente d’Italia; Leone Provenzal, ebreo livornese, attivo dal 1835 probabilmente nella loggia inglese di Livorno, finirà con l’essere membro del Grande Oriente d’Italia e suo maestro onorario; Ernesto Nathan, il figlio di Sarina Levi, l’intima amica di Mazzini, fu Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1896 al 1903 e dal 1917 al 1919. Di lui – che molto probabilmente è l’ebreo massone in Italia più conosciuto – lo storico Aldo Mola dice: ‘Venne iniziato massone nel 1887 e affiliato alla Loggia «Propaganda massonica». Dall’ottobre 1893 fu membro della Giunta di governo del Grande Oriente d’Italia, istituita con la riforma della costituzione nel maggio precedente. Dopo il noviziato nell’ influente loggia “Propaganda”, rimase dunque ininterrottamente al governo dell’Ordine per quasi un trentennio (1893-1921): la stagione durante la quale la massoneria si volle fulcro dello Stato. Educato nella tradizione mazziniana, Nathan ne trasse stimoli e refrattarietà nei confronti dell’Ordine nel cui ambito da decenni militavano discepoli di Giuseppe Mazzini’ (http://www.grandeoriente.it/).
Sulla presenza odierna degli Ebrei nella Massoneria in Italia, è molto importante quello che ha detto il professore Antonio Panaino, preside della facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna, che è un esponente di spicco del Grande Oriente d’Italia, e che è condirettore della rivista massonica ‘Hiram’: ‘… nel Grande Oriente abbiamo protestanti, cattolici, qualche mussulmano, molti ebrei, tanti Valdesi ….’ (Ferruccio Pinotti, Fratelli d’Italia, pag. 213 – il grassetto corsivo è mio). Avete visto? Questo importante esponente massone dice che attualmente nel GOI ci sono MOLTI EBREI, e vi ricordo che il GOI è solo una delle obbedienze massoniche in Italia per cui di Ebrei affiliati alla Massoneria ce ne sono altri oltre quelli del GOI.
Ma d’altronde questo conferma che c’è tuttora un forte legame tra Massoneria ed Ebraismo.
B’nai B’rith
L’Ordine Indipendente B’nai B’rith (‘figli dell’alleanza’) fu fondato il 13 ottobre del 1843 a New York da Henry Jones e altri undici immigranti Ebrei tedeschi come società di mutuo soccorso per occuparsi della ‘deplorevole condizione degli ebrei’ in America. Un mese dopo la sua fondazione cambiò il nome dal nome tedesco originario ‘Bundes-Brueder’ (che significa ‘Lega dei fratelli’), in quello attuale che conserva le iniziali (‘BB’). Almeno quattro dei fondatori del BB erano massoni.
Il B’nai B’rith fu organizzato in logge con sei gradi gerarchici sul modello della Massoneria. E poco dopo, cominciò ad occuparsi di costruire ospedali, ospizi e orfanotrofi, e fornire servizi di assistenza sociale e scolastica per i nuovi immigrati. Nel 1913 il B’nai B’rith fondò la Lega Antidiffamazione ‘per fermare con appelli alla ragione, alla coscienza e, se necessario, alla legge, la diffamazione contro il popolo ebraico’. Ferruccio Pinotti nel suo libro Fratelli d’Italia, definisce l’Anti-Defamation League ‘una delle più influenti organizzazioni ebraiche americane, figlia del B’nai B’rith, una sorta di potentissima massoneria in rapporti con molti gruppi di potere’ (pag. 474), e cita una dichiarazione del massone Giuliano Di Bernardo che afferma: ‘La ricerca delle certezze lo porta [l’uomo] a vedere, sotto una luce nuova non più negativa, i poteri forti che, in modo più o meno occulto, hanno guidato le sorti dell’umanità. Si tratta di quei poteri secolari come, ad esempio, gli ordini preposti all’esercizio del potere temporale che esistono all’interno di alcune Chiese (l’Opus Dei nella Chiesa cattolica), la massoneria, certe organizzazioni ebraiche (l’Anti-Defamation League) e altre’ (pag. 465). Come potete vedere, un massone di alto grado come il Di Bernardo ha definito La Lega Antidiffamazione uno dei poteri forti.
