Vi invito a leggere questo dossier dal titolo «Il finanziere Giuseppe Piredda: Una furiosa onda del mare schiumante la sua bruttura» (realizzato dal fratello Nicola Iannazzo) , e a scaricarvi il file pdf perché è molto importante, perché dimostra con prove inconfutabili che questo uomo, avendo fatto getto della buona coscienza, ha naufragato quanto alla fede ed è ora nel laccio del diavolo (come peraltro vi avevo avvertito il 13 Agosto 2022), del quale fa la volontà sovvertendo l’Evangelo di Cristo, annullando la grazia di Dio, annullando la dottrina di Dio con vani ragionamenti, torcendo a sua perdizione le Scritture, e tenendo una condotta doppia, malvagia e ingiusta. Inoltre, siccome questo uomo tiene ancora sul suo sito sentieriantichi.org e sul suo blog labuonastrada.wordpress.com molto del nostro lavoro che io e mio fratello abbiamo compiuto negli anni al servizio della Chiesa, e lo sta ancora usando come esca nella speranza di adescare qualcuno, vi avverto affinché non cadiate nella trappola di questo uomo malvagio che ama e pratica la menzogna.
La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo con purità incorrotta
Dio volendo, Lunedì 18 Settembre 2023, riprenderanno le predicazioni in diretta
Vi ricordo gli appuntamenti settimanali: Lunedì (Insegnamento), Mercoledì (Confutazione) e Venerdì (Messaggio per i peccatori), sempre alle 20:30.
Per ascoltare in diretta la predicazione dovete andare alle 20:30 qui dove dovete fare clic sul titolo della predicazione, e poi nella pagina che vi si aprirà fare clic sul triangolino verde.
Da molti anni vi metto in guardia da quei predicatori pentecostali/carismatici che fanno cadere le persone all’indietro nelle loro riunioni, toccandole o spingendole, caduta all’indietro tramite tocco che come vi ho dimostrato viene praticata da ipnotisti professionisti infatti si tratta dell’«Ipnosi con caduta mediante il ‘Tocco di Charcot’». Per cui questa pratica va rigettata. D’altronde, gli apostoli nelle loro riunioni non hanno mai spinto le persone facendole cadere all’indietro affinchè ricevessero il battesimo con lo Spirito Santo o la guarigione da una loro malattia.
Ma voglio che sappiate che ci sono stati casi di caduta a terra che hanno procurato dei danni fisici a coloro che sono caduti a terra, che hanno deciso di farsi risarcire da chi li aveva spinti a terra. Qui di sotto alcuni di questi casi. Anche queste cose fanno parte della storia del Movimento Pentecostale, ed è giusto che si conoscano.
Nel 1989 un giudice federale ordinò a Charles and Frances Hunter di pagare 300.000 dollari a una donna californiana di 67 anni, Evelyn Kuykendall, rimasta ferita quando lei fu “uccisa nello spirito” (la traduzione letterale di ‘she was slain in the Spirit’, ossia quando cadde all’indietro) in uno dei loro incontri. Si fratturò la schiena e trascorse due mesi in ospedale a causa dell’infortunio riportato durante uno degli incontri di guarigione dei coniugi Hunter (Francis MacNutt, Overcome by the Spirit, p. 171; https://www.facebook.com/1771604249737941/photos/a.1771951103036589/1771951093036590/?type=3) In una piccola comunità Pentecostale, un visitatore che «cadde nello Spirito» fece causa alla Chiesa chiedendo un risarcimento di 50.000 dollari perché la sua caduta gli procurò delle gravi lesioni fisiche. Un «profeta» lo aveva colpito al suo orecchio e gli aveva detto che Dio avrebbe guarito il suo udito e che non avrebbe avuto più bisogno dell’apparecchio acustico (https://babylon-today.com/2018/03/18/the-pentecostal-charismatic-slain-in-the-spirit-lie/ – A few years ago at a small Pentecostal church in a neighboring community, a visitor who was “slain in the spirit” sued the church for $50,000 due to his being “slain” caused him significant bodily injury, I mean, the man had to have surgery and this was after the “prophet” hit him in his ear and told him that God was going to restore his hearing and that he would never need to wear a hearing aid again!). Nel 2002 una donna di New York intentò una causa civile ad una chiesa, dopo che un pastore l’aveva colpita e spinta a terra facendola a cadere indietro (ossia dopo essere «caduta nello Spirito»), e cadendo si era rotta un braccio. L’inserviente che doveva afferrarla per accompagnarla a terra, non la prese e lei si ferì. La Chiesa dovette risarcire la donna con 80.000 dollari (https://www.christiancourier.com/articles/518-she-was-slain-in-the-spirit – I was reminded of those days, as I read an interesting news report. A New York woman was awarded a civil judgment of $80,000. Purportedly, in a religious service she was “slain in the Spirit,” and, during the ordeal, broke her arm (The Alabama Baptist, Feb. 21, 2002). When the “power from on high” hit her, a minister pushed her backwards. The attendant who was appointed to catch didn’t. She suffered injury and sued. The church was required to pay damages.)
