Affermare come fanno tanti che si dicono Cristiani, che Dio oggi sotto la grazia non castiga nessuno, nè credenti nè increduli, per esempio mandando su di loro malattie o facendoli morire, è grave perchè si tratta di una menzogna, ossia di una affermazione falsa che contrasta la verità. Basta considerare infatti la morte di Erode avvenuta dopo che un angelo del Signore lo percosse, l’accecamento del falso profeta Bar-Gesù in seguito ad una parola pronunciata dall’apostolo Paolo, e le malattie e la morte con cui Dio colpì molti credenti della Chiesa di Corinto, ed infine la morte inflitta da Dio ad Anania e Saffira (Atti 12:23; 13:11; 1 Corinzi 11:30-32; Atti 5:1-11) per rendersi conto che ci troviamo davanti ad una menzogna del diavolo. E come ogni altra menzogna, essa produce dei danni enormi. Ed è proprio di questi danni prodotti da questa menzogna che voglio parlarvi.
In primo luogo, questa menzogna induce coloro che l’accettano a credere che Dio è cambiato, e quindi questa menzogna va ad intaccare o guastare o deformare l’immagine di Dio, che è immutabile, secondo che ha detto Lui stesso: “Poiché io, l’Eterno, non muto” (Malachia 3:6). Uno degli aspetti di Dio infatti è la sua immutabilità nel corso dei secoli, ma questa menzogna va proprio ad annullarla.
In secondo luogo, se Dio oggi non castiga, è ovvio che gli uomini – sia credenti che non credenti – al sentire dire ciò, saranno incoraggiati a non temere Dio. Il timore di Dio infatti nasce dal timore di essere da Lui castigati per i propri peccati. Non diceva forse il salmista che temeva Dio: “La mia carne rabbrividisce per lo spavento di te, e io temo i tuoi giudizî” (Salmo 119:120)? Vi faccio un esempio pratico: se la legge degli uomini non prevedesse nessun castigo o nessuna pena da scontare per coloro che infrangono la legge, tutti si sentirebbero incoraggiati a infrangere la legge. Invece proprio il fatto che esiste una punizione per i trasgressori della legge, induce molti ad osservare la legge. E così la punizione costituisce uno sprono a sottomettersi alle autorità, come dice d’altronde l’apostolo Paolo ai Romani: “Chi resiste all’autorità, si oppone all’ordine di Dio; e quelli che vi si oppongono, si attireranno addosso una pena; poiché i magistrati non son di spavento alle opere buone, ma alle cattive. Vuoi tu non aver paura dell’autorità? Fa’ quel ch’è bene, e avrai lode da essa; perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai quel ch’è male, temi, perché egli non porta la spada invano; poich’egli è un ministro di Dio, per infliggere una giusta punizione contro colui che fa il male” (Romani 13:2-4). E a proposito di queste parole vi invito a riflettere su questo: se Dio dice che il magistrato è un Suo ministro per infliggere una giusta punizione contro colui che fa il male, non pensate che questa punizione verso chi fa il male sia quello che Dio vuole che accada a colui che fa il male? D’altronde nella legge di Mosè, che Dio aveva dato ad Israele, c’erano delle punizioni che Dio aveva stabilito per coloro che facevano il male, ed anche lì erano i giudici che dovevano infliggerle. Dunque, questa menzogna serve al diavolo per incitare i santi a non avere timore di Dio, e c’è riuscito in tante Chiese dove ormai tanti pensano di potersi far beffe di Dio. Ma essi ignorano che poi sarà Dio a farsi beffe di loro.
