Spesso abbiamo sentito o abbiamo letto in occasione della morte di qualcuno: «E’ tornato alla casa del Padre!» (o più semplicemente «E’ tornato a casa!»). Per esempio questa espressione è stata usata sul sito della Chiesa Valdese in occasione della morte di Domenico Maselli, infatti viene detto «…Domenico Maselli è tornato alla casa del Padre» (http://www.chiesavaldese.org/aria_articles.php?ref=356), o sul sito delle Chiese Cristiane Evangeliche ADI del Triveneto in occasione della morte di un membro di Chiesa: «Il Fratello Ido Salviato è tornato alla casa del Padre» (https://aditriveneto.org/fratello-ido-2/), o dal massone Giancarlo Rinaldi (che vi ricordo si professa evangelico ed è stato maestro venerabile di una loggia massonica del Grande Oriente d’Italia) in occasione della morte di Giuseppe Laiso: «Il pastore Giuseppe Laiso è tornato alla casa del Padre» (https://www.facebook.com/giancarlo.rinaldi.39/posts/10208165533169415).

Cosa significa tornare? Secondo un vocabolario della lingua italiana «tornare» significa «Avviarsi, essere diretti al luogo da cui si era partiti o da cui ci si era allontanati, rientrare o rimettersi nel luogo da dove si era venuti» (http://www.treccani.it/vocabolario/tornare/).
Voglio però che sappiate che la dottrina secondo cui il credente quando muore ritorna alla casa del Padre, è un’antica eresia gnostica. Infatti gli eretici gnostici sostenevano che alla morte coloro che hanno ottenuto la gnosi (la conoscenza di se stessi che equivale alla conoscenza di Dio!!!), ritornano alla loro patria da cui provengono, ossia alla casa del Padre. Nel Vangelo di Tomaso (uno scritto gnostico) leggiamo per esempio: «Gesù disse: ‘Beati i solitari e gli eletti, poiché troverete il Regno; voi, infatti, da esso venite e a esso nuovamente ritornerete’» (Il Vangelo di Tomaso, 49; citato in I Vangeli Gnostici, Adelphi Edizioni, Quindicesima edizione: giugno 2013, pag. 12), e nel Vangelo di verità (un altro scritto gnostico): «E questi è il Padre dal quale proviene il principio e verso il quale ritorneranno tutti coloro che da lui provengono» (Il Vangelo di verità, 38; in I Vangeli Gnostici, pag. 42). Il Gesù degli gnostici infatti è stato mandato dal Padre per parlare «del luogo da cui ciascuno è venuto» per «farlo ritornare nuovamente colà»
In uno scritto dal titolo «Il ritorno al Pleroma: l’ascesa dell’anima nello gnosticismo» di Filippo Goti, leggiamo in merito a questo ritorno: «… il Demiurgo è l’artefice che ha ordinato una nuova realtà. L’artigiano divino che ha forgiato ogni cosa, dando forma, a suo capriccio e volontà, alla materia di cui disponeva. Da ciò si evince sia che vi è un’ulteriore realtà extramondana, sia che la materia oggetto del suo lavoro è alla forma finale estranea e precedente nella genesi, a cui lo gnostico si rivolge. L’Arconte è titolo che nella Grecia antica veniva riservato ad alti magistrati, cioè a uomini di alto lignaggio delegati al governo e al giudizio della e sulla cosa pubblica. Queste potenze intermedie, frutto di un processo intellettivo degenerativo ed enucleativo, nella visione cosmogonica gnostica forgiano e dominano il mondo dei fenomeni, dove lo gnostico si trova come prigioniero, separato dalla casa del Padre, intuita ma non vissuta, e dall’inizio dei tempi tessono l’umano destino, in virtù dei pesi e delle misure che esse stesse rappresentano nel quadro del dispiegamento polare della manifestazione, impedendo l’agognato ricongiungimento. …. Alla domanda del perché del dolore, e del massimo fra i dolori, la morte, in opposizione all’assoluta libertà della mente e dell’anima, gli gnostici hanno come risposta la creazione di questo mondo da parte di potenze malvagie, interessate a mantenere l’anima prigioniera di involucri gradatamente predisposti al suo contenimento. Fino a quando l’anima, elemento che proviene dal mondo superiore, è relegata in questo mondo, gli arconti se ne possono nutrire, e mantenere così la propria vita e il loro dominio. L’anelito del ritorno alla casa del padre assume quindi una duplice natura, rappresentata dalla volontà di tornare alla patria nativa, e non essere più costretti a vagare in terra straniera, ma anche di sfuggire ad una ciclica sorte di cibo per potenze astute, ed ingannatrici. …. Il mito gnostico dell’ascesa dell’anima, del gran ritorno nella casa del Padre, trova convergenza sia con gli eroici miti greci, sia con il viaggio egizio dell’anima; ciò a riprova della comune matrice solare di queste tre grandi correnti iniziatiche. L’eroe greco è colui che nato uomo, attraverso innumerevoli prove conquista il proprio posto fra le divinità dell’Olimpo, in quanto in virtù del superamento delle fatiche viene riconosciuto dagli dèi loro pari. Il viaggio dell’anima egizia nell’oltretomba trova massima espressione, nei vari incantesimi per superare le potenze inferine, presso il tribunale presieduto dalla dea Maat, e durante la pesatura del cuore. Dove l’iniziato deve dare sia prova della conoscenza delle arti iniziatiche, sia testimonianza della sua vita terrena appena conclusa. Il defunto egizio veniva posto nel sarcofago assieme ad una serie di rotoli, contenenti gli incantesimi necessari per superare i guardiani dell’Oltretomba» (http://www.fuocosacro.com/pagine/gnosticismo/ritornopleroma.htm).
