Contro il commercio delle cose relative al regno di Dio

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La dottrina di Cristo non prevede la messa in vendita di alcunché che riguarda il regno di Dio, infatti Gesù Cristo ha detto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10:8), e difatti Lui non mise in vendita niente, ma proprio niente, e così fecero i suoi apostoli. Già, perché gli apostoli erano ‘fondamentalisti’ avendo preso alla lettera le parole del Signore Gesù Cristo. Ma ci sono molti che in mezzo alla Chiesa rifiutano di prendere queste parole alla lettera, e questo perché sono uomini corrotti che stimano la pietà essere fonte di guadagno, come dice l’apostolo Paolo: “Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s’attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni d’uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno” (1 Timoteo 6:3-5). Dunque, la Scrittura non biasima quelli che prendono alla lettera le parole di Gesù Cristo, ma quelli che le rigettano e fanno della libertà una occasione alla carne facendo delle cose che concernono il regno di Dio degli oggetti commerciali. Perciò il commercio delle cose relative al regno di Dio non ha nulla a che fare con il Cristianesimo. O c’è forse qualcuno tra i mercanti ‘evangelici’ che può dimostrarci Bibbia alla mano che sia lecito questo commercio, in quanto nella Bibbia ci sono esempi di servitori di Dio che si sono dati a questo commercio?

Giacinto Butindaro

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