In terzo luogo, se Dio oggi non punisce coloro che violano i suoi comandamenti vuol dire che i suoi comandamenti non valgono niente. Che valore possono avere infatti dei comandamenti se non è prevista una sanzione per coloro che li violano? E così avviene che sia i comandamenti che ha dato Gesù Cristo che quelli dati dagli apostoli, vengono svuotati della loro importanza. ‘Tanto anche se io li trasgredisco, Dio non mi castiga’, è il pensiero che alberga nelle menti di tanti che si dicono Cristiani. Eppure stiamo parlando dei comandamenti che formano la legge di Cristo, che è la legge che vige nel Regno di Dio! Ecco dunque che la menzogna di questi impostori induce a sprezzare la legge di Cristo, e questo disprezzo ormai è diffuso nella maggior parte delle Chiese. La Parola di Dio invece insegna chiaramente che se la Chiesa disprezza i Suoi precetti si attira l’ira di Dio perchè Dio è un vendicatore, secondo che è scritto: “Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’asteniate dalla fornicazione, che ciascun di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore, non dandosi a passioni di concupiscenza come fanno i pagani i quali non conoscono Iddio; e che nessuno soverchi il fratello né lo sfrutti negli affari; perché il Signore è un vendicatore in tutte queste cose, siccome anche v’abbiamo innanzi detto e protestato. Poiché Iddio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione. Chi dunque sprezza questi precetti, non sprezza un uomo, ma quell’Iddio, il quale anche vi comunica il dono del suo Santo Spirito.” (1 Tessalonicesi 4:3-8). E difatti Dio ha promesso di avvilire quelli che lo sprezzano, secondo che è scritto: “… quelli che mi sprezzano saranno avviliti” (1 Samuele 2:30), e questo lo fa con i Suoi castighi.
In quarto luogo, se Dio non castiga, la Chiesa non può capire la gravità del peccato agli occhi di Dio e quindi non può ammirare la santità di Dio, perchè Dio castiga i malvagi perchè è santo. Perchè Dio castigò Caino per avere ucciso suo fratello? Perchè Egli è santo. Perchè Dio fece morire Kore, Dathan ed Abiram facendoli scendere vivi nel soggiorno dei morti assieme alle loro famiglie, per avere disprezzato Dio? Perchè Dio è santo. Perchè Dio castigò il re Nebucadnetsar rendendo il suo cuore simile a quello delle bestie perchè si era insuperbito? Perchè Dio è santo. Perchè punì Gerusalemme per le sue iniquità? Perchè Egli è santo. Dunque Dio infligge i Suoi castighi per affermare la Sua santità. Nel proclamare i castighi di Dio non si fa altro dunque che proclamare la santità di Dio, proprio quello che il diavolo non vuole che si faccia nella Chiesa, perchè sa che una volta che il popolo perde di vista la santità di Dio si abbandona alla ribellione e alla dissolutezza che è proprio quello che sta accadendo nelle Chiese guidate dagli impostori.
In quinto luogo, se Dio oggi non castiga ciò vuol dire che Egli non vuole che gli uomini imparino la giustizia, perchè è quando Dio esercita i Suoi castighi sugli uomini che gli uomini imparano la giustizia secondo che è scritto che “quando i tuoi giudizi si compion sulla terra, gli abitanti del mondo imparan la giustizia. Se si fa grazia all’empio, ei non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine, e non considera la maestà dell’Eterno” (Isaia 26:9-10). Dunque questa menzogna di questi impostori fa credere che Dio sia un Dio che prenda piacere nell’ingiustizia degli uomini e che non faccia niente per fargli imparare la giustizia.
In sesto luogo, se Dio non castiga vuol dire che non fa giustizia a nessuno. Perchè dico questo? Perchè un giudice fa giustizia a coloro che hanno ricevuto un torto, punendo coloro che fanno i torti. Mi volete spiegare come farebbe un giudice a fare giustizia a coloro che vengono maltrattati, derubati, sfruttati, ecc. se non impartisse una giusta punizione contro quelli che fanno il male? E così Dio, il giusto giudice, se non punisse gli uomini per i loro peccati, non eserciterebbe alcuna giustizia in questo mondo. Come riceveranno dunque giustizia gli orfani, le vedove, i poveri, quei bambini che vengono abusati sessualmente o ai quali vengono tolti degli organi che poi vengono messi in commercio o che vengono torturati durante i riti satanici? Come riceveranno giustizia tutti quei credenti che vengono sfruttati, maltrattati, calunniati, e derubati da altri credenti in particolare pastori, e che gridano a Dio giorno e notte? Giusto per fare alcuni esempi. Se Dio non castigasse nessuno, non riceverebbero mai giustizia da Dio. Ma grazie siano rese a Dio che le cose non stanno come dicono questi impostori, ma come dice la Scrittura: “Iddio è un giusto giudice, un Dio che s’adira ogni giorno. Se il malvagio non si converte egli aguzzerà la sua spada; egli ha teso l’arco suo e lo tien pronto; dispone contro di lui strumenti di morte; le sue frecce le rende infocate. Ecco, il malvagio è in doglie per produrre iniquità. Egli ha concepito malizia e partorisce menzogna. Ha scavato una fossa e l’ha resa profonda, ma è caduto nella fossa che ha fatta. La sua malizia gli ritornerà sul capo, e la sua violenza gli scenderà sulla testa” (Salmo 7:11-16), ed anche: “L’Eterno fa giustizia e ragione a tutti quelli che sono oppressi” (Salmo 103:6), ed ancora: “Molti cercano il favore del principe, ma l’Eterno fa giustizia ad ognuno” (Proverbi 29:26). Possiamo dunque affermare con piena fiducia: “Ecco, il giusto riceve la sua retribuzione sulla terra, quanto più l’empio e il peccatore!” (Proverbi 11:31).