Il ‘reverendo’ William John James Cornelius era il vicario della All Saints Church, una Chiesa Evangelica Anglicana di Londra, ed era molto conosciuto ai suoi giorni in quanto difendeva pubblicamente l’ipnosi, che egli esercitava per ‘guarire’.
Nella foto W J J Cornelius è in una tipica posa che egli usava mentre ipnotizzava le persone! Posa che anche oggi tanti predicatori pentecostali/carismatici – guardate molto attentamente i loro video – usano nelle loro riunioni quando ipnotizzano le persone per farle cadere all’indietro (caduta all’indietro che viene fatta passare come un tocco dello Spirito Santo o della potenza di Dio e del quale si dice sostanzialmente che può essere portatore pure di guarigione!). Alcuni predicatori prendono fra le loro mani la testa dell’ipnotizzato e lo spingono a terra, e lui cade all’indietro.
In un articolo pubblicato sull’Idaho Statesman del 13 Marzo 1932 fu detto che questo reverendo dichiarava di possedere poteri ipnotici e che l’ipnosi non era in realtà quella tenebrosa e misteriosa arte che si credeva comunemente, e che era usata da lungo tempo nella medicina e nella psicoanalisi (cfr. The Idaho Statesman, Boise, Idaho, 13 Marzo 1932, pag. 13). E sul Vinita Daily Journal del 5 Marzo 1932 fu pubblicato un articolo dove si dice che egli affermò: «L’ipnosi operante attraverso la chiesa può portare buoni risultati», e che «l’opinione che essa sia malvagia è sbagliata. Per mezzo dell’ipnosi io una volta ho salvato la vita di un uomo che si supponeva stesse morendo. Non potè riposarsi fino a che non lo misi a dormire» (The Vinita Daily Journal, Vinita, Oklahoma, 5 Marzo 1932, pag. 2).
Torno dunque a mettervi in guardia dall’ipnosi e da quelli che la esercitano in seno alle Chiese.
Fratelli, in questo video vedrete una serie di sessioni ipnotiche condotte da ipnotisti, che praticano l’«Ipnosi con caduta mediante il ‘Tocco di Charcot’», tocco che prende il nome da Jean-Martin Charcot (1825-1893), un famoso neurologo francese, massone (come si può vedere all’inizio del video nella foto dal segnale massonico della mano nascosta che compie), che usò l’ipnosi come trattamento terapeutico e curava i suoi pazienti toccando alcuni punti del loro corpo, come per esempio il centro della loro fronte.
Guardandola non potrete non notare una forte somiglianza con le riunioni di tanti predicatori pentecostali/carismatici, tra cui anche predicatori dell’ipergrazia, che esercitano la caduta a terra, e quindi inorridirete nel dovere riconoscere che questi predicatori praticano sostanzialmente la stessa tecnica ipnotica ma in un contesto diverso e spacciandola per potenza di Dio o per manifestazione dello Spirito Santo! Per cui questi predicatori sono degli impostori e degli imbroglioni.
Non partecipate quindi alle loro riunioni, e guardatevi da essi, perché praticano qualcosa che è condannata dalla Parola di Dio, in quanto l’ipnosi è un’arte occulta.
Jean-Martin Charcot (1825-1893) era un famoso neurologo francese, ed era anche massone (come si può vedere nella foto dal segnale massonico della mano nascosta che compie). Charcot usò l’ipnosi come trattamento terapeutico. Charcot per curare i suoi pazienti usava tocchi su alcuni punti del corpo, tra cui toccava con un dito il centro della loro fronte (Tocco di Charcot). Per eseguire il tocco di Charcot – dicono gli ipnotisti – è necessario: 1. Generare una GRANDE aspettativa che accada qualcosa 2. Fare qualche tipo di rituale con la persona (dire loro di respirare, passarci sopra le mani…) 3. Fare perdere l’equilibrio alla persona facendola cadere all’indietro (toccargli il centro della fronte e spingere) 4. Fare un approfondimento grattando la parte posteriore del collo o la parte superiore della testa o anche verbalmente. Gli ipnotisti però ci fanno sapere che nonostante il nome «tocco di Charcot», si può fare a meno di toccare. Basta fare un rituale di magnetismo (passi ipnotici – passare la mano sulla persona come se la stesse tirando con energia). Il metodo utilizzato da Charcot per indurre i suoi pazienti in trance è tuttora la tecnica ipnotica più misteriosa. Si tratta di una tecnica che secondo gli ipnotisti genera una trance profonda quasi istantanea e permette un processo di autoguarigione anche se può essere visivamente disturbante!!! Questa tecnica ipnotica è stata sostanzialmente adottata da predicatori pentecostali/carismatici, sia italiani che stranieri, per cui vi mettiamo in guardia da costoro perché praticano qualcosa che è condannata da Dio. Non abbiate niente a che fare con questi predicatori: sono dei lupi rapaci travestiti da pecore! Chi ha orecchi da udire, oda.