Attualmente è la maggiore organizzazione mondiale che sostiene gli Ebrei. E’ attivo in oltre 50 paesi (in Italia il B’nai B’rith è sorto a Milano nell’aprile 1954) e patrocina cause sioniste. L’organizzazione partecipa a numerose attività legate ai servizi sociali, tra cui la promozione dei diritti degli ebrei, l’assistenza negli ospedali e alle vittime dei disastri, stanzia premi per gli studenti di scuole ebraiche e combatte l’antisemitismo. B’nai B’rith è anche un forte sostenitore dello Stato di Israele. La B’nai B’rith Anti-Defamation Commission sponsorizza anche il Consiglio per un Parlamento delle Religioni del Mondo (http://www.parliamentofreligions.org/index.cfm?n=24&sn=5).
Essendo nata per opera anche di massoni e come ‘società segreta’, è evidente che esso abbia dei legami con la Massoneria, anche se i suoi dirigenti negano ciò. E difatti nel libro 10,000 Famous Freemasons (10.000 Massoni Famosi), ci sono i seguenti membri del B’nai B’rith: Frank Goldman (1891-1965), che è stato presidente del B’nai B’rith internazionale dal 1947 al 1953 e membro della commissione nazionale dell’Anti-Defamation League, era un massone del 32° grado; Simon Wolf (1836-1923), di cui viene detto che è stato uno dei leaders Ebrei più influenti del XIX e XX secolo, e che fu presidente dell’ordine B’nai Brith dal 1904 al 1905, era un massone del 33° grado; Benjamin Louis Berman (1892-1967), membro del comitato dei governatori del B’nai Brith, era massone.
Sono persuaso dunque che non sbaglino affatto quelli che hanno definito questo ordine il ‘ramo ebraico della massoneria’ o ‘Massoneria colorata di Giudaismo’.
Lo storico Vicente Risco (1884-1963) nella sua opera intitolata Histoire des Juifs («Storia degli ebrei») afferma quanto segue su questa organizzazione: «Per qualcuno, l’organizzazione direttiva dell’ebraismo mondiale sarebbe l’Ordine massonico universale del B’nai B’rith, che è esclusivamente ebraico e che non ammette tra i suoi membri quelli che non sono ebrei. Il B’nai B’rith forma un Ordine massonico che ufficialmente si proclama indipendente, possiede una struttura internazionale nettamente dichiarata e ammette solo quelli che sono ebrei. Per questa ragione è la più segreta delle sètte massoniche. Un fatto indiscutibile è che mentre i membri del B’nai B’rith possono far parte delle Logge di qualsiasi altro rito massonico, nelle proprie Logge esso ammette solamente degli ebrei e nessun massone può farvi parte se non è ebreo […]. Numerosi membri dell’Ordine occupano posti importanti nel Governo e nella diplomazia nordamericana» (Cfr. V. Risco, Histoire des Juifs, pag. 339-343).
Il B’nai B’rith ha influenzato in maniera determinante la Dichiarazione Nostra Ætate, fatta dal Concilio Vaticano II, attraverso negoziazioni col Cardinale Augustin Bea (si veda a tale riguardo lo scritto di Léon de Poncins nel libro Infiltrations ennemies dans l’église, Documents et temoignages, Ed. Henry Coston, Parigi 1970, pag. 79 e ss).
Il 22 Marzo 1984 Giovanni Paolo II concesse un’udienza ad una delegazione del B’nai B’rith in Vaticano e rivolse loro un discorso, in cui disse tra le altre cose: ‘Cari amici. Sono molto lieto di ricevervi oggi in Vaticano. Voi siete un gruppo di dirigenti della nota associazione ebraica, fondata negli Stati Uniti, ma attiva in molte parti del mondo, e anche in Roma, la “Anti-Defamation League of B’nai B’rith”. Voi avete anche stretti rapporti con la Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, fondata dieci anni fa da Paolo VI al fine di promuovere le relazioni, al livello del nostro comune impegno di fede, tra Chiesa cattolica e Comunità ebraica. Il fatto stesso della vostra visita, della quale vi sono grato, è prova dello sviluppo e dell’approfondimento costante di tali rapporti. Infatti, se si guarda retrospettivamente agli anni antecedenti al Concilio Vaticano II e alla sua dichiarazione «Nostra Aetate» e si cerca di valutare il lavoro fatto da allora, si ha la sensazione che il Signore abbia fatto “grandi cose” per noi (cf. Lc 1, 49). Perciò siamo chiamati ad unirci in un sincero atto di ringraziamento a Dio. Il verso iniziale del Salmo 133 è ben appropriato: “Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!” ‘ (http://www.vatican.va/).