In settimo luogo, se Dio non punisse, questo equivarrebbe a dire che egli non ascolta la preghiera dei giusti, non vede le loro lagrime, non ascolta i loro sospiri. E questo perchè non sarebbe interessato alla loro causa, non sarebbe interessato a prendere le loro difese. Ma Dio è un giusto giudice che fa giustizia ad ognuno, ecco perchè Gesù disse: “Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia perché essi saranno saziati” (Matteo 5:6), ed anche: “E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia” (Luca 18:7-8). D’altronde, Dio “ama la giustizia” (Salmo 11:7), e quindi se la ama fa trovare al malvagio il salario della sua condotta già qui sulla terra, secondo che è scritto: ” Ecco, il giusto riceve la sua retribuzione sulla terra, quanto più l’empio e il peccatore!” (Proverbi 11:31). Noi dunque sappiamo che la nostra causa gli sta davanti e confidiamo appieno nella giustizia di Dio. A Dio sia la gloria.
In ottavo luogo – questa considerazione è collegata alla precedente – se Dio non castiga, l’uomo non può celebrare Dio per la Sua giustizia quando Dio gli rende giustizia. Che diceva invece Davide? Ascoltatelo: “O Eterno, contendi con quelli che contendono meco, combatti con quelli che combattono meco. Prendi lo scudo e la targa e lèvati in mio aiuto. Tira fuori la lancia e chiudi il passo ai miei persecutori; di’ all’anima mia: Io son la tua salvezza. Sian confusi e svergognati quelli che cercano l’anima mia; voltin le spalle e arrossiscano quei che macchinano la mia rovina. Sian come pula al vento e l’angelo dell’Eterno li scacci. Sia la via loro tenebrosa e sdrucciolevole, e l’insegua l’angelo dell’Eterno. Poiché, senza cagione, m’hanno teso di nascosto la loro rete, senza cagione hanno scavato una fossa per togliermi la vita. Li colga una ruina improvvisa e sian presi nella rete ch’essi stessi hanno nascosta; scendano nella rovina apparecchiata per me. Allora l’anima mia festeggerà nell’Eterno, e si rallegrerà nella sua salvezza. Tutte le mie ossa diranno: O Eterno, chi è pari a te che liberi il misero da chi è più forte di lui, il misero e il bisognoso da chi lo spoglia? Iniqui testimoni si levano; mi domandano cose delle quali non so nulla. Mi rendono male per bene; derelitta è l’anima mia. Eppure io, quand’eran malati, vestivo il cilicio, affliggevo l’anima mia col digiuno, e pregavo col capo curvo sul seno… Camminavo triste come per la perdita d’un amico, d’un fratello, andavo chino, abbrunato, come uno che pianga sua madre. Ma, quand’io vacillo, essi si rallegrano, s’adunano assieme; s’aduna contro di me gente abietta che io non conosco; mi lacerano senza posa. Come profani buffoni da mensa, digrignano i denti contro di me. O Signore, fino a quando vedrai tu questo? Ritrai l’anima mia dalle loro ruine, l’unica mia, di fra i leoncelli. Io ti celebrerò nella grande assemblea, ti loderò in mezzo a gran popolo. Non si rallegrino di me quelli che a torto mi sono nemici, né ammicchino con l’occhio quelli che m’odian senza cagione. Poiché non parlan di pace, anzi macchinan frodi contro la gente pacifica del paese. Apron larga la bocca contro me e dicono: Ah, ah! l’occhio nostro l’ha visto. Anche tu hai visto, o Eterno; non tacere! O Signore, non allontanarti da me. Risvegliati, destati, per farmi ragione, o mio Dio, mio Signore, per difender la mia causa. Giudicami secondo la tua giustizia, o Eterno, Iddio mio, e fa’ ch’essi non si rallegrino su me; che non dicano in cuor loro: Ah, ecco il nostro desiderio! che non dicano: L’abbiamo inghiottito. Siano tutti insieme svergognati e confusi quelli che si rallegrano del mio male; sian rivestiti d’onta e di vituperio quelli che si levano superbi contro di me. Cantino e si rallegrino quelli che si compiacciono della mia giustizia, e dican del continuo: Magnificato sia l’Eterno che vuole la pace del suo servitore! E la mia lingua parlerà della tua giustizia, e dirà del continuo la tua lode” (Salmo 35:1-28). E’ importante dunque parlare dei castighi di Dio, perchè sono la manifestazione della sua giustizia, del suo amore verso la giustizia, e quindi coloro che ricevono giustizia da Dio sono spinti a parlare della sua giustizia, e a lodarlo. Come dice il salmista: “Anche la mia lingua parlerà tuttodì della tua giustizia, perché sono stati svergognati, sono stati confusi quelli che cercavano il mio male” (Salmo 71:24).