Questa scoperta SCONVOLGERA’ TUTTO L’AMBIENTE PENTECOSTALE E CARISMATICO. Come voi sapete, vi avevamo già messo in guardia da coloro che nelle Chiese Evangeliche predicano e praticano la ‘caduta a terra’ (chiamata anche ‘riposo nello Spirito’) spingendo le persone a terra (che una volta cadute rimangono come paralizzate o comunque come sotto l’effetto di una ipnosi), i quali fanno credere che si tratta della potenza dello Spirito Santo. Vi avevamo detto infatti che si trattava di una pratica ipnotica. Ora sappiamo CON CERTEZZA di cosa si tratta: è «L’IPNOSI CON CADUTA MEDIANTE IL ‘TOCCO DI CHARCOT’», tocco che prende il nome dall’ipnotista Jean-Martin Charcot (1825-1893), che era massone (https://www.ipnotecnica.it/maestri/jean-martin-charcot-ipnotista-1825-1893/). Ho realizzato una compilation con video trovati su Youtube di ipnosi con caduta mediante il tocco di Charcot (sotto i link a questi video).
Rimarrete SCONVOLTI, SBIGOTTITI E INDIGNATI, nel constatare che si tratta della STESSA ED IDENTICA TECNICA che tanti predicatori pentecostali/carismatici, compresi predicatori dell’ipergrazia, usano nelle loro riunioni. SPARGETE LA VOCE, FATE SAPERE A TUTTI DI QUESTA ORRIBILE E SCONVOLGENTE SCOPERTA, che finalmente SMASCHERA QUESTI PREDICATORI PENTECOSTALI/CARISMATICI (Benny Hinn, etc.)!
C’è veramente gente molto strana in giro. Vi devo mettere in guardia da taluni che fanno di tutto per farsi invitare a casa vostra – ovviamente citandovi tutti i versetti biblici che parlano dell’ospitalità che i santi devono praticare – perché sono degli impiccioni e dei curiosoni, insomma persone che violano del continuo il comandamento di farsi i fatti propri. Quando arrivano loro sembrano che arrivano degli ispettori, degli ufficiali giudiziari, delle spie, e non dei fratelli in Cristo! Osservano tutto, ma proprio tutto; sembra che abbiano una webcam in fronte con la quale catturano tutto quello che gli capita sotto tiro! Vogliono poi sapere tutto di voi: quando guadagnate al mese (quanto vi daranno di TFR), se pagate un affitto quanto è l’affitto (per poi consigliarvi di fare un mutuo per comprare una casa, affinché diventiate schiavi delle banche), se avete già un mutuo quanto è la rata del muto e per quanti anni dovrete pagare le rate! Se avete dei risparmi da parte, vogliono sapere quanto avete, e vi consigliano di investirli in criptovalute! Voglio sapere da voi se avete ereditato dei beni dai vostri genitori morti, e in che cosa consistono questi beni! Se siete in pensione vogliono sapere quanto prendete di pensione! Se avete ricevuto dei regali, vogliono sapere quali sono questi regali. Sono interessati a sapere se avete mobili nuovi o usati, che tipo di piastrelle avete, che tipo di tubi avete in cucina o in bagno, se avete buchi sul muro, sul pavimento, o sul soffitto. Poi, non sia mai che vedono una o più bottiglie di vino appoggiate al muro della cucina! Penseranno subito che siete degli ubriaconi e lo inizieranno a insinuare quando parlano con gli altri! Se poi vi siete dimenticati in bagno il barattolo del bagnoschiuma o dello sciampo con il tappo aperto andranno in giro a chiedere il significato di ciò, perché ritengono che ciò possa avere un significato segreto! Attenzione poi al balcone, perché vi ispezionano pure il vostro balcone, per vedere se ci sono dei nidi di uccelli, magari di un piccione o di una tortora; e dovesse essercene uno vi diranno subito che è meglio distruggerlo! Rimane il vostro frigorifero: vorranno vederlo per vedere se è pieno o vuoto! Questo giusto affinché abbiate chiaro che razza di gente esiste in mezzo alle Chiese! Fratelli, ve lo ripeto per l’ennesima volta, state molto attenti, non abbiate niente a che fare con questa gente una volta che capite chi sono! A questi di voi non interessa proprio niente; fingono di essere interessati a voi, ma solo per insinuarsi in casa vostra e farsi i fatti vostri e diventare gli amministratori dei vostri beni e signoreggiare sulla vostra vita opprimendovi in ogni maniera, e instillando in voi ogni sorta di ansia, di paura, di preoccupazione, e poi costruire castelli di menzogne sul vostro conto, magari anche partendo da un tubo o da un buco sul muro!!! Sono dei bugiardi compulsivi, dei maldicenti di professione, e insinuatori di ogni sorta di male contro il loro prossimo. Sono pieni di guai, e vogliono inguaiarvi. Sono privi di sapienza e di discernimento, e di carità. Costoro sono compagni degli avari, dei bugiardi, dei maldicenti, dei malvagi, dei fornicatori, degli adulteri, dei posseduti, etc. ma avversano coloro che amano e temono Dio! Un’ultima cosa, ma non meno importante, sanno fingere molto bene! E’ gente molto brava a fingere …. ma a suo tempo Dio gli fa cadere la loro maschera! Quindi, continuate a praticare l’ospitalità verso i santi, ma non fate entrare in casa vostra questa gente pericolosa!