Anche il successore di Giovanni Paolo II è in buoni rapporti con il B’nai Brith infatti il 12 Maggio 2011 Benedetto XVI, ha ricevuto una delegazione del B’nai B’rith International. Sul sito della Comunità Ebraica di Roma si legge infatti: ‘Oggi la delegazione del B’nai B’rith International è stata ricevuta in visita privata da Papa Ratzinger. Delegazione che è stata guidata dal presidente Allen Jacobs, la cui parole sul Pontefice Giovanni Paolo II hanno lasciato spazio a una grande commozione, che hanno sottolineato la necessità “di proseguire e di rafforzare il cammino e il dialogo tra mondo ebraico e cristianesimo, in una serie di passi duraturi, costanti e rispettosi delle proprie identità”. Il rafforzamento del dialogo fra la Chiesa e Israele; l’antisemitismo dilagante che sta permeando parte dell’Europa e la metaforica protezione della religione cristiana nei paesi islamici sono stati discussione in un incontro, considerato fondamentale da entrambe le parti. “La nostra speranza – ha detto Jacobs – è che i popoli del Medio Oriente possano giungere alla libertà, alla dignità e avere opportunità di crescita e di sviluppo”. Il massimo esponente del B’nai B’rith International ha invitato la Santa Sede a farsi promotrice di un intervento umanitario per ottenere la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano nella mani di Hamas dal 2006. Il Santo Padre ha affermato: “Ci sono molti modi attraverso cui ebrei e cristiani possono cooperare per il miglioramento del mondo e al bene dell’umanità. Questo convincimento resta il più sicuro fondamento per l’impegno, da parte di tutti, nel difendere e promuovere i diritti inalienabili di ogni essere umano”. La delegazione del B’nai B’rith International è stata successivamente ricevuta dal presidente della Camera Gianfranco Fini, con cui si sono discussi temi legati alla situazione geopolitica in Medio Oriente. Il presidente della sezione italiana del B’nai B’rith, Sandro Di Castro ha ricordato: “Questi temi insieme alle politiche attive volte a contrastare ogni forma di discriminazione, non soltanto nei confronti del mondo ebraico, sono nella nostra agenda di lavoro e costituiscono le motivazioni con le quali, in passato abbiamo assegnato il prestigioso riconoscimento della Menorah d’Oro ad eminenti personalità del mondo politico e culturale italiano, fra i quali recentemente il Presidente Fini e la Comunità di S. Egidio”. (http://www.romaebraica.it/bene-berit-papa/). Dunque, da un lato il Vaticano condanna la Massoneria, e poi dall’altro stringe ottimi rapporti fraterni con un ordine massonico, che è risaputo che è tale non solo da chiunque abbia un minimo di conoscenza della massoneria, ma dagli stessi Ebrei non iscritti alla massoneria.
Termino dicendo che questa organizzazione massonica ha consegnato nel 1969 la Targa della Torcia della Libertà della Lega Anti Diffamazione al predicatore americano Billy Graham. D’altronde Billy Graham è un massone, e quindi i suoi fratelli massoni ebrei lo hanno voluto premiare.