In nono luogo, se Dio non castigasse noi non ci sentiremmo spinti ad amarlo per la Sua giustizia che manifesta castigando i nostri nemici. Davide, per esempio, rivolse a Dio queste parole quando Dio l’ebbe riscosso dalla mano di tutti i suoi nemici e dalla mano di Saul: “Io t’amo, o Eterno, mia forza! L’Eterno è la mia ròcca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio, il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto ricetto. Io invocai l’Eterno ch’è degno d’ogni lode e fui salvato dai miei nemici. I legami della morte m’aveano circondato e i torrenti della distruzione m’aveano spaventato. I legami del soggiorno de’ morti m’aveano attorniato, i lacci della morte m’aveano còlto. Nella mia distretta invocai l’Eterno e gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce dal suo tempio e il mio grido pervenne a lui, ai suoi orecchi. Allora la terra fu scossa e tremò, i fondamenti de’ monti furono smossi e scrollati; perch’egli era acceso d’ira. Un fumo saliva dalle sue nari; un fuoco consumante gli usciva dalla bocca, e ne procedevano carboni accesi. Egli abbassò i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine. Cavalcava sopra un cherubino e volava; volava veloce sulle ali del vento; avea fatto delle tenebre la sua stanza nascosta, avea posto intorno a sé per suo padiglione l’oscurità dell’acque, le dense nubi de’ cieli. Per lo splendore che lo precedeva, le dense nubi si sciolsero con gragnuola e con carboni accesi. L’Eterno tuonò ne’ cieli e l’Altissimo diè fuori la sua voce con gragnuola e con carboni accesi. E avventò le sue saette e disperse i nemici; lanciò folgori in gran numero e li mise in rotta. Allora apparve il letto delle acque, e i fondamenti del mondo furono scoperti al tuo sgridare, o Eterno, al soffio del vento delle tue nari. Egli distese dall’alto la mano e mi prese, mi trasse fuori delle grandi acque. Mi riscosse dal mio potente nemico, e da quelli che mi odiavano perch’eran più forti di me. Essi m’eran piombati addosso nel dì della mia calamità, ma l’Eterno fu il mio sostegno. Egli mi trasse fuori al largo, mi liberò, perché mi gradisce” (Salmo 18:1-19). Un Dio invece che non castigasse i Suoi nemici, si renderebbe odioso anziché amabile.
In decimo luogo, questa menzogna induce i genitori cristiani a non castigare i propri figli, perchè dicono in loro stessi: ‘Se il nostro Padre celeste non ci castiga, perchè dovremmo castigare i nostri figli? Se Lui non ci punisce quando gli disubbidiamo, perchè dovremmo punire i nostri figli quando ci disobbediscono?’ E così essi sono indotti a risparmiare la verga ai propri figli, comportamento che la Bibbia condanna dicendo: “Non risparmiare la correzione al fanciullo; se lo batti con la verga, non ne morrà; lo batterai con la verga, ma libererai l’anima sua dal soggiorno de’ morti” (Proverbi 23:13-14). Comportamento che è una dimostrazione di odio verso i propri figli, secondo che è scritto: “Chi risparmia la verga odia il suo figliuolo, ma chi l’ama, lo corregge per tempo” (Proverbi 13:24). E così avviene che sempre più genitori lasciano crescere i propri figli facendogli seguire la caparbietà del loro cuore, e questo si vede nelle Chiese.
