Il senatore Lucio Malan ha deciso di lasciare Dio, e quindi la Parola di Dio, fuori dal suo intervento in Senato, infatti ha espressamente dichiarato: «Aggiungo una definizione. Alla domanda «Come definisce il matrimonio?», che un giornalista fece all’allora senatore Barack Obama una settimana prima delle elezioni del 2008, Obama, con la capacità retorica che ha, disse che per lui matrimonio era l’unione tra un uomo e una donna, e, come cristiano, lo considerava un’unione sacra dove c’è di mezzo Dio. È Obama a parlare, non sono parole mie. Io Dio lo lascerei e lo lascerò fuori dalla discussione; se qualcuno è interessato a sapere come la pensa non mancano le fonti».
Beh, certo, sentire dire a uno come Lucio Malan, che si professa un Cristiano che ha aderito al principio della Riforma «Sola Scrittura», che ha deciso di tenere Dio fuori da una discussione in Senato su un DDL che contrasta fortemente la Parola di Dio ossia quello che Dio dice sul matrimonio, è veramente sconcertante perché il matrimonio lo ha istituito proprio Dio, che è il Creatore di tutte le cose. Infatti Dio dopo avere fatto l’uomo e la donna disse: “Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne” (Genesi 2:24).
E che Malan abbia voluto tenere Dio fuori dal suo discorso in difesa del matrimonio, è confermato dal fatto che quando all’inizio del suo intervento spiega chi ha stabilito come avviene la procreazione dice che l’ha stabilito la natura. Ecco le sue testuali parole: «La famiglia è un fondamento sì sociale e culturale – ed è anche una formazione sociale – ma, prima ancora, è naturale e biologica: è la natura che ha stabilito come avviene la procreazione, ovvero tra un uomo e una donna, né più né meno.». La natura?! Ma la Scrittura non dice questo, in quanto è Dio che ha stabilito come avviene la procreazione, non la natura.
Ma Dio – secondo Malan – va tenuto fuori dalla discussione! Già, proprio il Creatore, proprio Colui che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, proprio Colui che ha fatto la donna per l’uomo affinché gli sia un aiuto convenevole, proprio Colui che ha stabilito che l’uomo e la donna devono procreare, secondo che disse loro: “Crescete e moltiplicate e riempite la terra” (Genesi 1:28) e affinché questo avvenga li ha forniti di tutto quello che è necessario alla procreazione, e soprattutto proprio Colui che nel Suo grande amore verso di noi ha mandato nel mondo il Suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati e a motivo di ciò gli va data la gloria e l’onore ora e in eterno in Cristo Gesù il Suo Figliuolo, dico proprio Lui è stato tenuto fuori dalla discussione dal senatore valdese Lucio Malan!
Eppure sentiamo dire a tanti che le Chiese Evangeliche hanno bisogno di avere una presenza politica che li rappresenti in Parlamento, per portarvi la Parola di Dio! Noi rigettiamo questa idea, come è ben noto, perché la Scrittura vieta alla Chiesa di mettersi a fare politica – tuttavia preghiamo per le autorità e ci sottomettiamo ad esse come Dio ci ordina di fare – ma confessiamo che visto e considerato che il senatore Lucio Malan afferma di essere un cristiano evangelico, almeno da lui ci saremmo almeno aspettati che citasse la Parola di Dio, dell’Iddio in cui lui afferma di credere! E che la citasse in difesa del matrimonio, ma anche contro gli omosessuali ed anche contro i fornicatori in favore dei quali è il DDL Cirinnà. Ma così non è stato, e questo ci fa indignare profondamente. Lo diciamo con molta franchezza: è scandaloso!