La Massoneria ebraica appoggia il cosiddetto sionismo cristiano
Prima di entrare nel merito della questione, è bene che sappiate che cosa si intende per Sionismo Cristiano in ambito Evangelico. E’ una corrente sorta in ambito delle Chiese Evangeliche, che sostiene che dato che il ritorno degli ebrei nella terra d’Israele – che Dio diede ai loro padri – e la fondazione dello Stato di Israele nel 1948 sono l’adempimento di predizioni bibliche, bisogna farsi coinvolgere in iniziative che sostengano lo stato d’Israele e gli Ebrei in generale, contro gli attacchi che subiscono in tutto il mondo. In altre parole, bisogna difendere lo Stato d’Israele e gli Ebrei a tutti i costi. Tra i Sionisti Cristiani ci sono anche quelli che raccolgono somme di denaro per darli allo Stato d’Israele, o per destinarli alla ricostruzione del Tempio a Gerusalemme. Ma questo appoggio incondizionato a Israele, implica anche che non ci si impegni a predicargli il ravvedimento e il Vangelo, perchè gli Ebrei sono amati per via dei loro padri, con loro Dio ha fatto un patto, e quindi hanno una relazione particolare con Dio, e si possono salvare anche se rifiutano di credere che Gesù di Nazaret è il Messia. Questa è la ‘Dual Covenant Theology’ ossia la ‘Teologia del Doppio Patto’, che alla luce della Scrittura è una eresia. E’ vero che non tutti i Sionisti Cristiani sostengono questa eresia, ma è pur vero che essa si sta facendo sempre più strada in mezzo a loro, e poi comunque va fatto notare che anche in quelle organizzazioni ‘pro Israele’ che non sostengono la ‘dual covenant theology’ in una maniera o nell’altra si vede che esse non hanno come loro principale obbiettivo la conversione a Gesù Cristo degli Ebrei, e quindi la loro evangelizzazione non è poi tanto incoraggiata. Anche perchè per gli Ebrei qualsiasi missione da parte di noi Gentili – o anche degli Ebrei Messianici – che si propone di persuaderli ad accettare che Gesù è il Messia, è una missione non pro Israele ma contro Israele: e quindi chi cerca di persuaderli che per essere salvati devono ravvedersi e credere in Gesù Cristo, cerca il loro male e non il loro bene, è un loro nemico e non un amico. E poi va fatto notare che molti di loro si stanno giudaizzando, invece che cristianizzare gli Ebrei. Basta considerare per esempio come sono perseguitati dagli Ebrei quelli di ‘Jews for Jesus’ (Ebrei per Gesù) che sono degli Ebrei messianici che si propongono la conversione a Cristo degli Ebrei, e che sono molto zelanti in questo. Loro sono considerati dei nemici di Israele, altro che amici di Israele. E difatti quelli di ‘Jews for Jesus’ sono indignati e preoccupati per l’avanzamento di questo Sionismo Cristiano in mezzo alle Chiese Evangeliche, perchè esso sta contribuendo a fargli perdere l’appoggio proprio nelle Chiese Evangeliche che hanno aderito al Sionismo Cristiano, quasi che fossero nemici di Israele. E questo sentimento contro l’evangelizzazione degli Ebrei, è fomentato in mezzo alle Chiese Evangeliche da potenti gruppi di Ebrei soprattutto americani. Per capire meglio questo argomento vi invito a leggere un interessante articolo in inglese dal titolo ‘War on Jewish Evangelism’ che ho messo alla fine di questo capitolo [1 – ci tengo a precisare però che non condivido affatto la richiesta di denaro che viene fatta verso la fine di questo articolo].
Ma entriamo ora nel merito della questione che dobbiamo trattare qua.
Martedì 22 Novembre 2011 il sito ‘Evangelici d’Italia per Israele’ ha pubblicato una lettera aperta dal titolo ‘L’assalto al sionismo cristiano’ che il rabbino Yechiel Eckstein, fondatore (nel 1983) e direttore di ‘International Fellowship of Christians and Jews’ (che però quando fu fondata nel 1983 si chiamava ‘the Holyland Fellowship of Christians and Jews’), ha inviato agli ‘amici cristiani d’Israele’ per metterli in guardia da un pericolo emergente nelle Chiese Evangeliche, che lui chiama ‘palestinismo cristiano’. Ecco una parte di questa sua lettera: ‘ … Che cos’è il “palestinismo cristiano”? si tratta di un movimento che pretende di essere “pro-palestinese”, ma in realtà fa propaganda anti-israeliana e disinformazione storica. E poiché i suoi aderenti cercano di influenzare le comunità evangeliche, il sostegno a Israele tra gli evangelici è in pericolo, e la prossima generazione di evangelici potrebbe crescere con una visione molto negativa di Israele e dei suoi sostenitori. Il “palestinismo cristiano” si manifesta in una varietà di modi. Si può vedere in un film del 2010 ampiamente proiettato nei college e nelle chiese intitolato Con Dio dalla nostra parte, che pretende di confutare il sionismo cristiano, ma in realtà offre solo mezze verità e complete bugie, confezionate per rivolgersi ai cristiani che non hanno una grande conoscenza dei fatti del conflitto arabo-israeliano. Ha preso piede in college evangelici come Wheaton, nella periferia di Chicago, dove il professor Gary Burge indottrina i suoi studenti con un patologico disprezzo per quello che chiama l’”apartheid” israeliana. Ed è vivo e vegeto in megachiese come Willow Creek, dove Lynne Hybels, moglie del pastore Bill Hybels, abbraccia con entusiasmo il movimento palestinese “Cristo al checkpoint”, che riduce il sionismo a “un movimento politico moderno” che “è diventato etnocentrico, e ha privilegiato un popolo a spese di altri”. Per i cristiani che amano e sostengono Israele, così come per gli ebrei che ormai danno per scontato il sostegno evangelico, tutto questo potrebbe essere uno shock. Ma non c’è tempo per essere scioccati – è il momento di agire. La battaglia per informare i cristiani sulla verità del conflitto arabo-israeliano è una lotta che non possiamo permetterci di perdere – ma questo potrebbe facilmente accadere se si aspetta troppo tempo ad impegnarsi in essa’ (http://www.edipi.net/).