Fratello, ti invito a considerare attentamente le seguenti parole di Gesù: “E chi avrà dato da bere soltanto un bicchier d’acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà punto il suo premio” (Matteo 10:42), come anche queste altre: “Perché chiunque vi avrà dato a bere un bicchier d’acqua in nome mio perché siete di Cristo, in verità vi dico che non perderà punto il suo premio” (Marco 9:41). Perché voglio che la prossima volta che darai un bicchiere d’acqua fresca ad un discepolo di Cristo, ti ricordi di quanto sto per dirti.
Innanzi tutto, come fa un uomo a diventare un discepolo di Cristo? Ravvedendosi e credendo nell’Evangelo. Ma come fa l’uomo a ravvedersi e a credere nell’Evangelo? Si ravvede perché Dio gli dona il ravvedimento, e crede perché Dio gli dà di credere. Quindi quando incontri un discepolo di Cristo, devi sapere che egli è tale per la grazia di Dio.
Come fai ad incontrare un discepolo di Cristo? Lo incontri perché Dio guida sia i tuoi che i suoi passi, in quanto “non è in poter dell’uomo che cammina il dirigere i suoi passi” (Geremia 10:23), ed anche perché “i passi dell’uomo dabbene son diretti dall’Eterno” (Salmo 37:23). L’incontro avviene quindi perché Dio ti dà la grazia di incontrarlo.
Veniamo ora al bicchiere d’acqua fresca che gli dai. Chi ha creato l’acqua fresca che gli dai? Dio. Come fai ad averla? Perché Dio ha fatto sì che tu ce l’avessi in quel momento. Quindi quell’acqua fresca che gli dai, gliela puoi dare per la grazia di Dio.
E come fa quel discepolo di Cristo ad avere sete proprio in quel momento? Grazie a delle circostanze che Dio ha creato. Ti ricordi quando Gesù disse alla donna samaritana: “Dammi da bere”? Perché gli chiese da bere? Perché era “stanco del cammino” ed “era circa l’ora sesta” (cfr. Giovanni 4:1-7).
E poi, chi ha prodotto in te il volere e l’agire? Dio, secondo che è scritto: “Dio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza” (Filippesi 2:13). Quindi anche il tuo voler dargli un bicchiere d’acqua fresca e il tuo darglielo hanno luogo per la grazia di Dio.
Eppure, secondo quanto ha detto Gesù, tu otterrai un premio per quel bicchiere d’acqua fresca che darai a quel discepolo di Cristo. Per quella opera buona sarai premiato, perché così Dio ha decretato.
Cose simili si possono dire anche in merito a queste altre parole di Gesù: “Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto” (Matteo 10:41). Perché anche il profeta è tale per la grazia di Dio, come pure il giusto è tale per la grazia di Dio, e incontri un profeta e un giusto per la grazia di Dio, e ricevi in casa tua il profeta come profeta, e il giusto come giusto, perché Dio opera in te il volere e l’operare e quindi per la grazia di Dio che è con te.
Che cosa ho voluto dirti con questo? Che le opere buone che noi pratichiamo è Dio che ce le ha innanzi preparate, e ce le ha preparate nei minimi dettagli, e ce le ha preparate per la Sua grazia (cfr. Efesini 2:10).
Prendiamo per esempio la sovvenzione per i fratelli che abitavano in Giudea che fu mandata dai santi di Antiochia, dopo la predizione che fece Agabo. Cosa è scritto? “Or in que’ giorni, scesero de’ profeti da Gerusalemme ad Antiochia. E uno di loro, chiamato per nome Agabo, levatosi, predisse per lo Spirito che ci sarebbe stata una gran carestia per tutta la terra; ed essa ci fu sotto Claudio. E i discepoli determinarono di mandare, ciascuno secondo le sue facoltà, una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea, il che difatti fecero, mandandola agli anziani, per mano di Barnaba e di Saulo” (Atti 11:27-30). Da notare che ad Antiochia giunsero quei profeti, quindi dei credenti che avevano ricevuto per grazia di Dio il ministerio di profeta, e uno di loro fece una predizione per lo Spirito di una grande carestia per tutta la terra, per cui quella rivelazione fu concessa da Dio per la Sua grazia, e in seguito a quella rivelazione i discepoli del Signore decisero di mandare del denaro ai fratelli che abitavano in Giudea, per cui fu Dio ad operare in loro il volere e l’operare, ed essi dettero ciascuno in base alla prosperità concessagli da Dio. Ma oltre a ciò, fu Dio a mandare quella grande carestia sulla terra, perché le carestie le chiama Dio sulla terra (cfr. 2 Re 8:1). Per cui in definitiva, fu Dio a preparare innanzi anche quella opera buona che fecero i santi di Antiochia ai fratelli della Giudea.
Quindi, per ricapitolare, è Dio che ha preparato innanzi le opere buone che noi dobbiamo compiere, e fa sì che noi le compiamo affinché il Suo nome sia glorificato, e per esse ci premia.
Secondo quanto leggiamo nel libro « Sardegna misteriosa ed esoterica. Il lato occulto, maledetto e oscuro dell’isola più magica del Mediterraneo», scritto da Pierluigi Serra, il 24 Giugno 1924 – quindi mentre il Movimento Pentecostale era in piena espansione in Italia – si tenne una seduta spiritica nei locali della Chiesa Evangelica Battista di Cagliari, di cui era pastore allora Francesco Giusto Lo Bue (fu pastore di quella Chiesa dall’agosto del 1919 all’agosto del 1929). Il Lo Bue era un massone (faceva parte della Loggia massonica cagliaritana “Sigismondo Arquer”), e sua moglie Mary Singleton era anch’essa massona, e lei partecipò a questa seduta essendo una strega e spiritista.