Ma così vanno le cose oggi in seno a molti che si professano Cristiani Evangelici. Dio è da tanti che si professano Cristiani Evangelici tenuto fuori da tante e tante discussioni, sia private che pubbliche, e questo perché non credono in Dio, non amano Dio, non hanno timore di Dio, non conoscono Dio! Coloro invece che credono in Dio, lo amano, lo conoscono ed hanno timore di Lui, sono guidati dallo Spirito di Dio a citare la Parola di Dio in mezzo a questa generazione storta e perversa in difesa del matrimonio, e contro il peccato dell’omosessualità e contro coloro che lo commettono, e contro un altro peccato sessuale molto diffuso che è quello della fornicazione e contro coloro che lo commettono. Essi tengono alta la Parola di Dio, come facevano gli apostoli. Non importa dove si trovano, non importa in che posizione sociale si trovano, lo fanno, perché l’amore per Dio li costringe a fare ciò.
Chi ha orecchi da udire, oda
Giacinto Butindaro
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28 gennaio 2016
Intervento in Aula di illustrazione della pregiudiziale sulle unioni civili
Signor Presidente,
l’articolo 29 della Costituzione dice che la Repubblica tutela la famiglia quale formazione naturale fondata sul matrimonio. La «riconosce» – recita la Costituzione – perché la famiglia è ampiamente preesistente alla Costituzione e alle leggi, non solo di questo Stato ma a qualunque legge. La famiglia è un fondamento sì sociale e culturale – ed è anche una formazione sociale – ma, prima ancora, è naturale e biologica: è la natura che ha stabilito come avviene la procreazione, ovvero tra un uomo e una donna, né più né meno. Ecco perché la Costituzione la riconosce: la famiglia c’è già, e il fatto che questo rapporto sia stabile e duraturo è una delle ragioni che rende la nostra specie – supponendo che la nostra sia a tutti gli effetti una specie animale – diversa dalle altre. Infatti, la cura dei bambini, dei piccoli, che può avvenire solo con la presenza non soltanto della madre ma anche del padre, permette che la nostra specie abbia una possibilità di sviluppo maggiore, con un cervello più grande degli altri animali rispetto alla nostra statura, rispetto alle nostre dimensioni. Questo perché c’è qualcuno che può prendersi cura del bambino, inerme per diversi anni dopo la nascita; perché c’è un rapporto non soltanto sessuale ma anche duraturo, durante e dopo la gravidanza, tra uomo e donna. Quindi, nessun’altra formazione sociale può essere paragonata a questa, che esiste in natura. Mentre, in natura, non ci sono i Partiti né le cooperative né i sindacati – che sono tutte formazioni sociali rispettabilissime, e ci sono indubbiamente rapporti di solidarietà tra individui al di fuori di questo schema – ma sono un’altra cosa; non c’entrano niente con la procreazione.
Aggiungo una definizione. Alla domanda «Come definisce il matrimonio?», che un giornalista fece all’allora senatore Barack Obama una settimana prima delle elezioni del 2008, Obama, con la capacità retorica che ha, disse che per lui matrimonio era l’unione tra un uomo e una donna, e, come cristiano, lo considerava un’unione sacra dove c’è di mezzo Dio. È Obama a parlare, non sono parole mie. Io Dio lo lascerei e lo lascerò fuori dalla discussione; se qualcuno è interessato a sapere come la pensa non mancano le fonti. Ora, sul perché Obama abbia cambiato idea non è qui argomento di discussione; di certo non l’ha fatto per farsi rieleggere perché non può più. Sta di fatto che Obama, che diceva che il matrimonio è tra uomo e donna, adesso è quello di «Love is love» e dell’arcobaleno sulla Casa Bianca: misteri! Ma non è solo Obama. Ciò che più conta per noi è la Costituzione, secondo quanto ribadito dalla più volte citata sentenza n. 138 del 2010: il matrimonio è tra uomo e donna. Ebbene, questo disegno di legge che stiamo esaminando è in tutto un matrimonio, tranne il nome, e dunque va contro l’articolo 29 della Costituzione che prevede che il matrimonio abbia una tutela particolare perché matrimonio è famiglia tra uomo e donna, perché tra uomo e donna è un’unione feconda; altri tipi di unione e di formazione sociale non lo sono: è un fatto oggettivo e naturale.