Ma chi è questo rabbino? E’ un Ebreo NON CONVERTITO A CRISTO, che quindi rifiuta di credere che Gesù di Nazareth è il Messia, che da molti anni si occupa di costruire ponti di comprensione e cooperazione tra Cristiani ed Ebrei e di ampio supporto per lo Stato d’Israele. E’ un esperto in usi e costumi ebraici e la massima autorità ebraica a livello mondiale in materia di Cristiani Evangelici. Ma è anche uno che – prima di fondare la International Fellowship of Christians – era condirettore degli Affari Interreligiosi per l’Anti-Defamation League del B’nai B’rith (cfr. Yaakov Shalom Ariel, Evangelizing the chosen people: missions to the Jews in America, 1880-2000, pag. 266), e quindi è un massone ebreo che porta avanti gli ideali del B’nai B’rith, tra cui c’è quello di impedire in ogni maniera che i Cristiani evangelizzino gli Ebrei. Infatti questo rabbino ha escluso dalle attività della sua organizzazione le persone coinvolte direttamente in missioni volte alla conversione degli Ebrei, cercando in questa maniera di promuovere una atmosfera tra gli Evangelici che scoraggerebbe l’evangelizzazione degli Ebrei e indirizzare l’interesse degli evangelici nel popolo Ebraico a più costruttivi canali, ovviamente dal punto di vista ebraico. In un suo libro che lui ha scritto per far familiarizzare i Cristiani con gli Ebrei e l’Ebraismo, Eckstein ha dedicato un capitolo alle attitudini degli Ebrei verso le missioni cristiane dirette agli Ebrei e verso l’Ebraismo Messianico. Ed ha chiesto agli Evangelici ‘di lasciare la conversione degli Ebrei a Dio, che potrà o non potrà portarla a compimento quando i tempi dei Gentili arriveranno’ (Yechiel Eckstein, What Christians Should Know about Jews and Judaism, Word Books, Waco, Texas,1984, pag. 299).
Dunque, il messaggio di questo rabbino è ‘Lasciate in pace gli Ebrei, non evangelizzateli, non cercate di fare proseliti fra di loro, non cercate di persuaderli mediante le Scritture che Gesù è il Cristo di Dio!’. Eppure costui ha ricevuto le lodi dai seguenti predicatori evangelici: Bill Bright, Jerry Falwell, Jack Hayford, Pat Robertson, e James C. Dobson.
Dunque, è evidente che dietro il sostegno di questa organizzazione ai ‘Sionisti Cristiani’, non c’è altro che la massoneria ebraica del B’nai B’rith – con L’Anti-Defamation League (ADL, Lega Antidiffamazione) – che è così riuscita a mettere il bavaglio a tanti di questi cosiddetti Sionisti Cristiani, dissuadendoli dal predicare che Gesù è il Cristo agli Ebrei al fine di salvarne alcuni. E difatti ci sono organizzazioni evangeliche pro Israele che hanno delle esplicite regole contro il proselitismo tra gli Ebrei (cfr. Timothy P. Weber, On the Road to Armageddon: How Evangelicals Became Israel’s Best Friend, Grand Rapids, 2004, pag. 230-232).
Anzi il B’nai B’rith collabora pure con i Cristiani Sionisti, infatti nel Febbraio 2009 nella città di Antwerp (Belgio), si è tenuto un evento a supporto dello Stato di Israele, i cui organizzatori sono stati il B’nai B’rith Antwerp e i Cristiani per Israele del Belgio (http://www.bnaibritheurope.org/)!
Dunque, bisogna stare molto attenti, e riprovare pubblicamente questo tentativo massonico in atto in mezzo alle Chiese Evangeliche di scoraggiare l’evangelizzazione degli Ebrei, in una maniera o nell’altra.