Ecco quanto leggiamo nel libro «Sardegna misteriosa ed esoterica. Il lato occulto, maledetto e oscuro dell’isola più magica del Mediterraneo»:
«Quando si trasferirono al Cairo, inviati in missione pastorale, i coniugi Lo Bue avevano solo una vaga traccia di cosa cercare; le indicazioni che erano scaturite dal suggerimento di Margaret Murray erano fin troppo blande per intraprendere una indagine mirata. Ma già al loro arrivo nella capitale, dopo aver trovato sistemazione nell’abitazione che era stata occupata dal loro predecessore pastorale, avevano avuto modo di entrare in contatto con una realtà culturale dinamica ed entusiasmante e, cosa non da poco, Mary aveva elevato il proprio livello di percezione: in quel contesto multietnico era stata accolta con amicizia e rispetto, un atteggiamento riservatole soprattutto da chi ne aveva intravisto e percepito le doti. La comunità europea che si era formata in Egitto, in quegli anni che vedevano il vecchio continente impegnato nella guerra, pareva quasi distaccata dal resto del mondo, in un’oasi di reciproca stima e di tolleranza. Convivevano italiani, tedeschi, francesi, inglesi, in un rapporto che la coppia anglo-italiana sentì come la manifestazione di una vera fratellanza tra popoli e genti. Quella fratellanza si era subito delineata non appena Francesco Giusto Lo Bue s’era palesato nella sua qualità di fratello massone, ed era stato inserito nell’organico della Loggia Iside, ricostituita agli inizi del 1900 dopo turbolente vicende.
Era stato, agli inizi del 1800, il generale Jean-Baptiste Kléber, alto ufficiale giunto in Egitto al seguito di Napoleone Bonaparte, a costituire il tempio intitolato alla divinità della maternità, della fertilità e della magia. Figlio di un alto esponente della massoneria francese, Jean-Baptiste aveva posto le basi per l’elevazione di una Loggia operante secondo l’antico rituale egizio di Memphis: nell’ottica del suo fondatore, che ne divenne Gran Maestro all’atto della costituzione, la Loggia avrebbe dovuto operare nella ricerca e nell’ambito culturale andando a individuare i tasselli di un ampio mosaico che legavano l’antica ritualità alla massoneria di quegli anni. A fermare il lavoro di ricerca dell’Officina latomistica fu l’omicidio3 di Kléber, ordito da una setta religiosa estremista: esecutore materiale dell’assassinio era stato lo studente di scienze islamiche Soleyman el-Halabi che il 14 giugno del 1800 aveva aggredito e ucciso il generale francese nella piazza principale del Cairo. Quando la Marina inglese prese possesso del Cairo cacciando i francesi dal suolo egiziano, molte delle logge nate durante il periodo napoleonico vennero sciolte e sostituite dalle officine di impronta britannica: la massoneria continuò comunque a giocare un ruolo di rilievo all’interno del contesto sociale del paese e, sul finire del 1800, venne ricostituita in forma totalmente segreta anche la Loggia Iside, all’interno della quale si ritrovarono numerosi italiani e francesi perlopiù appartenenti alle categorie mercantili ed economiche che operavano nel territorio.
È in tale contesto che venne accolto, nella sua qualità di Maestro, Francesco Giusto Lo Bue. Dotato di dialettica e grande capacità comunicativa divenne ben presto uno degli elementi di spicco dell’Officina, lavorando nel contempo per costituire un cenacolo esoterico aperto anche alle donne. Durante questa fase Mary venne iniziata alle scienze arcane. La ricerca esoterica che coinvolgeva i coniugi Lo Bue proseguì al Cairo senza sosta, anche perché i due erano consapevoli che il messaggio loro pervenuto aveva un significato profondo dal punto di vista misterico ed esoterico: sapevano ma non comprendevano in pieno i contorni di quanto stava loro accadendo e ritenevano di trovarsi al centro di un disegno molto articolato e profondo. A diradare leggermente la nebbia che avvolgeva il mistero sulle parole pronunciate dallo spirito egizio fu l’incontro, quasi fortuito, con un viaggiatore inglese molto particolare ed eclettico. Fu proprio durante un tè offerto da Mary Singleton che si presentò nel loro salotto, in compagnia di una conoscente inglese, William Wynn Westcott
Suddito di Sua Maestà Britannica, nato a Leamington il 17 dicembre del 1848, aveva intrapreso una brillante carriera medica culminata con l’incarico di coroner ricevuto all’età di trentun anni. A Londra, oltre alla carriera medico-legale aveva avviato un percorso iniziatico e magico che lo aveva visto protagonista della fondazione della Golden Dawn insieme a Samuel Liddell Mathers e William Robert Woodman. Con loro aveva iniziato a studiare non solo la Kabbalah, ma aveva dedicato molta della propria ricerca all’ambito magico. Per una serie di vicissitudini e di screzi legati al ruolo di spicco all’interno della Loggia magica, Wynn Westcott era stato tenuto sotto stretto controllo dalla polizia: aveva così deciso di abbandonare la madrepatria per dedicarsi a un viaggio di studio e di ricerche che lo avrebbe portato fino in Australia. Durante questo suo peregrinare per il bacino del Mediterraneo era giunto al Cairo, per perfezionare i propri studi sulle tematiche legate alla magia egizia e ai riti di evocazione dei defunti. Aveva studiato con assiduità i testi che fino ad allora erano stati tradotti, aveva visitato con l’occhio dello studioso piramidi e monumenti in cerca di segnali e di tracce che lo illuminassero nel percorso iniziatico. Fu proprio nel corso del primo incontro tra Mary Singleton e William Wynn Westcott che venne alla ribalta l’interesse verso le scienze arcane e fu altrettanto breve il passo che condusse la giovane inglese a condividere con il mago britannico le proprie capacità medianiche, ponendo l’accento sui fatti che si erano verificati a Tunisi. Gli studi compiuti da Westcott avevano per un periodo riguardato anche la diffusione delle caste iniziatiche nel bacino del Mediterraneo e, in questo ambito, aveva trovato tracce di quelle popolazioni che abitavano l’isola di Sardegna, della loro abilità bellica e delle capacità magiche di cui si diceva fossero in possesso.