Il sottosegretario Scalfarotto, fin dal 2013, ha detto che le unioni civili devono essere sostanzialmente identiche al matrimonio. In un’intervista a «La Repubblica» del 16 ottobre 2014 è stato ancora più chiaro: «Io faccio una battaglia per l’uguaglianza, come quella dei neri americani. L’unione civile non è un matrimonio più basso ma la stessa cosa. Con un altro nome per una questione di realpolitik». In altre parole, chi crede che sia una cosa diversa si sta facendo prendere in giro – credo, volontariamente – perché fino a qualche mese fa si poteva anche non sapere, ma ora lo si sa bene.
Sono parole non mie ma del sottosegretario Scalfarotto, che ringrazio per la sua presenza. Egli è Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e non un sottosegretario all’economia, all’industria o all’agricoltura, che non c’entrerebbero niente con queste materie. Egli, invece, c’entra con questa legge. Ebbene, con questo disegno di legge, si tocca dunque la più radicata, la più efficace, la più duratura istituzione, che è la famiglia fondata sul matrimonio. Ci sono tanti modi di celebrare i matrimoni, nel corso della Storia, ma si tratta comunque di un impegno duraturo tra un uomo e una donna, a tutela della procreazione. Questo è il matrimonio: se poi uno vuol farne un’altra cosa, deve spiegarlo a tutti quanti. Con questo disegno di legge, poiché c’è la famigerata stepchild adoption, si tocca dunque non soltanto il concetto di cos’è la famiglia e di cos’è il matrimonio, ma anche il concetto di cos’è essere genitori ed essere figli. Basta vedere le due parole: stepchild adoption. In queste due parole c’è già tutto. Non c’è bisogno di avere studiato a Cambridge per capire che adoption vuol dire adozione. Perché non diciamo le cose in italiano? Stepchild vuol dire figliastro. E il figliastro è il figlio del coniuge – non il figlio dell’amico, del fratello o della persona più cara. Il figliastro è il figlio del coniuge e, dunque, queste sole due parole ci spiegano che si tratta di adozione e di matrimonio e che, dunque, ciò è contrario all’articolo 29 della Costituzione.
Ebbene, per un argomento così importante, che tocca un elemento molto più vecchio e, alla fine, molto più importante persino della nostra Costituzione, cosa si è fatto in Commissione? In Commissione questo disegno di legge non è stato esaminato neanche per un minuto. Peccato che la Costituzione dica che ogni provvedimento deve essere esaminato in Commissione e in Assemblea. È vero, come dice qualcuno, che delle unioni civili si è parlato per diverse settimane in Commissione. Ma non si è parlato di questo provvedimento, che è stato presentato un minuto prima che si chiudesse la discussione in Commissione. Qualcuno dirà che si è parlato dell’argomento. Avete mai sentito dire di un processo che si conclude subito, per passare immediatamente al grado di Appello, perché il caso è molto simile ad un altro? Immaginate il caso di un signor Tale, che dovrebbe essere sottoposto a processo ma che viene immediatamente condannato perché c’è un caso molto simile al suo: dunque si va avanti e poi, semmai, c’è l’appello. Questo è il modo di procedere e di violare l’articolo 72 della Costituzione, per poi violarla ancora nell’articolo 29 e in altri articoli. Purtroppo l’intero provvedimento è viziato da menzogne, truffe e violazioni del Regolamento.