Fratelli, guardate che qui ci si trova davanti ad una macchinazione del diavolo contro la Chiesa, abilmente camuffata da amore per Israele, ma che non è vero amore, perchè chi ama veramente gli Ebrei, li esorta o meglio li scongiura come faceva Paolo a ravvedersi e a credere in Gesù Cristo. L’amore non fa male alcuno al suo prossimo, e chi non evangelizza gli Ebrei, chi non cerca, procaccia la loro conversione a Cristo, non li ama, ma li odia.
——————–
[1] The War on Jewish Evangelism (La Guerra all’Evangelismo Ebraico)
July 1, 2004
This recent letter sent to our friends and supporters, “The War on Jewish Evangelism,” received press coverage—not all of it necessarily accurate—since being mailed in late 2003. This is a text copy of the original letter, also available as a PDF download, for those who may have seen some of the coverage but not the original.
Dear ___,
Have you noticed, the gay community in this country has done a masterful public relations job. Within a few decades, the homosexual lifestyle has been redefined from a deviation to a legitimate, acceptable alternative. The gay community has worked on several fronts to accomplish this, from the legislative route to making their cause known in the media to appealing to the popular culture. The fact that some hate-filled and violent people have treated homosexuals shamefully has been used against anyone who dares to say that homosexuality is a sin, no matter how gently.
Similarly, the face of abortion has changed radically, largely due to public relations and strategy. Those who oppose abortion are said to oppose a woman’s right to choose. And again, the fact that some hate-filled and violent people have bombed abortion clinics has been used against anyone who dares to say that abortion is a sin.
The radical shifts in how these things are perceived color all levels of our society. Some Christians wonder why more and more churches are accepting behavior that the Bible rejects. If the church is not salt and light, if the church is not invading the world system with the gospel, then the opposite will occur. The world system will invade the church.
What does this have to do with Jewish evangelism?
People’s perceptions are subject to change. Some in leadership in the Jewish community have learned very well from the above examples what public relations can do. A smart public relations job can take something that was once unacceptable and make it appear acceptable…but it works the opposite way around, too, so that something which ought to be acceptable, like Jewish people preaching the gospel to other Jews, can be made to appear unacceptable. The fact that historically there has been violence against Jewish people in the name of the gospel has been used against those who dare to say that Jewish people need the gospel.
There are those who have worked both overtly and subtly to demonize Jewish believers in Jesus and to make the work of Jewish evangelism seem unacceptable, not only in the world at large, but also in the church.
The ministry of preaching the gospel to Jewish people is being called into question and we stand in danger of losing some serious ground if God’s people don’t sit up and take notice. Let me give you some examples.
Jewish leaders, in consultation with the U.S. Catholic Bishops, helped forge a major document saying that, targeting Jews for conversion to Christianity is no longer theologically acceptable in the Catholic Church. (“Reflections on Covenant and Mission,” August 12, 2002)
Some within the mainline Protestant community are also abandoning Jewish evangelism. The Christian Scholars Group on Christian-Jewish Relations, whose members include Lutherans, Methodists and Episcopalians wrote, In view of our conviction that Jews are in an eternal covenant with God, we renounce missionary efforts directed at converting Jews. (“A Sacred Obligation Rethinking Christian Faith in Relation to Judaism and the Jewish People,” September 1, 2002)
Those who want to stop Jewish evangelism view these and other examples among Catholics and mainline Protestants as successes. They are now employing various tactics to step up their efforts in evangelical Christian circles as well.
Demonizing Jews who believe in Jesus
It starts with criticizing our motives, methodology and mores. We are charged with, “failing the test of ethical evangelism,” “using misleading rhetoric and mass marketing,” “speaking out of both sides of their [our] mouths,” conducting a “shameless crusade to promote the absurd idea that converting to Christianity is the most Jewish thing one can do,” “seeking out and exploiting Jews who are the least knowledgeable of Judaism,” “engaging in subterfuge and dishonesty” and “exhibiting cult like tendencies.” (All the phrases in quote marks are actual excerpts from newspapers.)
These false accusations have been effective in motivating some of our Jewish people to fear us and keep us at arm’s length. But we don’t expect to have much of a reputation in the Jewish community. Historically, anyone who wanted to consider Jesus has had to go against the flow. For the most part, such accusations don’t carry weight with many in our evangelical family. Why? Brothers and sisters in Christ know us too well. And if they have doubts, we can point to our membership in evangelical churches and associations, to having our staff educated in evangelical institutions and ordained in mainline denominations, to our books being carried by Christian publishers and so on. However, a more insidious strategy is chipping away at the church.