Fu proprio Westcott a confidare a Mary ciò che pareva un mistero irrisolto, riguardante un oggetto dai poteri straordinari, forse trafugato dagli Shardana e portato sull’isola. Questo manufatto sacro aveva come caratteristica quella di potenziare le capacità magiche delle persone, era in grado di rendere fertili le terre e allontanare i mali dalle popolazioni che lo custodivano. Dell’oggetto si erano perse le tracce oramai da centinaia di anni, da quando era calato un silenzio misterioso sulla città dalla quale il manufatto – forse una piccola statua – era stato trafugato. La mitica città di Berenice Pancrisia, di cui avevano scritto nell’antichità sia Plinio il Vecchio che Diodoro Siculo, era depositaria di oggetti magici il cui potere donava benefici agli abitanti e al territorio circostante. Fu durante una delle scorrerie dei ribelli Shardana, così come era narrato nelle fonti egizie del ii millennio a.C., che la statuetta venne trafugata e portata laddove era la patria dei guerrieri. La Sardegna. Per Mary Singleton e Francesco Giusto Lo Bue s’era aperto un importante spiraglio sul mondo oscuro che sembrava avvolgere la loro ricerca. Berenice Pancrisia, gli Shardana, i racconti che narravano dei ribelli arrivati dal centro del mare, navigando arditamente con le loro navi da combattimento, guerrieri che nessuno era mai riuscito a sconfiggere. Vennero alla mente allora le testimonianze che riguardavano il faraone Ramses, il sovrano che li aveva arruolati nella sua guardia personale, o le lettere e i documenti di età amarniana – risalenti alla xviii dinastia egizia – con le citazioni che riguardavano i bellicosi e valorosi abitanti della lontana terra pronti a offrire i loro servigi e le loro armi ai privati o ai commercianti egizi. Un mistero riguardava la flotta degli Shardana e i suoi abili comandanti che, dopo una incursione nelle vallate nubiane, avevano sottratto proprio uno dei più importanti oggetti del culto di quelle genti. Una raffigurazione della Divinità Femminile. La strada era tracciata: la breve parentesi nel continente africano aveva come epilogo il luogo dal quale parevano partire i fili di una complicata ragnatela che legava eventi, luoghi e oggetti, in un disegno geometrico difficile da decifrare. Così come la tela del ragno scompariva agli occhi dell’ignara vittima, altrettanto nascoste erano le trame che sembravano condurre verso un unico luogo.
Partirono per la Sardegna, per la capitale dell’isola, direttamente da Tunisi, dove avevano compiuto una nuova e brevissima sosta, necessaria per raccogliere altre informazioni di carattere storico e geografico. Mary aveva trovato a Cagliari l’humus ideale per proseguire le ricerche in compagnia del marito, ma anche l’attenzione e la curiosità di un gruppo abbastanza nutrito di coetanee animate dalla voglia di sapienzialità: erano compagne, mogli, lontane parenti dei massoni che operavano in città oramai da diversi anni, contrastando il potere e l’egemonia culturale della Chiesa di Roma. Malvisti, attaccati dalla gerarchia ecclesiastica e da alcune frange della nobiltà isolana vicina all’Arcivescovo, i massoni non si trinceravano dietro l’anonimato, anzi partecipavano attivamente a tutte quelle iniziative pubbliche che avevano come oggetto principale la beneficenza e la solidarietà. Strali e reprimende erano stati lanciati più volte, attraverso i pulpiti o tra le colonne dei quotidiani finanziati dal movimento ecclesiastico, nelle differenti occasioni pubbliche che avevano visto protagonista la massoneria cagliaritana. Così come era accaduto con la posa del busto dedicato a Giordano Bruno, innalzato al centro di un minuscolo giardinetto scelto strategicamente dai promotori delle celebrazioni bruniane per via della sua vicinanza alla cattedrale. La via Mazzini, il cui nome evocava già venti repubblicani e tempeste anticlericali, era divenuta con il monumento al martire di Nola una aperta sfida ai ghibellini cittadini, tanto da far scendere in campo il metropolita cagliaritano, smanioso di disfarsi di una testimonianza assai scomoda per il potentato romano. Di accesa fede repubblicana, massone, martinista e sicuramente adepto dell’obbedienza egizia, Francesco Giusto Lo Bue venne accolto con il dovuto rispetto e con affetto all’interno della Loggia cagliaritana intitolata a Sigismondo Arquer, martirizzato a Toledo e assurto a emblema della resistenza all’intolleranza ecclesiastica. A Cagliari, nel locale che ospitava la comunità battista cittadina, iniziavano a radunarsi nuovi fedeli, molti dei quali di provenienza francese, svizzera o tedesca.