Ho parlato dell’articolo 72 ma c’è da considerare anche l’articolo 3 della Costituzione. Se, per caso, non fosse vero quello che dice autorevolmente il sottosegretario Scalfarotto, cioè che questo è un matrimonio, non si vede perché esso non dovrebbe essere esteso anche alle coppie eterosessuali. Siccome di coppie eterosessuali conviventi e non sposate ce ne sono tante, si cerca di far loro capire che si tutelano i loro diritti. Cito di nuovo il sottosegretario Scalfarotto, che ha detto che, se una coppia eterosessuale vuole i diritti, che si sposi o si arrangi. E ha detto che se, poi, i media dicono che in questo modo si discriminano le coppie eterosessuali, questo è segno di omofobia culturale. Ricordo che sempre l’onorevole Scalfarotto è primo firmatario di un disegno di legge, approvato dalla Camera dei deputati – per fortuna ci sono ancora due Camere – in cui si prevede, per l’omofobia, fino a sei anni di reclusione: dico questo tanto per chiarire qual è la civiltà che si vuole disegnare. Dunque, dicevo che le coppie eterosessuali non vengono tutelate da questa normativa e, dunque, se si prende per buona la finzione che questo non sia un matrimonio, si ha la chiara violazione dell’articolo 3 della Costituzione, per cui si dice che non si deve essere discriminati in base a tante cose e, naturalmente, neanche in base al sesso.
Ad ogni modo, in Commissione non si è parlato di quelle blande e malissimo scritte tutele che ci sono per la coppia eterosessuale – molto, molto inferiori a quelle previste per la coppia omosessuale. Non si è parlato di questo e non si è parlato delle adozioni. C’è di tutto: le menzogne vengono a carrettate. Eppure, quante volte abbiamo letto, anche in documenti con una bella impaginazione dei senatori del Partito Democratico, che non è un matrimonio e non ci sono le adozioni. Ci sono le adoption e quindi pensano che gli italiani siano cretini e non capiscano cosa vuol dire adoption, e le tutele per le coppie etero non ci sono.
Per quanto riguarda le coperture economiche per la pensione di reversibilità e per le detrazioni fiscali per il partner dell’unione civile, tali coperture sono state dichiarate idonee dalla Commissione bilancio sulla base di una ridicola relazione tecnica del Ministero dove il numero delle coppie presunte è variabile a seconda del tipo di spesa che si esamina, dove si da per scontato che non ci saranno persone oltre i 50 anni che usufruiranno delle unioni civili, dove non si tiene conto delle spese per gli stranieri e quant’altro. Lo stesso vice ministro Morando ha detto che si tratta di una relazione fatta dal Ministero della Giustizia e validata dalla Ragioneria dello Stato. Adesso il Ministero della Giustizia fa le valutazioni economiche!
Per quanto riguarda le adozioni, ricordo essenzialmente due punti: già oggi il sopravvissuto di una unione di fatto tra due persone può adottare il figlio dell’altro, con le adozioni speciali che permettono di adottarlo direttamente, perché già oggi la legge – ed è così da trent’anni – stabilisce che il bambino, nel caso rimanga senza genitori, può essere dato in adozione a una persona con cui ha un rapporto stabile e duraturo. Se questo rapporto c’è, la cosa è possibile già oggi, per cui non ci vengano a parlare di bambini che non avrebbero più tutele. Forse bisognerebbe pensarci alle tutele di questi bambini prima di privarli o della madre o del padre premeditatamente.
In secondo luogo, sarebbe una truffa togliere solo l’articolo 5 perché sappiamo bene – per quanto è avvenuto in altri Paesi europei e per quanto ci hanno detto tutti i costituzionalisti – che, se anche si togliesse l’articolo 5 relativo alle adozioni, la norma verrebbe ripescata per via giurisprudenziale; per cui sarebbe una vera truffa, Colleghi del Partito Democratico, votare questo provvedimento togliendo l’articolo 5, sempre che lo si tolga, perché vorrebbe dire votarlo ipocritamente dicendo che non ci sono le adozioni mentre invece ci saranno.