Veniamo ora alla confutazione di questa eresia.
Come parlarono gli apostoli della loro futura dipartenza dal corpo? Come di un ritorno in cielo, dal Padre? No, ma la presentarono come un andare ad abitare con il Signore, infatti Paolo scrisse ai santi di Corinto: “Siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore” (2 Corinzi 5:8), ed ai santi di Filippi disse: “Ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore” (Filippesi 1:23). E sempre su questo argomento, poco tempo prima di dipartirsi, Paolo scrisse a Timoteo: “Il Signore mi libererà da ogni mala azione e mi salverà nel suo regno celeste” (2 Timoteo 4:18).
Inoltre, l’epistola agli Ebrei insegna che i credenti alla loro morte entrano nel riposo di Dio: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue. Studiamoci dunque d’entrare in quel riposo, onde nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza” (Ebrei 4:9-11).
Quando dunque qualcuno muore in Cristo, non si deve dire che è tornato alla casa del Padre (o che è ritornato a casa lassù in cielo), ma che si è dipartito ed è andato ad abitare con il Signore, o che il Signore lo ha salvato nel suo regno celeste, o che è entrato nel riposo di Dio.
Badate a voi stessi, fratelli, perché affermare che quando un Cristiano muore torna al Padre o nella casa del Padre, vuol dire avvalorare l’eresia gnostica secondo cui l’uomo procede dal Padre, in quanto ha una scintilla divina che procede dal Padre, e quando muore torna o si ricongiunge con il Padre nel Pleroma, tenendo ben presente peraltro che nello gnosticismo il Padre non è l’Iddio dell’Antico Testamento, ma un Dio superiore all’Iddio dell’Antico Testamento! In altre parole, con quella sola affermazione si avvalorano diverse menzogne, come la preesistenza delle anime in cielo, la natura divina dell’uomo (cioè che l’uomo è parte di Dio o Dio), e il ricongiungimento della scintilla divina con il Padre (che però è un Dio superiore a Yahweh!!!) ossia sostanzialmente il ritorno dell’anima in cielo.
Un’ultima cosa. Il fatto che questa espressione venga usata in ambito massonico è la conferma che la gnosi è l’essenza della Massoneria, e che i massoni sono essenzialmente gnostici. Possono tra di loro variare alcune loro convinzioni o idee su questo o quell’altro argomento, ma l’essenza dei massoni è gnostica. E il fatto che venga usata spesso anche in ambito evangelico, è la conferma che la Massoneria esercita una influenza nefasta sulle Chiese, che si concretizza nel fare penetrare di soppiatto in mezzo alle Chiese eresie gnostiche.
Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.
Giacinto Butindaro
In ogni caso sono profondamente addolorato per la morte del fratello Domenico Maselli. L’ho conosciuto a Napoli, durante i primi tempi della mia fede evangelica. Ho di lui un ricordo meraviglioso, è stato un fratello umile, anche se era docente universitario. Grazie, fratello Domenico, per quello che mi hai dato.
i morti non sanno nulla, e quindi maselli non può ascoltarti …. non parlare ai morti.
Pace a te Giacinto,
ho letto la tua analisi sull’espressione “ritornare alla casa del Padre” e, al di là di quanto sia condivisibile o meno, credo piuttosto che questa espressione nasca dal seguente riferimento biblico che tu non ha citato nella tua analisi:
Ecclesiaste 12:9
prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato.