A margine dell’attività religiosa, Mary Singleton ebbe la capacità di costituire un solido e coeso gruppo di donne che presero a lavorare in ambito iniziatico, ricomponendo le fila di un movimento esoterico femminile che già aveva visto la luce in città ad opera di un importante ricercatore e scienziato. Oddo Casagrandi, figlio di uno tra i più importanti storici e archeologi dell’Ottocento, era giunto a Cagliari per assumere l’incarico di direttore dell’Istituto di Igiene della Regia Università: massone e appartenente alla Confraternita rosacrociana, aveva ricevuto l’incarico di costituire nei primi anni del 1900 una Loggia massonica femminile che operasse alle dirette dipendenze di Roma. In quegli anni, mentre era preside della facoltà di medicina, sposò una giovane dottoressa in scienze naturali, Carmelita Rossi, che animò la vita pubblica di Cagliari attraverso la sua partecipazione a numerose associazioni, dalla Corda Fratres alla Unione Femminile. Fu lei, sotto la spinta del marito, a dare impulso alla nuova Loggia femminile cittadina, fino al trasferimento della coppia a Padova nel 1915. Mancando una delle sue più importanti animatrici, la compagine femminile massonica ebbe una vita travagliata e destinata all’oblio, fino all’arrivo di Mary Singleton in città. Nel tempio, situato al centro di Cagliari, in corso Vittorio Emanuele, Mary proseguì l’attività di ricerca e di studio: si dedicò, insieme a tre sue consorelle, alla prosecuzione delle indagini che avevano avuto origine a Tunisi. L’ubicazione del tempio battista, lungo una direttrice viaria che era già ampiamente frequentata in epoche remote ed era luogo di transito di importanti correnti sotterranee, sembrava essere il miglior conduttore per richiamare gli spiriti guida. Nel sottosuolo di corso Vittorio Emanuele, in prossimità di quello che era stato un importante cenobio officiato dai francescani, si concentravano una serie di vestigia legate al paganesimo romano e forse, ancor prima, alla presenza di culti di divinità egizie. Fu nel corso di una seduta spiritica, l’ultima alla quale prese parte Mary, che si verificarono degli eventi destinati a ripercuotersi nel tempo.
La sera del 24 giugno del 1924, nella saletta interna della chiesa battista di Cagliari era stato approntato ogni elemento per la celebrazione dell’evocazione degli angeli guida. La cerimonia, condotta seguendo il più segreto rituale di Memphis, aveva avuto inizio al calar della sera, di quella sera che celebrava magicamente la conclusione del ciclo di luce solstiziale introducendo il periodo di oscurità dell’anno. Le candele presenti sul tavolo, ornato da una tovaglia bianca che riportava ricamati simboli della magia egizia, erano state accese e la stanza era stata purificata con incenso e verbena. Nella penombra, appena rischiarata dalle tre fiammelle giallastre, le quattro donne s’erano prese per mano iniziando a recitare – così come consuetudine voleva l’antico rituale evocativo – un cantico legato alle anime di luce. Nella minuscola stanza, dove porta e finestre erano state debitamente chiuse e sbarrate, s’iniziò a percepire un movimento circolare, un leggero soffio che accarezzava le spalle delle donne. Pareva, per profumi e intensità della brezza, che si fosse aperta una porta di comunicazione con luoghi lontani, tanto erano diversi dal solito gli odori che venivano percepiti in quel momento.