Infine, che cosa significa utero in affitto? Significa strappare un bambino alla madre dopo pochi secondi dalla sua nascita. A questo proposito, Presidente, vorrei farvi vedere il Regolamento comunale sulla tutela degli animali della città di Roma. L’articolo 8 è intitolato: «Maltrattamento degli animali» e al comma 6 dice: «È vietato separare i cuccioli di cani e gatti dalla madre prima dei 60 giorni di vita, se non per gravi motivazioni certificate da un medico veterinario». Perché? Perché è ritenuta una barbarie separare un gattino o un cagnolino da sua madre. Invece, con l’utero in affitto, il bambino viene separato subito dalla madre. Chi ha firmato questo Regolamento? La delegata del Sindaco alle politiche sui diritti degli animali, Monica Cirinnà.
Fonte: http://www.luciomalan.it/i-cuccioli-no-ma-i-bambini-si/#
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/960909.pdf
La relazione di Lucio Malan che leggo qui mi pare veramente ben fatta. Dice tutto ciò che c’è da dire in modo chiaro e comprensibile a chiunque, non tralasciando nulla. Per il suo tralasciare , che di fatto non ha tralasciato a mio modesto avviso, mi viene a mente questo:
Luca 9: 49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Matteo 7:21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
Giovanni, io ho fatto notare sdegnato che da un senatore che si definisce Cristiano ci si aspetta perlomeno che citi la Parola di Dio anche in senato su un argomento di tale importanza, e lui non lo ha fatto, è questo il punto che ho fatto notare. Ha tralasciato la Parola di Dio, ti pare niente?
@ Giovanni, il senatore Malan ha avuto la sua occasione per fare qualche cosa per il Signore : “testimoniare la sua fede cristiana, quale soldato di Cristo”. Se veramente uno ha creduto in Cristo Gesù, è un cristiano per tutta la vita che gli resta, 24 ore su 24, è nato di nuovo, a vita nuova; ricordi? : “vino nuovo in otri nuovi” (Matteo 9.17), ma non l’ha fatto! Anzi, volutamente ha messo da parte Dio e la sua Parola!
Non ha detto nè :”Signore, Signore”, nè ha fatto alcunchè della sua volontà!
Ma del resto che pretendere?….è risaputo che i politici devono sforzarsi di piacere quanto più possibile agli uomini, a loro elettorato, poi forse a Dio!
Proprio il contrario di quel che è scritto :”Bisogna ubbidire a Dio anzichè agli uomini” (Atti 5:29).
Come è altrettanto chiaro che vi sono certuni che pur professandosi cristiani, si stanno specializzando nello scacciare il Signore, disprezzando lo Spirito Santo, per far spazio invece ai demoni! Sì, così fanno la volontà del padre loro! Si tratta solo di ben capire chi sia il loro padre? chi intendono servire veramente? Visto poi l’esito di certe scelte, considerati certi fatti così evidenti, non si può dire che siano servi dell’Iddio Vivente e Vero, Quello della Bibbia; non sono certo soldati di Gesù, il Cristo di Dio! O mi sbaglio? Camminano con certe strane calzature non “con lo zelo dato dal Vangelo”(Efesini 6:15). Sì, pretendono di tenere il piede in due scarpe diverse e così inciampano, inciampano sempre sulla Parola di Dio!
Pace Giacinto.
No mi scusi, ma ce ne fossero di Lucio Malan in politica e in parlamento. Le sue accuse sono incomprensibili, ingiuste, piene di astio e lontane dalla carità evangelica.
Matteo 7:21 “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.”
Si capisce?
Dio ci insegna che al posto di sbandierare il suo nome indegnamente bisogna fare la sua volontà. E Malan l’ha fatto. E’ stato un grande testimone, abbiamo bisogno di gente come lui.
C’è solo da imparare. E non da criticare…
Buona domenica.
Svegliati, Simone, perchè dormi.
Bisogna avere pazienza! Io questa battaglia la voglio vincere, non mi interessa fare “bella figura” e magari contribuire a far trionfare il nemico.