Pace, Marco, bada bene, che lì si parla dello spirito, non dell’anima …. chi invece dice ‘ritorneremo in cielo a casa del Padre’ intende dire ….. la nostra anima ritornerà in cielo, o al Padre, e si ricongiungerà con Dio perchè parte di Dio o Dio essendo una scintilla di Dio caduta dal cielo e incarnatasi nel corpo, perchè appunto la sua espressione sottintende la preesistenza delle anime, dottrina questa gnostica. Mentre per quanto riguarda lo spirito dell’uomo, esso certo torna a Dio che l’ha dato, ma non è l’anima (e non è neppure una scintilla di Dio), ma questo ‘torna a Dio’ vale per tutti gli uomini. Mentre noi sappiamo che per quanto riguarda l’anima, le anime dei giusti vanno ad abitare con il Signore in cielo, mentre quelle degli empi vanno nell’ades nei tormenti.
Giacinto, ritengo molto interessanti questi tuoi ultimi post che affrontano questo argomento in gran parte sconosciuto che è lo “spiritismo”, un termine del resto che ritengo sbrigativamente accollato a questa branca di fenomologia che riguarda la vita dopo la morte terrena. Sono sincero, ho ancora dei dubbi al riguardo e sono qui a chiederti se mi puoi spiegare in poche e chiare parole chi sono gli spiriti, chi le anime e chi i fantasmi! La Parola di Dio se ho ben inteso afferma che lo spirito torna a Dio, l’anima invece è il nostro essere spirituale che lasciato il corpo andrà o nella gloria di Dio o all’Inferno. Gesù del resto ha confermato che “i fantasmi non hanno carne ed ossa” (Luca 24:39), quindi esistono. Per esperienza personale lo posso confermare anch’io, ma evito qui di parlarne. Signore permettendo però, si possono avere esperienze con questi che vengono definiti da altri manifestazioni di energie elettromagnetiche e la cui presenza viene rilevata da appositi strumenti come quelli usati dagli Ghost Hunting Team. Questi ultimi li cercano e la cosa non va assolutamente bene! Come assolutamente non vanno evocati, la Parola di Dio è chiara in questo, ma se si presentano spontaneamente, allora significa che Dio lo ha permesso che si manifestino! Ma ripeto, se lo fanno spontaneamente come definirli : Spiriti, anime, angeli di Dio se buoni o angeli decaduti se cattivi? Temo di non essere stato però molto chiaro! Pace.
Massimo, i morti non sanno nulla, perchè sia che sono in cielo o all’inferno non vedono quello che facciamo o diciamo sulla terra. Non vanno invocati, perchè facendolo si manifestano i demoni, che non sono gli spiriti dei defunti, ma spiriti maligni al servizio di Satana, che si travestono da defunti (sui fatti di En-Dor però riteniamo che sia stato effettivamente Samuele a parlare a Saul, dopo essere stato evocato dall’evocatrice, e questo perchè Dio lo permise ovviamente, ma ricordati che comunque Dio fece morire Saul anche perchè aveva aveva interrogato e consultato quelli che evocano gli spiriti cfr. 1 Cronache 10:13-14). Quindi nelle sedute spiritiche appaiono dei demoni alle persone. Poi ci sono casi in cui appaiono angeli di Dio in visioni o in sogni, ma senza che siano stati invocati, ma quelle sono visite gradite anzi graditissime. Sul monte sul quale Gesù fu trasfigurato apparvero anche Mosè ed Elia (il primo era morto mentre il secondo no), ma non furono invocati dai discepoli, ma apparvero per volere di Dio, i quali conversavano con Gesù. Lo spiritismo ritiene invece che i viventi debbano comunicare con i morti, cioè con gli spiriti dei defunti, chiamandoli, per avere direttive da loro etc, (anche perchè lo spiritismo ritiene che le anime dei defunti vadano attorno cercando qualcuno che li invoca!) cosa che è proibita da Dio. I fantasmi (che generalmente vengono definiti dalle persone spiriti dei defunti che fanno questo o quell’altro) allora? Sono dei demoni o spiriti che appaiono alle persone, anche talvolta senza essere stati invocati. Il campo è spirituale, ed è complesso e delicato, e quindi bisogna essere prudenti e vigilanti. Pace
Ti ringrazio Giacinto, è più che sufficiente quanto mi hai scritto, benchè come hai ben ribadito il campo spirituale è molto più complesso. Molti poi proprio per ignoranza scritturale negano che vi sia una vita dopo la morte e sconoscono certe realtà profonde, nascoste, invisibili ma che potrebbero anche essere manifestarsi. A volte certo potrebbe essere frutto d’ immaginazione di certuni o magari uno squallido motivo per lucrare, tipo propagandare un castello o anche una casa infestata da spiriti. Come non credere però che il mondo del soprannaturale esiste davvero ed è così straordinariamente misterioso. Molti poi, tra i quali anche pastori, vanno alla ricerca di certe esperienze paranormali, soprannaturali, spinti più che altro da una forte curiosità, cadendo purtroppo nell’ inganno, tra le braccia del Padre della menzogna! Pace.