In undicesimo luogo, questa menzogna induce la Chiesa a non castigare quei suoi membri che operano determinati scandali. Perchè questo? Perchè se Dio non castiga, la Chiesa non può sentirsi autorizzata a fare la stessa cosa. Ecco perchè nella Chiesa è assente la disciplina che veniva esercitata dagli apostoli. Prendiamo Paolo per esempio. Come si comportò nei confronti di quello che si teneva la moglie di suo padre? Lo diede in mano di Satana, secondo che è scritto: “Quanto a me, assente di persona ma presente in ispirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha perpetrato un tale atto. Nel nome del Signor Gesù, essendo insieme adunati voi e lo spirito mio, con la potestà del Signor nostro Gesù, ho deciso che quel tale sia dato in man di Satana, a perdizione della carne, onde lo spirito sia salvo nel giorno del Signor Gesù” (1 Corinzi 5:3-5). E come si comportò nei confronti di Imeneo e Alessandro che si erano messi a bestemmiare? Diede anche loro in mano di Satana, secondo che è scritto: “Fra questi sono Imeneo ed Alessandro, i quali ho dati in man di Satana affinché imparino a non bestemmiare” (1 Timoteo 1:20). Oggi potrebbe mai verificarsi una cosa del genere in quelle Chiese dove viene insegnato che Dio non castiga nessuno? Assolutamente no, e difatti questi atti apostolici vengono ormai relegati al passato, e dichiarati inammissibili oggi ‘sotto la grazia’, come se gli apostoli non fossero vissuti sotto la grazia! Ecco perchè in queste Chiese chi si chiama fratello ma è un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace, viene tranquillamente tollerato dall’assemblea invece che esser espulso come dice di fare la Scrittura (1 Corinzi 5:11-12), perchè dato che Dio non punisce nessuno neppure la Chiesa può punire un suo membro togliendolo dal suo mezzo. E quindi questi locali sono pieni di tali persone, con cui non dobbiamo neppure mangiare. I pastori di queste Chiese insegnano a tollerare questi che si rendono colpevoli di questi peccati, attirandosi l’ira del Signore a motivo di ciò come se l’attirò l’angelo della Chiesa di Tiatiri a cui il Signore disse: “Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl’idoli. E io le ho dato tempo per ravvedersi, ed ella non vuol ravvedersi della sua fornicazione. Ecco, io getto lei sopra un letto di dolore, e quelli che commettono adulterio con lei in una gran tribolazione, se non si ravvedono delle opere d’essa. E metterò a morte i suoi figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io son colui che investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere vostre” (Apocalisse 2:20-23).
In dodicesimo luogo, se Dio non castiga, ciò vuol dire che Egli non resiste ai superbi. E quindi lascia che le persone si innalzino senza abbassarle. Invece è scritto: “Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili” (Giacomo 4:7), ed ancora: ” Chiunque s’innalzerà sarà abbassato” (Matteo 23:12). E come resiste ai superbi, ossia come fa ad abbassarli, se non infliggendo loro dei castighi? Vi ricordate come Dio abbassò il re Nebucadnetsar quando si insuperbì in cuore suo? Ecco quello che è scritto: “In capo a dodici mesi egli passeggiava sul palazzo reale di Babilonia. Il re prese a dire: ‘Non è questa la gran Babilonia che io ho edificata come residenza reale con la forza della mia potenza e per la gloria della mia maestà?’ Il re aveva ancora la parola in bocca, quando una voce discese dal cielo: ‘Sappi, o re Nebucadnetsar, che il tuo regno t’è tolto; e tu sarai cacciato di fra gli uomini, la tua dimora sarà con le bestie de’ campi; ti sarà data a mangiare dell’erba come ai buoi, e passeranno su di te sette tempi, finché tu non riconosca che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole’. In quel medesimo istante quella parola si adempì su Nebucadnetsar. Egli fu cacciato di fra gli uomini, mangiò l’erba come i buoi, e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché il pelo gli crebbe come le penne alle aquile, e le unghie come agli uccelli” (Daniele 4:29-33). Dunque, questa menzogna induce a credere che Dio non castiga i superbi, e non sorprende infatti che in mezzo a queste Chiese i credenti sono incoraggiati ad insuperbirsi e i superbi la fanno da padroni. Ma Dio è giusto, e sa come abbassarli a suo tempo. Non rimarranno impuniti. La Scrittura non può essere annullata.