Io do per scontato che i veri credenti siano contrari allo scempio della famiglia, del matrimonio e del rapporto da genitori e figli. Se mi rivolgo solo a loro, però, lascio stimare a voi quale sarebbe il risultato numerico. Quanti credete che siano i veri credenti al Senato? Qualunque numero inferiore a 161 è inutile, o non sufficiente. Anche in Senato, se pure non in quell’intervento (ne ho fatti già tre sull’argomento e altri ne farò), ho detto che ho anche ragioni di fede per essere contro il ddl Cirinnà, ma che quelle della ragione e del diritto sono più che sufficienti.
Vero, bisogna cogliere le occasioni per proclamare l’Evangelo, ma per proclamarlo proficuamente. Non per indebolire la sua causa.
Se ci dividiamo su un tema su cui abbiamo gli stessi obiettivi, facciamo il gioco dell’avversario, e ne saremo responsabili.
Cordialmente
Lucio Malan
Senatore Lucio Malan, pace a lei. Ascolti, io nel mio articolo mi sono limitato a contestarle il fatto che lei ha deliberatamente tenuto fuori Dio dal suo discorso in favore del matrimonio tra uomo e donna perché chi si definisce Cristiano, anche in una posizione come la sua, non deve mai fare una simile affermazione. Le ricordo infatti che il matrimonio che lei afferma di difendere in Senato lo ha istituito Dio, che è il Creatore di tutte le cose nonché Colui che ha mandato il Suo Unigenito Figliuolo nel mondo per essere la propiziazione dei nostri peccati, e quindi tenere fuori l’Istitutore del matrimonio da un discorso in favore del matrimonio tra un uomo e una donna, è sbagliato. Non capisco proprio perché un politico che si definisce Cristiano non debba difendere il matrimonio citando la Parola dell’Istitutore del matrimonio, mi creda non capisco proprio il suo discorso. Lei ritiene quindi che usare la ragione e il diritto siano sufficienti a contestare il ddl Cirinnà, per cui ritiene di non dovere entrare nel merito delle sue ragioni di fede in Senato! In altre parole, lei ritiene che mettersi a citare la Parola di Dio in Senato non serva! Ma, guardi, che la Parola di Dio è come un martello che spezza il sasso (Geremia 23:29), è un’arma potente nel cospetto di Dio a distruggere le fortezze, e difatti gli apostoli la usavano per distruggere “i ragionamenti ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio” (2 Corinzi 10:5). E in Senato, in questi giorni, di ragionamenti ed altezze che si elevano contro la conoscenza di Dio ce ne sono in grande quantità! Si sono sentite infatti nel dibattito al Senato tante di quelle menzogne contro il matrimonio! E lei che fa? Tiene la più potente arma, che viene dall’armeria di Dio, cioè la Parola di Dio fuori dai suoi discorsi? Senatore Malan, lei sbaglia. Ascolti, proclami la Parola di Dio in Senato contro l’omosessualità e gli omosessuali, e a favore del matrimonio tra uomo e donna, senza paura e senza vergogna. Ha un’opportunità unica credo, la colga. Non se la lasci sfuggire. Farà una cosa gradita al Creatore di tutte le cose, glielo assicuro, e non solo, ma anche a tutti i Suoi figliuoli. Lo faccia per amore del Signore, per amore della Sua Parola, per amore della verità!
Un’ultima cosa, Senatore Malan. Si ricordi che la Parola di Dio fa parte dell’armatura di Dio di cui ogni Cristiano si deve rivestire per combattere “contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono ne’ luoghi celesti” (Efesini 6:12). E’ chiamata la spada dello Spirito (Efesini 6:17). Per un Cristiano dunque prendere questa spada per distruggere le menzogne di Satana che vengono dette anche in Senato da più parti a favore dell’omosessualità e degli omosessuali, e contro il matrimonio, è un dovere.
Le assicuro che nel proclamare la Parola di Dio in Senato non si indebolisce per nulla la causa del Vangelo, anzi la si fortifica e onora. Come le assicuro che è proprio tenendo fuori la Parola di Dio dai propri discorsi che si fa il gioco dell’avversario.