Mary li riconobbe subito, riconducendoli alla sensazione che aveva avuto nell’entrare, per la prima volta, all’interno di una piramide in prossimità del Cairo. Profumi particolari, alchimia di sabbia e di antichi unguenti, effluvi di sostanze sacre. Dalla penombra, provocando un brivido intenso quanto il riverbero di un tuono, sensazione che percorse le membra delle consorelle dell’inglese, si materializzò un essere bendato che teneva tra le mani una statuetta di marmo. Candida pareva la superficie dell’oggetto, talmente risaltava al cospetto delle bende brune che avvolgevano la figura. Le mani protese, quasi volesse offrire un sacro dono a colei che l’aveva evocato. Mentre la figura, ben più alta rispetto alla media degli umani, s’avvicinava al gruppo, da una quinta scenica aperta sull’ignoto emersero altri tre spiriti abbigliati con armature pesanti. Sotto gli occhi atterriti delle donne, mentre Mary Singleton si trovava in uno stato catatonico, di totale incoscienza e distacco, le tre figure, con occhi infuocati e bocche spalancate a vomitare urla profonde, aggredirono alle spalle lo spirito egizio. La mummia venne trapassata dalle lame bronzee dei tre spettri, trafitta più volte e sollevata di peso dalla forza dei colpi inferti. Intorno alla scena s’era scatenata una tempesta di vento, silenzioso ma potente, tanto intenso da far cadere una serie di suppellettili che erano in bella mostra sugli scaffali della libreria. In un attimo la scena si concluse con quella che parve una fotografia impressa nella parete della stanza. Occhi atterriti della vittima e sguardi furenti degli aggressori, chiazze di sangue e odore di morte. La statuetta tenuta fino a poco prima dallo spirito bendato era stata strappata dalle mani del portatore e pareva grondare il sangue di quella vittima sacrificale. Forse si era ripetuta, in una riproposizione di eventi già accaduti nei millenni passati, la scena di un omicidio, di un sacrificio rituale nel quale un uomo di rango elevato – forse un sacerdote, un iniziato alle arti magiche – era stato ucciso per essere depredato dell’oggetto sacro alla sua religione.
Tutto improvvisamente nella stanza si fermò. Le tre donne, inebetite dalla scena alla quale avevano assistito, vedevano ora sfumare lentamente gli spiriti del passato: in quel momento, nel quale pareva chiudersi la comunicazione con l’aldilà, una voce profonda parlò per bocca di Mary Singleton. Il suo passaggio nell’altra dimensione, nel regno dove il concetto di tempo non trova significato, sarebbe avvenuto a breve. Lì avrebbe compreso tutto. Mary Singleton morì il 31 ottobre di quell’anno, in un trapasso veloce e silenzioso, senza che nessuno dei suoi familiari s’accorgesse del momento del distacco. Andò via leggera. La mattina il suo volto era disteso, in un sonno eterno: le palpebre appena socchiuse e un sorriso accennato che lasciava intravedere, incorniciato tra le labbra rosee, il bianco candido dei suoi denti. La morte della donna destò sconcerto tra i suoi amici e tra i conoscenti che avevano avuto modo di apprezzarla in vita, gettando un’ombra di profonda tristezza nella comunità massonica maschile e femminile.
I funerali, celebrati il giorno successivo, vennero officiati dal marito in qualità di pastore battista, in una toccante funzione religiosa che vide la partecipazione di centinaia di persone. I labari della massoneria listati a lutto accompagnarono nel cimitero di Bonaria il feretro della Maestra. Lasciò nella città una traccia profonda del suo operato, con il suo modo di essere e di vivere nella gioia e nella fratellanza: ebbe modo di tracciare una rotta che venne poi seguita dalle consorelle, che continuarono a operare in suo nome e in nome della magia e del legame che vincolava le donne che ebbero modo di frequentarla da vicino. Il 1925 doveva segnare lo spartiacque nel mondo esoterico italiano: le decisioni del governo di considerare fuorilegge le associazioni iniziatiche, con chiaro riferimento alla massoneria, costrinsero molti degli adepti alle scienze arcane a lavorare nell’ombra, celando ogni appartenenza e ogni forma esteriore che potesse ricondurli alle organizzazioni esoteriche.
Fu così anche per Francesco Giusto Lo Bue, che dopo la parentesi cagliaritana ottenne il trasferimento a Torino. Non fu casuale la tappa piemontese, scelta con cura per proseguire il lavoro di ricerca all’interno di uno dei più famosi musei egizi del mondo. A Torino trovò altre tracce per individuare il legame tra il magico e il passato reale che univa le genti del Mediterraneo al culto più antico della Divinità Femminile, andando a ricercare indizi ancora più chiari che riportassero alla luce tasselli e informazioni sulla Berenice Pancrisia della storia»
Di Francesco Giusto Lo Bue e di sua moglie si parla anche nel libro «Cagliari Magica. L’eco delle streghe: Maghe, fattucchiere, stregoni e iniziati tra la Sardegna e l’Europa dei misteri».
Che cosa apprendiamo dal sopracitato sconcertante racconto? Che ci sono ‘pastori’ evangelici massoni, con mogli anche loro facenti parte della massoneria, che sono dediti all’occultismo e allo spiritismo, e che usano il locale di culto evangelico per tenervi sedute spiritiche o rituali esoterici particolari.
Esorto quindi tutti coloro che fanno parte di denominazioni evangeliche ad accertarsi che il loro locale di culto non venga usato per sedute spiritiche durante la notte da membri della Chiesa compresi il ‘pastore’ e la ‘pastora’, perché se così fosse quel locale è infestato da demoni, da spiriti maligni.
Lo ripeto per l’ennesima volta, che lo spiritismo è stato fatto entrare dalla porta principale nelle denominazioni evangeliche è un fatto storico certo, per cui vegliate e pregate, fratelli. Ci sono ‘pastori’ e membri di Chiesa che fanno sedute spiritiche, e poi la domenica si recano al culto!
La cosa è gravissima, e costituisce un’abominazione agli occhi di Dio, che Egli non lascia impunita.
Uscite e separatevi dalle denominazioni evangeliche, fratelli, e radunatevi nelle vostre case.