In tredicesimo luogo, se Dio non castiga, ciò vuol dire che bisogna parlare solo delle benedizioni di Dio, perchè non esistono maledizioni di Dio contro i malvagi. Ma la Scrittura dice che ci sono oltre che i benedetti anche i maledetti, e questo sotto la grazia. Infatti Paolo ha detto: “Se alcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema” (Galati 1:9), ed anche: “Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema” (1 Corinzi 16:22). Anatema significa ‘maledetto’, e se è maledetto vuol dire che la maledizione di Dio è su di lui, secondo che è scritto: “La maledizione dell’Eterno è nella casa dell’empio” (Proverbi 3:33). E se Dio li maledice, ciò vuol dire che li castiga anche indurandogli il cuore, secondo che è scritto: “Tu li retribuirai, o Eterno, secondo l’opera delle loro mani. Darai loro induramento di cuore, la tua maledizione” (Lamentazioni 3:64-65).
In quattordicesimo luogo, se Dio non ci punisse risparmiandoci la sua verga e il suo bastone, non ci amerebbe, perchè solo un Dio senza amore per i suoi figli può risparmiargli la verga. Perchè come un padre terreno nel risparmiare la verga al proprio figlio disubbidiente, mostra di odiarlo, così anche Dio se non ci vergasse e bastonasse dimostrerebbe di odiarci, perchè ciò equivarrebbe a farci crescere come dei ribelli, pieni di guai e dolori, perchè la mancanza di correzione porta a riempirsi di guai e dolori. Ma appunto perchè Dio è amore e ci ama di un grande amore, Egli ci castiga, per il nostro utile, affinché noi siamo partecipi della Sua santità, perchè Lui ci vuole santi. Ecco perchè la Sapienza dice: “Figliuol mio, non far poca stima della disciplina del Signore, e non ti perder d’animo quando sei da lui ripreso; perché il Signore corregge colui ch’Egli ama, e flagella ogni figliuolo ch’Egli gradisce” (Ebrei 12:5-6), e Gesù dice all’angelo della Chiesa di Laodicea: “Tutti quelli che amo, io li riprendo e li castigo; abbi dunque zelo e ravvediti” (Apocalisse 3:19). Quindi, alla luce di quanto dice la Scrittura, l’Iddio di questi che dicono che Dio non ci castiga è un Dio che odia i suoi figliuoli, un Dio che non è amore.
In quindicesimo luogo, se Dio non ci castiga, coloro che vengono da lui castigati non hanno bisogno di esaminare le loro vie per vedere se ce n’è qualcuna malvagia da abbandonare, appunto perchè qualsiasi evento funesto gli accada non può procedere dalla mano di Dio per il loro utile, e quindi avverrà quello che leggiamo nel libro del profeta Geremia: “Tu li colpisci, e quelli non sentono nulla; tu li consumi, e quelli rifiutano di ricevere la correzione; essi han reso il loro volto più duro della roccia, rifiutano di convertirsi” (Geremia 5:3). Ecco perchè in queste Chiese dove viene insegnata questa menzogna, Dio colpisce, ma il popolo non presta alcuna attenzione ai suoi castighi, e non si converte dalle sue vie malvagie. Perchè non importa quale sia il male che piomba addosso ad un credente, esso non può venire dalla mano di Dio. E così essi continuano la loro corsa verso il male come se niente fosse accaduto.
In sedicesimo luogo, se Dio non castiga, questo significa che quando un suo castigo piomba sulla testa di un uomo – sia esso credente o non credente – esso in una maniera o nell’altra è un attacco del diavolo. E quindi quello che è un’opera di Dio a scopo di bene, viene considerata come una opera del diavolo e quindi con uno scopo distruttivo. E allora ecco che la reazione sarà quella di persone che invece che umiliarsi nel cospetto di Dio, per confessare e abbondare la loro malvagità, si metteranno a combattere contro il diavolo, invocando l’aiuto di Dio contro il diavolo. Questi sono proprio ciechi e sordi. Come dice la Scrittura: “O Eterno, la tua mano è levata, ma quelli non la scorgono!” (Isaia 26:11). Questo modo di parlare di questi ribelli naturalmente costituisce una offesa nei confronti di Dio, e coloro che si rendono colpevoli di essa porteranno la pena della loro ribellione.