Quindi, per terminare, spero che nei suoi prossimi interventi al Senato, imbraccerà la spada dello Spirito, ossia la Sacra Scrittura, per difendere il matrimonio istituito da Dio e condannare l’omosessualità e ammonire gli omosessuali.
Dio la benedica
Giacinto Butindaro
Mi permetta senatore Malan di fare le mie considerazioni sul suo discorso, su un tema così delicato e importante, sia dalle spinte che vengono dal mondo a favore delle coppie omosessuali, sia contro.
In un suo intervento lei ha affermato che dai suoi discorsi lasciava fuori Dio, e queste parole per me e credo per tutti i cristiani sono state delle parole scoraggianti e umilianti, oltre che sprezzanti nei confronti della GRANDE autorità della Parola di Dio che manifesta la volontà di Dio. Premetto che per cristiani intendo includere tutti, protestanti e cattolici romani, che risultano un numero elevato in Italia, che hanno quindi la più ampia rappresentazione anche nel Senato della Repubblica italiana. Sono molto meno gli atei e i non cristiani. Ciò considerato, lei ha preferito parlare un linguaggio basato sulla “ragione umana” e sul “diritto” omettendo volontariamente le motivazioni “bibliche religiose cristiane”, frustrando e offendendo l’aspettazione dei suoi elettori cristiani. Non è forse vero che le lobby pro-omosessuali soffrono e subiscono i ragionamenti biblici per cui non vengono approvati da Dio e sono condannati dalla Bibbia’? Se costoro ricercano con forza e costanza tale approvazione, chi vuole andare loro contro, non si può prescindere nei propri discorsi da tale opportunità, che è dimostrato che fino ad ora è quella che con più forza e che annulla i ragionamenti contrari.
Da una parte lei dice di aver lottato a favore della famiglia, da un’altra parte lei non ha usato i discorsi maggiormente vincenti contro di essa. Non ha voluto stra-vincere? Non ha voluto offendere certi centri di potere che conosciamo bene e con cui ci troviamo ogni giorno a parlare? I suoi discorsi sono stati dei colpi a salve, facilmente neutralizzabili, perché i discorsi fatti con ragione umana, possono essere opinabili e pertanto non possono assurgere a verità assoluta. Mentre quando si parla dal punto di vista biblico esponendo quale sia la volontà di Dio, non si può annullare tale discorso, perché non si può nulla contro la verità, essa è ASSOLUTA!
Pertanto, il mio consiglio per i suoi prossimi discorsi in senato, al fine di rincuorare e armare il maggior numero di ELETTORI, strutturi il suo discorso in questa maniera, a paragrafi:
1. esposizione delle motivazioni bibliche che manifestano la volontà di Dio;
2. discorsi secondo la ragione;
3. discorsi secondo il diritto.
È in questa maniera che lei avrebbe parlato al maggior numero di elettori, è in questo modo che lei avrebbe agito per smuovere le coscienze dei senatori elettori di questo ddl diabolico, è in tale maniera che lei si sarebbe comportato da cristiano.
Non credo che nei suoi discorsi ci siano state delle affermazioni prive di precedenti considerazioni ed esame, quindi lei ha fatto quei discorsi in maniera premeditata, con degli scopi ben precisi, con la sortita infelice di aver persino confessato di aver lasciato fuori Dio dai suoi discorsi.
Lei può parlare come vuole, rivolgendosi alle persone che vuole, ma ci conceda a tutti noi cristiani di poter esprimere e valutare i suoi discorsi dal nostro punto di vista costituito da motivazioni bibliche, pro-natura, di diritto e ragionevoli persino dal punto di vista umano.
Senatore, lei è un’autorità costituita da Dio, obbedisca prima a Dio, compiaccia prima a Dio che agli uomini.