Theologizing that Jews don’t need Jesus to be saved
We now find ourselves under attack in the theological realm. Groups like the American Jewish Committee’s Interreligious Affairs Department and B’nai B’rith’s Anti- Defamation League have full-time professionals lobbying Christian denominational groups to back off on Jewish evangelism for theological reasons. Their fingerprints are all over the official statements on the subject.
They argue that God made one covenant for Jews and another for Gentiles and that it’s just not necessary for Jews to accept Christ. This is sometimes called twocovenant theology. Others who consider themselves in the evangelical camp are now saying that Jews can be saved by Jesus without actually knowing or believing in Him, or a variation of that idea.
Another front on the battle for Jewish evangelism regards well-meaning evangelicals who just seem to lack discernment regarding which people and what organizations to endorse.
Christian endorsements that hurt Jewish evangelism
Some well-known pastors and Christian leaders have either endorsed those who oppose Jewish evangelism or have carefully avoided endorsing anyone who does engage in effective gospel outreach to Jewish people. Some are flattered by the affirmation rabbis bestow on them. Others fear that standing with those who believe in Jewish evangelism might jeopardize their friendship with these rabbis. Many simply don’t think through the implications or realize that those they are endorsing oppose Jewish evangelism. In any case, the cause of Christ among the Jewish people is hurt.
You can find examples of good Christians endorsing people who oppose our efforts on the web site of Rabbi Yechiel Eckstein. As director of the International Fellowship of Christians and Jews, Eckstein has diverted tens of millions of dollars in mission giving to his nonmissionary efforts. Yet Lloyd Ogilvie, Gary Bauer, Jack Hayford, Jerry Falwell, Pat Robertson and Pat Boone as well as the late Bill Bright are all listed on his site with quotes that sing the rabbi’s praises. The quotes may not reflect their knowledge of Eckstein’s anti-evangelism stance, or even portray their sentiments today, but they are there just the same. Many lay Christians depend on such leaders to help determine if a cause is “kosher.” No wonder evangelicals are duped into supporting Rabbi Eckstein.
Then there are those leaders who simply keep a safe distance from those involved in Jewish evangelism. For example, Billy Graham has refused to put in print that appealing specifically to Jewish people with the gospel message is a legitimate Christian endeavor. His statement, “In my evangelistic efforts, I have never felt called to single out the Jews as Jews…” is interpreted by some as disapproval of Jewish evangelism.
In fact, that comment, made almost thirty years ago, is still quoted by Jewish community leaders as proof that Graham does not approve of evangelistic ministry directed to Jewish people.
Overtures to evangelicals urging them to denounce us
The Cleveland Jewish Community Federation sent hundreds of letters to churches asking pastors to openly discourage your fellowship from associating themselves with “Jews for Jesus,” and deny the group access to your facility.
The director of the Canadian Jewish Congress employed the same strategy. He wrote to about 800 pastors of evangelical churches in the greater Toronto area saying,
Rejection of the mission of Jews for Jesus is a way for you to say, “we support the right of each Jewish man, woman and child to live their life as Jews, without being targeted by those who would diminish their faith.”
It would be nice to be able to say that all of the pastors who got these letters came to our defense. Some did, praise God, but most remained silent.
Some Christian leaders are standing with the Jewish leadership to publicly denounce us
Two recent examples from outside the U.S. are indicative of what is happening right here. B’nai B’rith Canada called on Dr. Charles McVety, president of Canada Bible College, to co-author an opinion piece in the Toronto Star in which he condemned “the ongoing attempt by some Christian groups to lure Jews away from the faith of their ancestors.” When the head of our Toronto branch spoke with him, McVety said that he knew of nothing we have done that was inappropriate—yet on Canadian television and in print he has characterized our evangelistic efforts as deceitful and unethical.
In the United Kingdom, it seems that the Chief Rabbi of Britain and the Jewish Board of Deputies complained to the Archbishop of Canterbury (the head of the Church of England) about our Behold Your God London street evangelism campaign this past summer. In response, the archbishop wrote to the head of our London work that should he be asked about our efforts, he would say “…that the campaign by Jews for Jesus represented an approach to Christian witness which neither he nor the wider Church of England could endorse.”
