Corrado Salmè e il massone Voltaire

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C’è una massima del filosofo francese Voltaire, che era un massone, molto apprezzata in ambito massonico, perchè proclama l’assoluta libertà dell’uomo di credere e pensare quello che vuole. Questa massima dice praticamente più o meno così ‘non condivido la tua idea, ma combatterò fino alla morte affinchè tu abbia il diritto di diffonderla’. Questa massima mostra quale sia la filosofia massonica sulla libertà, perchè la massoneria lotta a favore della libertà religiosa e di pensiero che agli occhi di Dio è una LIBERTA’ SECONDO LA CARNE.

Quando dunque questa massima diabolica viene fatta propria da persone che si professano discepoli di Cristo, vuol dire che costoro hanno deciso di appoggiare la libertà secondo la carne, esattamente come fa la Massoneria. Perchè nella pratica significa che esse vogliono combattere affinchè gli atei abbiano il diritto di non credere in Dio, che i testimoni di Geova abbiano il diritto di non credere che Gesù è Dio, che i Mussulmani abbiano il diritto di credere che Gesù non è il Figlio di Dio morto e risorto e così via e ovviamente anche il diritto di diffondere queste idee malvagie. Quando invece, secondo la Scrittura, costoro non hanno il diritto di avere queste idee e di diffonderle, ma hanno il dovere di RAVVEDERSI ossia di cambiare modo di pensare , e perciò bisogna ordinargli di ravvedersi e di credere nel Vangelo.

Come potete vedere anche Corrado Salmè ha fatto propria questa diabolica massima (screenshot sotto, preso dal suo profilo). Sopra nella foto ho messo questa frase come viene elogiata su un sito massonico.

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Guardatevi da tutti quegli Evangelici che condividono questa massima di Voltaire.

Chi ha orecchi da udire, oda.

Giacinto Butindaro

Leggete il mio libro ‘La Massoneria smascherata’

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3 risposte a Corrado Salmè e il massone Voltaire

  1. Mario Prospero scrive:

    L’unica cosa per cui un cristiano deve dare la sua vita è il vangelo di Cristo e non certo il diritto degli imbroglioni di diffondere il loro imbroglio!!!

  2. antonio scrive:

    RETTIFICA

    Come Galilei non ha mai scritto: « Eppur si muove» e in nessun luogo delle opere di Machiavelli si trova: « Il fine giustifica i mezzi», allo stesso modo Voltaire non ha mai scritto né detto «Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu lo possa dire». E allora da dove nasce questa leggenda metropolitana?

    Ricordo che il giornalista televisivo Sandro Paternostro, vanesio e inconcludente corrispondente estero della Rai, colui che ha impostato definitivamente, anche per chi l’ha succeduto, il “canone” delle corrispondenze televisive da Londra sulla filiera tematica cappellini-della-regina-mostre-canine-e-via-minchionando ( e tutta l’Inghilterra di Hume e di Dickens, del Labour e di Shaw che vada a farsi benedire) amava ripetere questa formula nel programma televisivo “Diritto di replica” di qualche decennio fa.

    Voltaire

    Ancora oggi viene ribattuta con grande enfasi e magnanimità citrulla tutte le volte che si fa mostra di elegante tolleranza nei confronti del proprio avversario. Essa è tanto pregna di un fair play vanitoso quanto logicamente destituita di senso solo se ci si pone a pensare che se concediamo al nostro avversario la libertà di poter dire tutto, anche l’intenzione di uccidere, noi o altri, egli da un lato lo farebbe di già e molto prima che noi ci immolassimo per consentirgli di dirlo, oppure lo farebbe col nostro consenso. L’idea di tolleranza non può che partire da un “minimo etico” e non può non essere che reciproca, ovviamente, ma non può ammettere nell’interlocutore idee di sterminio o altri abomini, che pertanto nessuno, e per giunta a sacrificio della propria vita, può consentire di dire ad alcuno. Se infatti si deve essere tolleranti coi tolleranti, viceversa non si può essere che intolleranti con gli intolleranti.

    Ma tagliando corto, il signor di Ferney non ha mai detto simile frase. Come mai allora gliela si attribuisce?
    La sola versione nota di questa citazione è quella della scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall, «I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it. », The Friends of Voltaire, 1906, ripresa anche nel successivo Voltaire In His Letters (1919).
    Per chiudere la storia di questa falsa citazione, Charles Wirz, Conservatore de “l’Institut et Musée Voltaire” di Ginevra, ricordava nel 1994, che Miss Evelyn Beatrice Hall, mise, a torto, tra virgolette questa citazione in due opere da lei dedicate all’autore di « Candido», e riconobbe espressamente che la citazione in questione non era autografa di Voltaire in una lettera del 9 maggio 1939, pubblicata nel 1943 nel tomo LVIII dal titolo “Voltaire never said it” (pp. 534-535) della rivista “Modern language notes”, Johns Hopkins Press, 1943, Baltimore.

    Ecco di seguito l’estratto della lettera in inglese:
    «The phrase “I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to say it” which you have found in my book “Voltaire in His Letters” is my own expression and should not have been put in inverted commas. Please accept my apologies for having, quite unintentionally, misled you into thinking I was quoting a sentence used by Voltaire (or anyone else but myself).» Le parole “my own” sono messe in corsivo intenzionalmente da Miss Hall nella sua lettera.

    A credere poi a certi commentatori (Norbert Guterman, A Book of French Quotations, 1963), la frase starebbe anche in una lettera del 6 febbraio 1770 all’abate Le Riche dove Voltaire direbbe :
    « Monsieur l’abbé, je déteste ce que vous écrivez, mais je donnerai ma vie pour que vous puissiez continuer à écrire. » Peccato che se si consulta la lettera citata, non si troverà né tale frase e nemmeno il concetto. Essendo breve tale lettera, è meglio citarla per intero e scrivere la parola fine su questa leggenda.

    A M. LE RICHE,
    A AMIENS.
    6 février.
    Vous avez quitté, monsieur, des Welches pour des Welches. Vous trouverez partout des barbares têtus. Le nombre des sages sera toujours petit. Il est vrai qu’il est augmenté ; mais ce n’est rien en comparaison des sots ; et, par malheur, on dit que Dieu est toujours pour les gros bataillons. Il faut que les honnêtes gens se tiennent serrés et couverts. Il n’y a pas moyen que leur petite troupe attaque le parti des fanatiques en rase campagne.
    J’ai été très malade, je suis à la mort tous les hivers ; c’est ce qui fait, monsieur, que je vous ai répondu si tard. Je n’en suis pas moins touché de votre souvenir. Continuez-moi votre amitié ; elle me console de mes maux et des sottises du genre humain.
    Recevez les assurances, etc.

    Ma ormai la frase di Miss Hall aveva varcato l’Atlantico e dopo un piccolo rimbalzo nei circoli ristretti dei liberal era entrata nel formidabile circuito dei media americani, tramite il popolare Reader’s Digest (Giugno 1934) e la Saturday Review (11 Maggio 1935). E da allora la sua diffusione è stata inarrestabile.

    (Alcuni brani tratti da da “wikipedia.fr” e “en.wikiquote.org”)

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