Che Dio la benedica e le dia quel coraggio e quella sapienza nel parlare che fino ad ora le è mancato.
Sen. Malan, la pace del Signore sia con lei. A me sembra che più che combattere quella che la Bibbia chiama ‘buona guerra’ (1 Timoteo 1:19) lei si stia in realtà nascondendo dietro a sofismi vari e ragionamenti insensati che un Cristiano non può permettersi di fare. Trovo infatti la sua posizione in merito alla questione delle unioni civili, molto ambigua ed il suo parlare doppio e confuso. Deve sapere che Gesù Cristo giudicò gli omosessuali (vgs. Genesi 19:24), Paolo pure giudicò gli omosessuali, secondo che è scritto: “Per questo, Iddio li ha abbandonati, nelle concupiscenze de’ loro cuori, ALLA IMPURITÀ, perché vituperassero fra loro i loro corpi; […] Perciò Iddio li ha abbandonati a PASSIONI INFAMI: poiché le loro femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è CONTRO NATURA, e similmente anche i maschi, lasciando L’USO NATURALE DELLA DONNA, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini COSE TURPI, e ricevendo in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento. E siccome non si son curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba, perché facessero le cose che SONO SCONVENIENTI” (Romani 1:24,26-28). Anche Pietro li ha giudicati arrivando addirittura a definirli ‘bestie’: “Ma costoro, COME BRUTI SENZA RAGIONE, nati alla VITA ANIMALE per esser presi e distrutti, dicendo male di quel che ignorano, PERIRANNO PER LA LORO PROPRIA CORRUZIONE, ricevendo il salario della loro iniquità” (2 Pietro 2:12). Giuda riferendosi alla sorte di Sodoma e Gomorra, disse che sono poste come un esempio, portando la pena d’un fuoco eterno, proprio perché sono andate dietro a vizî CONTRO NATURA (Giuda 7). Ora se la Bibbia parla chiaramente contro il peccato di sodomia, e le ricordo che noi siamo chiamati a seguire l’esempio degli apostoli e del Signore, che parlarono contro l’omosessualità e dunque difesero la famiglia tradizionale (Gesù a tal proposito disse infatti: “Non avete voi letto che il Creatore da principio li creò MASCHIO E FEMMINA, e disse: Perciò L’UOMO lascerà il padre e la madre e s’unirà con la SUA MOGLIE e i due saranno una sola carne?” – Matteo 19:4-5), perché lei non lo fa? Dio infatti le dà la ghiotta occasione di poterne parlare proprio al Senato della Repubblica Italiana. Quale onore ha il Senato di ascoltare la Parola di Dio verace ed immutabile! Il senatore Scilipoti non se lo è fatto dire due volte, ed ha giustamente citato le Sacre Scritture, dimostrando di avere quello, che a lei è mancato nei suoi interventi, ossia il coraggio di testimoniare della verità della Parola di Dio. La esorto dunque a schierarsi PUBBLICAMENTE contro il peccato della sodomia e a RIPROVARLO, come Dio comanda di fare. Si ricordi che la Scrittura afferma che la parte dei codardi è lo stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda (cfr. Apocalisse 21:8). E le voglio ricordare anche le parole che il Signore Gesù Cristo disse in merito a chi si vergogna di Lui e delle Sue parole, davanti a questa generazione ADULTERA e PECCATRICE: “Perché se uno SI SARÀ VERGOGNATO di me e DELLE MIE PAROLE in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figliuol dell’uomo SI VERGOGNERÀ DI LUI quando sarà venuto nella gloria del Padre suo” (Marco 8:38).
Ci aspettiamo già subito dal prossimo suo intervento in Senato, una presa di posizione chiara e soprattutto biblica contro l’abominazione dei matrimoni gay.
L’Iddio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, possa darle franchezza e chiarezza nel parlare, e soprattutto il coraggio per levarsi in favore della verità, nel nome del Suo Figliuolo Gesù Cristo.
Pace