In diciassettesimo luogo, se Dio non castiga, i terremoti, le siccità, le alluvioni, i fulmini, e le devastanti grandinate, che la Scrittura definisce chiaramente dei giudizi di Dio, non dovrebbero essere più chiamati tali. Perchè è proprio tramite questi eventi funesti che Dio castiga gli uomini. Già proprio così, Dio castiga le nazioni, e difatti ascoltate cosa dice il salmista: “O Dio delle vendette, o Eterno, Iddio delle vendette, apparisci nel tuo fulgore! Lèvati, o giudice della terra, rendi ai superbi la loro retribuzione! Fino a quando gli empi, o Eterno, fino a quando gli empi trionferanno? Si espandono in discorsi arroganti, si vantano tutti questi operatori d’iniquità. Schiacciano il tuo popolo, o Eterno, e affliggono la tua eredità. Uccidono la vedova e lo straniero, ammazzano gli orfani, e dicono: L’Eterno non vede, l’Iddio di Giacobbe non ci fa attenzione. Abbiate intendimento, voi gli stolti fra il popolo! E voi, pazzi, quando sarete savi? Colui che ha piantato l’orecchio non udirà egli? Colui che ha formato l’occhio non vedrà egli? Colui che castiga le nazioni non correggerà, egli che imparte all’uomo la conoscenza?” (Salmo 94:1-10). Dunque, se la Scrittura – che è ispirata da Dio – chiama Dio “Colui che castiga le nazioni”, ciò vuol dire che Egli ancora oggi esercita i Suoi castighi. Non vi pare? E quindi, dato che la Scrittura non può essere annullata, sia Dio riconosciuto verace ma coloro che dicono che Dio non castiga bugiardi.
In diciottesimo luogo, se Dio non castigasse, sarebbero annullate queste parole: “Una sciagura piomba ella sopra una città, senza che l’Eterno ne sia l’autore?” (Amos 3:6), ed anche queste: “Il male ed il bene non procedon essi dalla bocca dell’Altissimo?” (Lamentazioni 3:38). Può la Scrittura essere annullata? No, e quindi anche queste parole vanno accettate così come sono scritte. Peraltro, esse confermano tanti altri passi della Scrittura, perchè la Scrittura conferma la Scrittura.
E’ evidente dunque che dinnanzi a tutti questi danni prodotti da questa menzogna così diffusa nelle Chiese, non può non venire in mente la parola che dice che un pò di lievito fa lievitare tutta la pasta. Quindi fratelli se siete tra quelli che ancora sostengono questa menzogna, vi esorto a rigettarla. Purificatevi da questo lievito malvagio, e sarete una nuova pasta. E guardatevi e ritiratevi da tutti coloro che insegnano questa eresia, a proposito dei quali peraltro voglio dire questa cosa che ritengo molto importante.
Coloro che sostengono questa eresia sono dei seduttori di menti, dei ribelli e dei cianciatori, gente che ha in avversione la giustizia e la verità, la cui vita è piena di scandali in quanto sono servitori di Mammona, per cui la loro coscienza è sporca e li riprende del continuo, per cui nella loro furbizia hanno voluto ‘cautelarsi’ per quando Dio li colpirà con i suoi giudizi, perchè così quando Dio li castigherà potranno sempre dire: ‘E’ un attacco del diavolo, vedete il diavolo mi attacca perchè io servo Dio!’ continuando dunque a ingannare i semplici, o meglio i loro clienti.
Dunque, state attenti a questa gente riprovata, che pur di farsi clienti e guadagnare denaro, è pronta a tutto, anche a mettersi sfacciatamente contro la Parola di Dio, perchè è gente stolta senza timore di Dio, che cammina secondo i desideri della carne. Sono persone veramente malvagie, che si sono insinuate in mezzo alla Chiesa per guastare la vigna di Dio, per sfruttare le anime con parole finte. Ma sappiate che “il loro giudicio già da tempo è all’opera, e la loro ruina non sonnecchia” (2 Pietro 2:3).
Chi ha orecchi da udire, oda
Giacinto Butindaro