The battle is not over
The above are long-term strategies that have begun to erode the average Christian’s understanding of the need for Jewish evangelism. As Irish philosopher Edmund Burke said, “The only thing necessary for the triumph of evil is for good men to do nothing.” Friends, the silence is deafening. I feel like support for our cause is slipping and that many Christians are being quietly influenced by a smart public relations job that opposes Jewish evangelism.
Fewer evangelical churches are opening their doors to our ministry and it is affecting support for our missionaries and projects all over. As I write, our support from church missions giving and offerings is down $371,130 from what it was last year at this time. That is a sizeable amount for us and the shortfall is not being made up any place else. That is why I need you to come alongside now as we fight this battle.
This attack against our evangelical position requires us to alert and mobilize the evangelical troops into action. I am hoping that God will use friends like you to help turn things around for us. You have been a friend of Jews for Jesus because you know us, because you know what we do, because you know by God’s grace we are able to be effective in preaching the gospel to Jews and Gentiles around the world. I need you to share your confidence in us with your Christian friends.
I want to ask you to start with the pastor of your home church. Perhaps it has been a while since you have had a presentation from Jews for Jesus in your church. Maybe we have never been to your church before. Would you help introduce us to your church, open the door for us to minister to the congregation? We have several programs that will be a blessing to your church friends and family, but we need the opportunity to be heard. I think we can win the friendship of pastors and Christians who love Jesus and love my Jewish people if they can just meet us and hear our heart. You can use the enclosed response slip to introduce us to your church or other Christian friends.
Thankfully, our support from individuals is not down from last year, but neither has it gone up at all. This is the first year since I have been executive director that our support has not increased from one year to the next. That, combined with the fact that our church missions giving and offerings are way down, has made for a lot of belt-tightening around here. We have put a freeze on hiring any new staff. We have halted all purchases of replacement equipment and we have postponed any salary increases until we see where we stand at the end of the year.
It is my duty to ask for your help at this time to meet some of the shortfall we have experienced this year. I hope that I will be able to give the salary increases that our staff has earned, but I can’t do it unless we see an increase in our level of support by about $87,336 per month. We also have half a dozen new missionaries waiting to begin their training in January. Each is working hard to raise support, but if we add them all to our training class, overall our expenses will increase by approximately $30,000 each month. Then there is the equipment that needs updating or replacing—vehicles that have traveled more miles than I care to think, computers which should have been upgraded but have just limped along. I think you get the picture.
I know that some are already giving all they can to support us, and if that is you, I want to say a great big “TODAH!” Thank you for your love and faithfulness to the Lord Jesus. Please don’t feel any pressure to give more than what the Lord has already told you to give.
Yet I imagine there are some who might prayerfully be able to increase their support in the coming year. I have been told by David Stone, our chief administrator, that if those who have been giving could increase their support by just 10% that would do it. For example, if each friend who has been giving $10 a month could give one extra dollar each month and so on, that would enable us to give those salary increases, add those new missionaries and continue to stand tall in the battle we are facing. While some will not be able to do that, others may be able and willing to do more than that. Whatever you feel you can afford would be greatly appreciated at this time. You might even want to use the enclosed electronic fund transfer form to send your support automatically.
As we enter this season of Thanksgiving I am grateful to God for His many blessings to us in Jews for Jesus. I also want to thank you for caring, for taking the time to read this letter, and for standing by us in this time of need. As a way of saying thank you, in response to a donation of $30 or more I would like to send you a copy of our brand new Liberated Wailing Wall album, “Behold Your God.” This recording of Jewish gospel music will stir your soul and lift your eyes to see that the fields are indeed white unto harvest. I hope you will enjoy listening to it as much as I do. (Please check the appropriate box on the response slip.)
I don’t want you to think for one minute that our detractors are winning. I may feel overwhelmed at times, but I am excited about all that God has been doing and hopeful for great things in the future. I believe this battle could actually turn into “a victory parade” if it mobilizes friends like you to help us. I believe God can turn the tide of this opposition. We may be getting a bit bruised right now, but like Paul, I can say, “we are hard-pressed on every side but not crushed…” I know it is God’s intention to bless us in the work of Jewish evangelism and to prosper the work of our hands. The task of reaching my Jewish people with the good news is ultimately His work, so we cannot fail. Thank you for your love and friendship.
Your Jewish brother in Jesus, David Brickner (da: http://www.jewsforjesus.org/resources/war)
Dal mio libro ‘La Massoneria smascherata’ (pag. 172-186)